VITTORIO MATINO E ANTONIO TROTTA
01.02 - 15.03.1990
trotta cover

 
a cura di Elena Pontiggia
 
Il PAC ospita una bipersonale di due artisti italiani: Vittorio Matino e Antonio Trotta, che pur appartenendo alla stessa generazione, provengono da esperienze e contesti culturali diversi.
Matino nato a Tirana (Albania) nel 1943 da genitori italiani, vive e lavora tra Milano e Parigi. Trotta è nato a Paestum (Salerno) nel 1937, ha vissuto a lungo in Argentina - nel 1968 è invitato alla biennale di Venezia a rappresentarne il Padiglione - si è stabilito in Italia alla fine degli anni Sessanta dividendosi tra Milano e Pietrasanta.
 
Anche le loro direzioni di ricerca sono diverse.
Vittorio Matino ha impostato il suo linguaggio pittorico su una geometria essenziale e rigorosa, animata da un colore sfuggente e intenso. Antonio Trotta pratica invece un concettualismo che si ispira ai repertori della classicità, indagando la finzione e l'ambiguità dell’immagine come nelle opere Autunno corinzio o Il patio.
L’opera di Matino si dichiara fedele alle possibilità dell’astrazione - di cui egli è uno degli interpreti più rigorosi - mentre quella di Trotta esplora territori figurativi.
Queste diversità nascondono però molti punti di contatto che la mostra si propone di individuare e far emergere.
 
La mostra è accompagnata da due esaurienti cataloghi che ricostruiscono organicamente l’attività dei due artisti e comprendono saggi di Vittorio Fagone (per l’opera di Matino) e di Elena Pontiggia (per l’opera di Trotta).
 

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