Per il ciclo Installazioni, le presenze di Carla Accardi e Alighiero e Boetti costituiscono un momento di importante concomitanza tra due tra le personalità più vive dell'arte del dopoguerra.
 
Carla Accardi ha esordito giovanissima tra i fondatori, nel 1947, del gruppo Forma (con Turcato, Dorazio, Consagra, Sanfilippo, Perilli e altri), che rappresentò il primo concreto momento di riproposta, in Italia, della questione dell'astrazione. Negli anni Cinquanta il suo lavoro è maturato fino alla formulazione dei famosi 'grovigli' bianco su nero, che le hanno dato fama internazionale. Dagli anni sessanta la sua ricerca si è concentrata sul problema del rapporto tra segni e superfici, con particolare attenzione alla natura del supporto (tela, plastica trasparente, ecc.) e ai rapporti coloristici, sempre squillanti, determinanti.
 
Alighiero e Boetti, formatosi in seno alla 'scuola torinese' da cui è nata, alla fine degli anni sessanta, la vicenda dell’Arte. Povera, di cui è stato uno dei più cospicui rappresentanti, si segnala come uno dei più sottili e poetici indagatori della possibilità di riscattare immagini e materiali apparentemente banali a una dimensione di nuova, e suggestiva, intensità. In questo senso, particolarmente importanti sono le sue opere recenti, arazzi di dimensione smisurata dedicati a "I mille fiumi più lunghi del mondo", che lo confermano come uno degli artisti europei di maggiore qualità e interesse.