MUSEOCITY
Fausto Melotti. I Sette Savi al PAC
05 Marzo 2017, H 16:30
Sette Savi_cover

con Danka Giacon, conservatore del Museo del Novecento di Milano

Denis Viva, docente a contratto di Storia dell'arte contemporanea presso l'Università di Trento e di Pratiche museali presso l'Università di Udine.

 

Un incontro tematico in occasione di MuseoCity per raccontare i Sette Savi di Fausto Melotti, le grandi sculture in marmo imperturbabili e misteriose che osservano dal giardino i visitatori del Padiglione d’Arte Contemporanea. Qual è la loro storia? Quante versioni ha realizzato l'artista e con quali differenze? Un’occasione unica per (ri)scoprire una tra le opere più affascinanti del Novecento italiano.

 

Immersi nella natura, in silenziosa meditazione, i Sette Savi creano un collegamento mistico tra terra e cielo. Quella collocata nel parco vicino al PAC e visibile solo attraverso la sua grande e luminosa vetrata è l’ultima versione e risale al 1981, perfezionata nella forma e nel materiale: Melotti  si affida infatti al marmo di Carrara, materiale nobile e durevole. Nemmeno l’attentato di matrice mafiosa del 1993, che distrusse totalmente il Padiglione d’Arte Contemporanea, riuscirà a danneggiarli.

 

Ma non tutti sanno che la prima versione di quest’opera risale al 1936, e che per una seconda versione  - oggi alla collezione del MART di Trento e Rovereto - bisogna aspettare gli anni Sessanta. La terza invece nasce come commissione pubblica per il Liceo Carducci di Milano.

 

FAUSTO MELOTTI (Rovereto 8 giugno 1901- Milano 22 giugno 1986) è stato un artista completo, con una personalità estremamente poliedrica. Scultore, pittore, aforista e musicista, anche la sua formazione non è delle più canoniche: nel 1924 infatti si laurea in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano dopo aver studiato i primi anni presso la facoltà di fisica e matematica all’università di Pisa. Negli stessi anni si diploma in pianoforte al conservatorio e inizia a studiare scultura. Nel 1928 finalmente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera dove studia con Adolfo Wildt insieme a Lucio Fontana.

 

 

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