Aspettando la mostra CUBA TATUARE LA STORIA in programma dal 5 luglio 2016, il PAC di Milano ospita un incontro per raccontare l'esperienza de La Biennale Donna di Ferrara che per il 2016 si concentra sulla realtà latinoamericana attraverso quattro artiste, tra le quali Ana Mendieta, che ha tracciato il percorso per molti artisti cubani e sarà uno dei punti di partenza fondamentali della prossima mostra al PAC.
Da sempre attenta al rapporto fra arte e la società contemporanea, la Biennale Donna si concentra sulle questioni socioculturali, identitarie e geopolitiche che influenzano i contributi estetici dell’odierno panorama delle donne artiste. In questa direzione, la rassegna di quest’anno ha scelto di spostare il proprio baricentro sulla multiforme creatività latinoamericana, portando a Ferrara alcune delle voci che meglio rappresentano questa eccezionale pluralità espressiva: Anna Maria Maiolino (Italia-Brasile, 1942), Teresa Margolles (Messico, 1963), Ana Mendieta (Cuba 1948 - Stati Uniti 1985) e Amalia Pica (Argentina, 1978).
Con il titolo SILENCIO VIVO. Artiste dall’America Latina la mostra, curata da Lola G. Bonora e Silvia Cirelli e ospitata fino al 12 giugno 2016 nel Padiglione d'Arte Contemporanea di Ferrara, riscopre le contaminazioni nell’arte di temi di grande attualità, interrogandosi sulla realtà latinoamericana e individuandone le tematiche ricorrenti, come l’esperienza dell’emigrazione, le dinamiche conseguenti alle dittature militari, la censura, la criminalità, gli equilibri sociali fra individuo e collettività, il valore dell’identità o la fragilità delle relazioni umane.
Ana Mendieta è una delle più incisive figure di questo vasto panorama artistico che, nonostante il suo breve percorso (muore prematuramente a 36 anni, cadendo dal 34simo piano del suo appartamento di New York), si riconferma ancora oggi come un’indiscussa fonte ispiratrice della scena internazionale.
Anna Maria Maiolino, di origine italiana, si trasferisce in Brasile nel 1960, agli albori della dittatura. L’esperienza del regime dittatoriale in Brasile e la conseguente situazione di tensione hanno influenzato profondamente la sua arte, spingendola a riflettere su concetti quali la percezione di pericolo, il senso di alienazione, l’identità di emigrante e l’immaginario quotidiano femminile.
Teresa Margolles testimonia le complessità della società messicana, ormai sgretolata dalle allarmanti proporzioni di un crimine organizzato che sta lacerando l’intero paese e soprattutto Ciudad Juarez. Con una grammatica stilistica minimalista, ma d’impatto quasi prepotente sul piano concettuale, i suoi lavori affrontano i tabù della morte e della violenza, indagati anche in relazione alle disuguaglianze sociali ed economiche in Messico.
Amalia Pica, grande protagonista dell’emergente scena argentina, si sofferma invece sui limiti e le varie derivazioni del linguaggio, esaltando il valore della comunicazione, come fondamentale esperienza collettiva. Le sue opere si fanno metafora visiva di una società segnata dall’ipertrofia della comunicazione, un fenomeno diffuso che sempre più di frequente conduce all’equivoco e all’alienazione, invece che alla condivisione.
INGRESSO LIBERO
Intervengono Diego Sileo, curatore del PAC
Silvia Cirelli, curatrice della mostra SILENCIO VIVO - Biennale Donna
Cristina Casero, storica dell'arte contemporanea
_
La Biennale Donna è organizzata da UDI - Unione Donne in Italia di Ferrara e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Eventi in programma