SPAZI ATTI / FITTING SPACES
12.11.2004 - 20.02.2005
spazi atti

Il programma espositivo del Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nell’autunno 2004 ha proseguito con una mostra collettiva dal titolo SPAZI ATTI / FITTING SPACES: 7 artisti italiani alle prese con la trasformazione dei luoghi.
La mostra è stata curata da Jean-Hubert Martin e Roberto Pinto e proponeva opere di Mario Airò - Massimo Bartolini - Loris Cecchini - Alberto Garutti - Marzia Migliora (con la collaborazione di Riccardo Mazza) - Luca Pancrazzi - Patrick Tuttofuoco, sette artisti che, in questi ultimi anni, hanno lavorato intorno al concetto di spazio sensibile, da fruire mediante i sensi, da vivere e abitare. Nell’esposizione si tiene conto di differenti approcci a questo aspetto della ricerca e vengono realizzate installazioni ad hoc che riflettono il modo di costruire la percezione dello spazio e dei luoghi ed interagiscono con la struttura espositiva. Il PAC ha visto pertanto alternarsi spazi reali, risultato di vere e proprie costruzioni ideate dagli artisti trasformando gli ambienti preesistenti, a spazi virtuali creati con luci suoni e odori.

 

Esiste ormai una lunga tradizione artistica che, mettendo da parte la rappresentazione della realtà, impegna direttamente l’artista nella trasformazione della spazio che lo circonda. Tutte le esperienze di contaminazione tra arte e architettura, presenti quasi in ogni epoca storica, hanno concorso a formare questa tradizione. Ma se ci si sofferma soltanto in ambito contemporaneo si possono trovare radici molto precise nel lavoro di Lucio Fontana che con forme e luci trasforma gli spazi di gallerie e musei dando vita ai suoi ambienti spaziali.
Se poi si ragiona su Milano, non si può non rilevare come questa città abbia costruito gran parte della sua riconoscibilità internazionale su un’idea precisa di ‘immagine’ dovuta alla combinazione di sapienza artigianale/industriale e di raffinata capacità estetica. Questa combinazione si declina in diversi ambiti, dalla moda al design (e per certi aspetti anche nella pubblicità e nell’editoria) partendo dalla relazione che l’uomo ha con il proprio ambiente spaziale, per riprendere le parole di Lucio Fontana, relazione che si esplicita costruendo quella pellicola che ci protegge e ci rappresenta e che consiste negli abiti che indossiamo, in tutti quegli oggetti e forme con cui riempiamo i luoghi dove viviamo e che ci rendono più confortevole, piacevole e culturalmente ricca la vita.
Anche dal punto di vista architettonico questa città ha un’apparenza di grande uniformità: pur esistendo architetture di differenti tipologie o stili ed epoche storiche distanti tra loro, c’è un certo senso dell’ordine e una tonalità di fondo che amalgamano il paesaggio intorno a noi. Si può inoltre notare la tendenza a rendere più accogliente l’interno, la corte, piuttosto che l’esterno.
Alcuni tra i più interessanti artisti italiani, soprattutto quelli che gravitano intorno alla città lombarda, hanno approfondito e sviluppato la ricerca su questi concetti di spazio sensibile e la mostra allestita al PAC intendeva testimoniarne il lavoro.
C’è stata, inoltre, una sezione dedicata ad alcuni progetti degli stessi artisti presenti in mostra, sempre sul tema della trasformazione dello spazio. Un video a cura di Mario Gorni ha documentato il backstage della mostra con interviste agli artisti.

 

L’esposizione è stata accompagnata da un catalogo con testi in italiano e inglese, contenente un’introduzione del curatore, un testo di Jean-Hubert Martin e i saggi di sette diversi autori: Lorenzo Bruni (per Mario Airò); William S. Wilson (per Massimo Bartolini); Gianfranco Maraniello (per Loris Cecchini); Carlos Basualdo (per Alberto Garutti); Emanuela De Cecco (per Marzia Migliora); Elio Grazioli (per Luca Pancrazzi ); Gyonata Bonvicini (per Patrick Tuttofuoco).

 

In occasione della mostra la Sezione Didattica del PAC ha organizzato OcchiOrecchiOlfatto, iniziative realizzate con il sostegno del Gruppo COOP Lombardia. In aggiunta la rassegna PACinConcerto con 4 appuntamenti fra arte e musica contemporanea, e l’iniziativa Domenica out, 7.

 

La mostra è realizzata con il sostegno di TOD’S e Motorola. Media sponsor: Metro Pubblicità.
Comunicato dell'Assessore alla Cultura e Musei, Salvatore Carrubba.

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