Alina Marazzi
Tutto Parla di Te e Confini
11 Dicembre 2014, H 20:30
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Continua la serie di monografiche d’autore parte della mostra GLITCH. Il quarto appuntamento è con "Tutto parla di Te" e "Confini", di Alina Marazzi, segnalata all'attenzione della critica e del pubblico internazionale con il suo primo film documentario Un'ora sola ti vorrei, ritratto della madre scomparsa. Il ciclo di proiezioni speciali - tutte di giovedì sera - terminerà con i Masbedo (18/12 ).

 

TUTTO PARLA DI TE

 

Ogni madre conosce quel sentimento in bilico tra l’amore e il rifiuto per il proprio bambino. Una conflittualità e una tensione dolorosa da vivere e difficile da confessare, perché va contro il senso comune di quel legame primordiale. Il film racconta l’ambivalenza del sentimento materno e la fatica che ancora oggi si fa ad accettarla e affrontarla. Per restituire la complessità di questo sentimento l'aritsta ha integrato fiction, filmati d’archivio, animazioni, elementi documentari, attraverso i quali evoca i diversi livelli emotivi.   Pauline (Charlotte Rampling) torna a Torino  ‐ sua città natale  ‐ per la prima volta dopo molti anni ed entra in contatto con un Centro per la maternità. Qui Pauline intraprende una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a partire da testimonianze, video, fotografie raccolti. Tra le madri che frequentano il Centro c’è Emma (Elena Radonicich), una giovane danzatrice, bella e sfuggente, in crisi profonda: non sa come affrontare le responsabilità cui la maternità la costringe. La complicità e l'identificazione tra le due donne porterà Pauline a fare i conti con il proprio tragico passato e permetterà a Emma di ritrovare un senso di sé anche nella sua nuova identità di madre.
 


 
CONFINI

 

File di uomini incappucciati e intabarrati con logori mantelli risalgono faticosamente la china di un pendio innevato, trainando pesanti ingranaggi con grosse funi. Intorno a loro, una tormenta di neve, a cui si sovrappone la bufera dei graffi e la grana della pellicola. Trasportavano cannoni e artiglieria sulla cima dell’Adamello, a 3000 metri, per difendere un confine invisibile. Soldati-bambini invecchiati precocemente e giovani uomini con il volto scavato: sono italiani prigionieri degli austriaci, gli uni in guerra contro gli altri in nome di un’idea astratta di patria che, all’inizio del secolo scorso, ha prodotto nove milioni di morti e sei milioni di mutilati. Grazie alla presenza in trincea di un ignoto operatore, quegli sguardi di un secolo fa arrivano a noi e ci interrogano. L'artista ha scelto di utilizzare queste ed altre immagini, provenienti dall'Archivio dell'Istituto Luce che festeggiava i suoi 90 anni, per realizzare  un cortometraggio incluso nel film collettivo "9X10 Novanta" presentato al festival di Venezia come evento speciale della Mostra in collaborazione con le Giornate degli Autori. Il film indaga il concetto di “confine”, partendo proprio dai confini reali e dalle trincee, così caratterizzanti della Grande Guerra, per spingere la visione verso una dimensione interiore. Una voce profonda ed essenziale di donna ( la poetessa Mariangela Gualtieri) accompagna le gesta epiche di quegli uomini al seguito di un’impresa folle: costruire un confine sulla cima innevata di un monte. Vista dalla prospettiva del nostro presente e attraverso lo sguardo della poesia, che ci parla di cose semplici ma importanti, l’impresa dell’umano e la distruzione che ne consegue ci appare futile.

 

Al termine della proiezione è previsto un breve talk con l'artista e con il critico cinematografico, giornalista e scrittore Gianni Canova.

 

INGRESSO:
Fino ad esaurimento posti previo acquisto del ridotto speciale mostra € 4 (dal 3 dicembre in prevendita online ) / gratuito per i possessori dell'abbonamento GLITCH.

 

DURATA: 83' + 10'

 

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Alina Marazzi è regista di documentari e film. La sua formazione cinematografica avviene a Londra negli anni ‘80. Successivamente alterna la regia di documentari per la televisione, il lavoro di aiuto regista per il cinema, la collaborazione con alcune realtà artistiche (Studio Azzurro, Fabrica), e il coinvolgimento con altre realtà sociali (laboratori video in carcere). Un’ora sola ti vorrei è il suo primo film documentario d’autore, fondativo della sua poetica, realizzato interamente con filmati di famiglia; in seguito realizza Per Sempre e il lungometraggio di montaggio Vogliamo anche le rose, che proseguono l’indagine del femminile al centro anche del suo ultimo film di finzione, Tutto parla di te. Recentemente ha realizzato la drammaturgia video dell’opera lirica contemporanea Il Sogno di una cosa. Confini è il suo ultimo corto.