CERAMICHE DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR (1919-33)
05.12.1984 - 07.01.1985
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a cura di Tilmann Buddensieg
 
Vasi, brocche, tazze, tortiere, vassoi e altri oggetti d'uso in ceramica, per un totale di 400 pezzi, costituiscono un esempio di quella ricerca estetica e di quella rivoluzione produttiva che, durante la Repubblica di Weimar, segnarono le arti figurative e l'architettura.
 
La creazione di ceramiche per stoviglie si rivolge per la prima volta al vasto mercato popolare e si confronta con i problemi della produzione di massa. Come l'architettura popolare ha trovato in questi anni ii suo momento organizzativo e produttivo nelle cooperative edilizie, cosi la produzione di massa di oggetti d'uso in ceramica regola il rapporto tra produzione e mercato attraverso le cooperative di acquisto e vendita. I1 "Consorzio di Norimberga" del 1901 segna un importante momento di incontro fra gli imprenditori, l'organizzazione delle vendite e le idee di riforma degli artisti impegnati in una ricerca formale originale e rigorosa.
 
Gli esperimenti della Bauhaus, del movimento der Stijl e del Costruttivismo vengono adattati con naturalezza alla produzione di oggetti d'uso: forme panciute e, allo stesso tempo, gli stereometrici elementi di base della sfera, dei bricchi a cilindro. I recipienti non sono pia concepiti come unione di for ma organica, ma costituiti da singoli elementi, facilmente variabili con un molteplice, infinito sistema di decorazione che rifiuta la forma e la decorazione tradizionali.
 
Dalla ditta Villeroy & Boch, famosa per la sua produzione a tinta unita e particolarmente in azzurro, alla C. und E. Carstens che emerge per il caratteristico decoro in marrone a moduli geometrici, alla C. A. Lehmann und Sohn, che produce audaci combinazioni di colori, alla Bunzlau e altre aziende minori, la produzione tedesca della ceramica presentata al Padiglione d'Arte Contemporanea testimonia un momento produttivo di grande interesse storico ed una qualità di altissimo livello.