a cura di Mercedes Garberi
 
Continua il programma Installazioni con una mostra dedicata a Dadamaino e Stanislav Kolìbal. Per la mostra al PAC, Dadamaino presenta un’ampia selezione dei suoi lavori, dai Volumi alla Ricerca del colore, dall’Alfabeto della mente alle ultime Costellazioni.
 
 
…Avevamo fatto una sorta di scelta cromatica, una schermatura, come le note musicali che sono tantissime, ma diventano sette… Abbiamo selezionato ed abbiamo scelto quaranta varianti di colore per realizzare le tavolette che misuravano esattamente venti centimetri per venti. Ho usato i colori dello spettro, sette: rosso, arancio, giallo, verde, celeste, blu, viola ricercando il valore medio tra loro più il bianco, il nero, il blu…
Un’esperienza importante ma poi ho cessato di usare quasi tutti quei colori… si sono fermati in quel lavoro che per me è uno Studio importante…
L. M. Barbero, Dadamaino. Un’intervista tra vita e pensieri…, cit., p.27.
 
 
Dadamaino, cresciuta negli anni della generazione del rinnovamento dell’arte italiana dopo la stagione informale, è, alla fine degli anni Cinquanta, a fianco di Manzoni e Castellani nell’esperienza minimalista di Azimuth, e in seguito, nella pattuglia internazionale che fu definita Nuova Tendenza. La sua figura porta i conflitti della creatività femminile laddove per altri vigono ordine, sicurezze e volontà di egemonia. Persegue la sperimentazione razionale, ma non è razionalista; è scientifica, ma non scientizzante: lavora tra le polarità dell’inconscio e del conscio.