Gillo Dorfles
OMAGGIO A GILLO DORFLES
01.03 - 22.04.2001
dorfles cover

 
a cura di Martina Corgnati
 
Il PAC presenta al pubblico la mostra antologica Omaggio a Gillo Dorfles con l’esposizione di un centinaio di opere dell’artista e critico triestino – eseguite dal 1935 al 2000 – e di diverse opere di alcune grandi figure di riferimento.
La rassegna, a cura di Martina Corgnati, vuole restituire la ricchezza e l’unicità della figura artistica ed intellettuale di Gillo Dorfles, ripercorrendo tutte le tappe del suo percorso.
Una sezione a parte è riservata all’attività del MAC (Movimento Arte Concreta) e alla partecipazione di Dorfles al movimento: in mostra le preziose cartelle di grafica edite dalla Galleria Salto nel 1948 e 1949 (cartella di 12 stampe a mano, e 24 litografie originali), la cartella di linoleum di Dorfles, Monnet, Veronesi (Salto, 1956), la serie completa dei Bollettini del MAC e dei successivi Documenti d’Arte d’Oggi, oltre ad alcune opere originali del membri fondatori, Soldati, Munari e Monnet.
Un’altra sezione della mostra è invece riservata agli artisti con cui Dorfles si confronta, direttamente o no, e da cui prende spunto, specie negli anni Trenta e Quaranta, per l’elaborazione del proprio linguaggio pittorico. Un confronto fino ad oggi mai tentato e che conferma l’anomalia della figura di Dorfles nel contesto dell’arte italiana nell’epoca che precede la Seconda Guerra Mondiale e per tutto il decennio successivo; e per contro i suoi legami con i protagonisti del Surrealismo e del Blaue Reiter. In questa sezione trovano posto fra l’altro opere di Klee, Kandinsky, Arp, Sophie Täuber, Matisse, Mirò, Tanguy. La rassegna è completata dalle edizioni originali di tutti i testi critici e teorici pubblicati da Dorfles, oltre che da una selezione di fotografie e da alcuni video.
 
 
Gillo Dorfles è uno dei personaggi più interessanti nella cultura critica ed artistica del secolo scorso in Italia. Nato a Trieste nel 1910, Dorfles si laurea in medicina (specializzazione in psichiatria), ma sin dai primi anni Trenta associa alla formazione scientifica un profondo interesse e una speciale apertura verso la pittura, l’estetica e, in generale, le arti. Nel 1934 si reca a Dornach per seguire una serie di conferenze di ambito steineriano al Goetheanum; contemporaneamente incomincia a dipingere, realizzando numerose tele influenzate in parte dall’ambiente antroposofico. Complessa e multidisciplinare, dunque, l’indagine sulle strutture e sulle espressioni umane ed artistiche impostata da Dorfles già nella fase iniziale della sua attività; sostanzialmente estranea alle tendenze dominanti della cultura italiana di quel momento, e associabile invece piuttosto al clima mitteleuropeo (culla, nei trent’anni precedenti, della psicoanalisi freudiana come della teoria steineriana e di un ambiente artistico cosmopolita e ricettivo, ben rappresentato dal Blaue Reiter come dal primo Bauhaus) e ad alcune componenti del Surrealismo.
 
Nel 1948, dopo il trasferimento a Milano, Dorfles è fra i fondatori del MAC insieme ad Atanasio Soldati, Gianni Monnet, Bruno Munari. Fino alla fine degli anni Cinquanta partecipa a tutte le mostre del gruppo in Italia e all’estero, accompagnando i propri interventi pittorici, assai originali rispetto al concretismo classico, con una vivace attività teorica, a base di articoli, manifesti, testi e saggi, a sostegno e precisazione delle posizioni del gruppo. E’ questa una fase d’intensa ed ininterrotta produzione pittorica che comprende numerosi oli e tempere caratterizzati per lo più da un linearismo sinuoso e liberissimo, di matrice organica, e da un cromatismo curioso e sperimentale, oltre ai famosi Monotipi risalenti alla fine del sesto decennio.
 
Poi, l’attività teorica e gli impegni universitari (ricopre la cattedra di Estetica presso l’Università di Milano, poi di Cagliari e di Trieste) prendono momentaneamente il sopravvento: del Dorfles pittore si perdono le tracce fino al 1986, data della mostra personale allo Studio Marconi di Milano. Da questo momento Dorfles non ha più abbandonato l’attività pittorica senza tuttavia rallentare quella critica: per citare soltanto alcune delle pubblicazioni più importanti apparse negli ultimi anni, si ricordano qui Elogio della disarmonia (Garzanti, 1986), Il feticcio quotidiano (Feltrinelli, 1990), Fatti e fattoidi (Neri & Pozza, 1997), Conformisti (Donzelli, 1997).
 
Del Dorfles pittore hanno scritto fra l’altro Mirella Bandini, Luciano Caramel, Luigi Cavadini, Claudio Cerritelli, Martina Corgnati, Maria Cristina Di Geronimo, Ugo Di Pace, Marco Meneguzzo, Patrizia Serra, Emilio Tadini, Enrica Torelli Landini. Nel 1986 è uscita un’importante raccolta di testi, poesie e immagini per i tipi di Taide (Salerno), Materiali minimi 1938-85.

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