a cura di Flaminio Gualdoni
 
Il PAC ripercorre con installazioni, progetti, plastici, fotografie, l’intero arco di lavoro di Parisi, quasi a coronare un ciclo di mostre che lo ha visto protagonista alla Galleria Nazionale di Roma nel ’79, al Musée d’Ixelles nell’80, in Images Imaginaires al Centre Pompidou nell’84.
 
La figura di Ico Parisi è tra le più anomale e significative della ricerca architettonica contemporanea. Comasco, cresciuto alla scuola di Terragni, dalla fine degli anni Trenta Parisi si è impegnato in un’attività multiforme che ha toccato campi come la progettazione, l’architettura di interni, la scenografia, la cinematografia, il nascente design. Attività, tutte, svolte secondo un fertile principio di integrazione tra la propria figura e quella degli artisti, chiamati a collaborare pariteticamente al suo lavoro. Dagli anni Sessanta la sua attenzione si è concentrata non tanto su nuove forme architettoniche, ma sulla configurazione di nuovi modi di vivere lo spazio, dell’abitare. La Casa esistenziale, l’Operazione Arcevia, l’Apocalisse gentile, su su fino a Architettura dopo, sono le tappe di un lavoro di radicale ripercorrimento critico dell’architettura, non mirante – come troppe esperienze attuali – ad accettarne e viverne la perdita di identità, ma a trovare infine quella “officina del possibile” aperta, creativa, sempre mobile, che è l’unica dimensione esistenziale oggi accettabile.