a cura di Zeno Birolli.
 
Vito Acconci presenta Exploding House al PAC. La mostra è a cura di Zeno Birolli, che all’inizio degli anni Ottanta aveva inaugurato il ciclo “Installazioni” – una serie di interventi che prevedono il confronto diretto di opere, per la maggior parte nuove, di artisti scelti in ambiti diversi e tali da opporsi e/o interagire tra loro, con lo spazio e i visitatori – con i lavori Vincenzo Agnetti e Francesco Clemente.
 
In questo secondo appuntamento Acconci, cui è affiancato da Eliseo Mattiacci, occupa tutto il parterre del PAC con un lavoro che interessa lo spazio architettonico e le sue tensioni fino a sovrapporsi a esso.
 
Lungo la grande vetrata che si affaccia sul Giardino della Villa Reale viene allestita una grande casa nera. Intorno, delle biciclette invitano gli spettatori a pedalare verso la casa. Grazie all’azione del pubblico, la struttura si apre e all’interno della casa compaiono figure di legno, di colore diverso rispetto all’esterno, tra le quali una donna con un boa di struzzo rosa e un’altra figura con delle bandiere cucite insieme.
 
A partire da Instant House — esposta nel febbraio 1980 a New York e, a giugno, alla Biennale di Venezia — l’artista progetta opere che richiedono un diretto coinvolgimento dello spettatore. Dalle performance provocatorie degli anni Settanta (dove la sua figura è sempre presente, fisicamente o attraverso il video, la fotografia, le registrazioni della sua voce) il suo linguaggio si evolve già a partire dagli anni Ottanta verso la realizzazione di sculture, strutture smontabili, “mobile architectural unit”, il cui sviluppo, nel 1988, è la fondazione dello studio di progettazione architettonica Acconci Studio.