La prima retrospettiva in Italia del grande artista e fotografo canadese. Quarantadue opere in mostra, alcune presentate per la prima volta in Italia, che tracciano il percorso creativo di uno fra gli artisti contemporanei più innovativi degli ultimi trenta anni.
Il 19 Marzo 2013 è stata presentata la mostra Actuality, la prima grande retrospettiva italiana del fotografo canadese Jeff Wall (Vancouver 1946), al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. L’esposizione è stata curata da Francesco Bonami
Quarantadue le opere in mostra, alcune presentate per la prima volta in Italia e che tracciano il percorso creativo di uno fra gli artisti contemporanei più innovativi degli ultimi trenta anni. Jeff Wall è stato presente nel 2013 a Documenta Kassel e alla Biennale di Venezia e protagonista di mostre personali nei principali musei del mondo, come il MoMA di New York (2007), il Deutsche Guggenheim di Berlino (2007), il San Francisco Museum of Modern Art (2008) e la Tate Modern di Londra (2005).
 
Entrato ormai a far parte di importanti collezioni internazionali, Jeff Wall “ha trascinato la fotografia fuori dai confini del proprio mondo, facendola approdare all’arte contemporanea”, ha affermato il curatore della mostra Francesco Bonami “ed è stato forse il primo artista ad usare la fotografia avvalendosi delle nuove tecnologie digitali, pur non mostrandole mai nel proprio lavoro”.
I suoi famosi “lightbox”, mutuati dal linguaggio pubblicitario tipicamente americano, sono solo una parte della vastissima produzione del fotografo che inizia nel 1978. Pioniere della fotografia concettuale o post-concettuale della cosiddetta “ Scuola di Vancouver”, con le sue riflessioni Wall ha aperto la strada ad innumerevoli altri artisti influenzandoli con il suo lavoro.
 
Le opere di Wall esplorano campi diversi, che spaziano dai temi sociali a quelli politici. La violenza urbana, il razzismo, la povertà, le tensioni sociali, la storia: sono tutti soggetti che l’artista osserva e rappresenta con precisione e profondità, “mantenendo però un approccio molto simile a quello dei pittori dell’Ottocento”, ha sottolineato Bonami, perché “le foto di Wall hanno sempre una dimensione pittorica e fisica che spesso riporta ai quadri di Manet, Courbet e di altri protagonisti dell’arte Moderna”. Alcuni infatti lo hanno definito “pittore della vita moderna“, citando la definizione che Charles Baudelaire aveva dato agli artisti del suo tempo.
All’iniziale interesse per paesaggi al limite tra natura e realtà urbana, si è aggiunta la riproduzione di scene drammatiche ritratte in uno stile narrativo. Nel corso degli anni Wall ha lavorato sulla concettualizzazione di scenari e fenomeni della vita quotidiana, da quelli apparentemente insignificanti a quelli più mondani. Dai suoi scatti emerge una predilezione per gli angoli che sembrano dimenticati e abbandonati fino alla riproduzione di dettagli che passano inosservati. In mostra insieme ai lightbox ci sono state anche le stampe fotografiche, alcune scelte tra le produzioni in bianco e nero.
 
Come di consueto il PAC ha avuto in programma attività didattiche gratuite, per avvicinare grandi e piccoli al lavoro dell’artista.
La mostra è inoltre stata accompagnata da un public program curato da Giovanna Silva (fotografa) e da Stefano Graziani (docente di fotografia e fotografo) per approfondire i temi dell’esposizione: dal 15 al 22 aprile si è svolto un Workshop, rivolto agli studenti di fotografia in Italia, al PAC e al Palazzo Reale; tra aprile e maggio in aggiunta si è tenuta una serie di talk al PAC con studiosi di diversa formazione che hanno analizzato alcuni aspetti del lavoro di Jeff Wall.
 
La mostra è stata prodotta da Comune di Milano – Cultura Moda Design e CIVITA, mentre le attività didattiche sono state ideate e organizzate da MARTE e realizzate con il contributo del Gruppo COOP Lombardia.