La prima retrospettiva dell’artista italiano tra i più rilevanti della scena artistica contemporanea curata da Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist.
 
Un arcipelago di oltre 30 opere di differente natura, tra cui una nuova produzione concepita appositamente per il PAC, una serie di lavori storici, alcune riattivazioni di opere recenti e i modelli di progetti mai realizzati, hanno ricostruito al PAC il lavoro di Garutti attraverso le sue opere più significative. Fotografia, scultura, scrittura, installazione, disegno, suono, video, pittura, conversazione e insegnamento: una molteplicità di linguaggi per capire l’evoluzione spesso sorprendente della ricerca dell’artista dagli anni Settanta ad oggi.
 
Le opere di Garutti innescano meccanismi di partecipazione e dialogano a più livelli con differenti tipologie di pubblico insieme con le istituzioni politiche ed economiche della città. Questo aspetto è ritornato nella mostra-paesaggio del PAC, nella quale lo spettatore è stato invitato a costruire nuove relazioni e percorsi tra opere, oggetti, immagini e frammenti in esposizione.
 
L’artista ha presentato il progetto alla Serpentine Gallery di Londra il 14 ottobre 2012, partecipando alla Memory Marathon: una sequenza di conferenze, performance e testimonianze curate da Hans Ulrich Obrist. L’incontro ha anticipato, in forma poetica e allusiva, alcuni temi e progetti della mostra, introdotti dal curatore all’interno del padiglione disegnato da Herzog & de Meuron e Ai Weiwei.
 
Autore di alcuni tra i più efficaci progetti di arte pubblica in Italia e in Europa, dalla seconda metà degli anni Settanta e in più di trent'anni di carriera Alberto Garutti (Galbiate, Como, 1948) ha esplorato la dimensione narrativa e immateriale dell’opera d’arte, la relazione tra la produzione di oggetti e il loro rapporto con lo spazio sociale e i temi strutturanti la pratica stessa dell’arte.
 
L’intreccio di mercato e committenza è al centro di lavori come Campionario: stampe digitali su fondo monocromo ( 2007 - 2012) sulle quali una sottile linea nera ricama distanze e relazioni tra luoghi della città cari al potenziale collezionista. Nella serie Orizzonti - dipinti a partire dal 1987 su vetro in bianco e nero, in diverse dimensioni, ognuno dei quali porta il nome del suo committente - Garutti testimonia l’interesse per la sfera di relazioni sentimentali e professionali che formano “l’orizzonte vero della mia vita”.
 
A partire dalla metà degli anni ’90 riflette sul ruolo dell’artista nella città come nodo cruciale della sua pratica e lavora come un antropologo, capace di restituire il manufatto architettonico alla comunità, di interrogare se stesso attraverso lo studio degli altri, riattivando la memoria storica ed emotiva del luogo e costringendo lo spettatore a ragionare sulla relazione tra arte, politica e società civile. Nascono così lavori-manifesto come quello a Peccioli tra il 1994 e il 1997, dove restaura la facciata del teatro del borgo vicino a Pistoia e installa la didascalia in pietra "Dedicato ai ragazzi e alle ragazze che in questo piccolo teatro si innamorarono” ; o come “Ai Nati Oggi” ( realizzato in varie città dal 1998 al 2005) dove l'artista collega alcuni lampioni presenti in aree pubbliche ai reparti di maternità cittadini in modo che la nascita di un bambino coincida con l’intensificarsi della luce, che aumenta per poi decrescere lentamente.
 
Tutta la mostra è stata attraversata da uno degli elementi caratterizzanti il lavoro dell’artista, l’uso multiforme della didascalia come modalità di diffusione delle opere al pubblico e come meccanismo attivatore di relazioni tra lo spettatore e i contenuti dell’opera.
 
L’evento è entrato in stretta relazione con Fuoriclasse. 20 anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti, la collettiva a cura di Luca Cerizza che è stata allestita nel 2012 alla GAM di Milano. L’unicità dell’approccio didattico sviluppato da Garutti in decenni di insegnamento è parte integrante del suo lavoro e viene raccontata attraverso le opere di 60 artisti che hanno frequentato i suoi corsi.
 
Con il contributo della banca BSI è stato realizzato un libro edito da Mousse Publishing e Walther Koenig Verlag, ideato in stretta collaborazione con l’artista, che raccoglie un’ antologia di saggi, le interviste e le conversazioni tra l’artista e Hans Ulrich Obrist e un primo regesto delle opere dal 1974 a oggi.
 
La mostra è stata realizzata con il sostegno di TOD’S, sponsor dell’ attività espositiva annuale del PAC.
 
Il PAC ha avuto inoltre in programma attività didattiche gratuite per avvicinare il suo pubblico alle opere dell’artista: visite guidate per adulti e laboratori per bambini e ragazzi, ideati e organizzati da MARTE e realizzate con il contributo del Gruppo COOP Lombardia.