a cura di Giulia Zompa
La mostra rende omaggio all’attività della Galleria Emi Fontana, fondata a Milano nel novembre 1992 in viale Bligny 42.
Il titolo riprende quello utilizzato dalla stessa Emi Fontana in occasione della mostra per il decimo anniversario della galleria, esprimendo il legame intimo e complesso tra artista e gallerista: una relazione quasi familiare, a tratti difficile, ma imprescindibile per il processo creativo. Un matrimonio imperfetto che qui diventa anche metafora del suo rapporto con Milano, città scelta come luogo di vita e lavoro, che ha rappresentato per lei un terreno fertile per la sperimentazione artistica, ma non privo di sfide e ostacoli
L’esposizione si articola attraverso una ricca selezione di materiali d’archivio – inviti, manifesti, cataloghi, video e fotografie – restituendo l’atmosfera vivace e il fervore culturale di uno spazio divenuto un punto di riferimento imprescindibile nel panorama artistico italiano.
Il percorso espositivo racconta la pluralità di linguaggi e visioni che hanno trovato spazio nella programmazione della galleria, con particolare attenzione agli artisti contemporanei, sia italiani che internazionali, e alle mostre dal forte carattere ambientale, testimonianza della costante apertura a progetti inediti e sperimentali.
Emi Fontana ha interpretato il ruolo di gallerista con rara raffinatezza e originale visione, offrendo agli artisti piena libertà espressiva e partecipando alla condivisione di idee, soluzioni e progetti. Il suo impegno si è contraddistinto per un profondo interesse verso le questioni più urgenti della contemporaneità, con particolare attenzione al femminismo e alla valorizzazione del lavoro di artiste donne come Monica Bonvicini, Liliana Moro, Alessandra Spranzi e Cosima Von Bonin. Altrettanto importante è stato l’interesse per le questioni ecologiste, con collaborazioni con Mark Dion, Willie Doherty e Olafur Eliasson, e per la promozione di un’arte sempre più orientata sul fronte sociale, attraverso il sostegno alle ricerche di figure quali Lovett-Codagnone, Renee Green, Mike Kelley e Rirkrit Tiravanija.
Nel corso di pochi anni, Emi Fontana ha così instaurato importanti relazioni con artisti e colleghi che hanno profondamente segnato il panorama culturale degli anni Novanta e Duemila, rivestendo un ruolo cruciale nell’affermazione dell’arte contemporanea italiana sulla scena globale e consolidando Milano come luogo privilegiato per la presentazione di artisti di rilevanza internazionale. Nel 2009, dopo la chiusura della galleria, ha intrapreso un nuovo percorso come direttrice artistica del progetto West of Rome, in California, con cui ha realizzato mostre site-specific in spazi sempre diversi, superando definitivamente i confini fisici della galleria.