Dalla cultura hip hop alla generazione ‘pop up’
Street Art, Sweet Art
08.03 - 25.04.2007
street art

Un’arte che ha le sue radici nel writing storico e nell’estetica della bomboletta spray, ma che si nutre anche di idee nuove e di nuove forme di comunicazione diffusa, delle tecniche di “guerrilla marketing” come dei linguaggi e delle tecniche più nuove, dagli stickers agli stencil alle tante forme di “disordine urbano” presenti ormai ovunque nelle città di oggi.

 

Una generazione di artisti sospesa tra cultura hip-hop e iper-pop abituata ad applicare la propria creatività nelle pubblicità, sulle copertine di dischi, sui manifesti, nelle strade e nell’abbigliamento.

 

La mostra, curata da Alessandro Riva, ha riunito artisti appartenenti alla generazione dei writers italiani, come Atomo, Airone, KayOne, Rendo, Mambo, Led, Basik, ciascuno dei quali ha elaborato, col tempo, un linguaggio fortemente originale: chi con un’evoluzione in senso plastico, come Joys e la coppia Dado e Stefy; chi con un’attitudine strettamente figurativa, come Marco Teatro, Eron,Wany; e chi ha finito per raggiungere inedite forme di astrazione, come Pho, Rae Martini, Cano. Altri artisti, invece, come Microbo, Bo 130, Blu, Ericailcane, Ozmo, Abbominevole, sono da considerarsi i protagonisti di punta della nuova ondata di street artists (molti dei quali sono entrati a pieno titolo nel sistema dell’arte “ufficiale”, pur continuando a lavorare attivamente anche in strada), con l’utilizzo dei media più diversi e con un’attività che non si limita al solo territorio italiano, ma tocca molte manifestazioni e festival internazionali. Molti di questi sono facilmente riconoscibili per il pubblico delle nostre città: da Pao (l’artista dei “panettoni-pinguino”), a Pus (l’artista degli scarafaggi), a Bros (salito alle cronache per l’autointitolazione della “via Bros - artista contemporaneo”), a Ivan il “poeta di strada” (“Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”), a Tv Boy (l’artista del bambino con la testa-televisore), per continuare con Sonda, Aris, Sea, Dem, Nais, Gatto.

 

A fine esposizione, alcune opere sono state battute all’asta dalla Porro & C., importante casa d’aste milanese che per la prima volta pone la propria esperienza a sostegno di questa “particolare” arte contemporanea.

 

Inoltre, è stato allestito un omaggio all’artista Professor Bad Trip considerato uno dei protagonisti più ironici, irriverenti e dissacranti della cultura underground italiana.

 

Una sezione a parte della mostra è stata dedicata a un giocoso Bazaar Pop Up, a cura di Novamusa e Lem Art Group, che riuniva oggetti, gadget, accessori, capi d’abbigliamento “griffati” e creati dagli artisti un po’ in tutto il mondo, a testimoniare l’incessante ricerca di nuove forme di comunicazione diffusa dell’arte contemporanea, fuori dagli schemi tradizionali del circuito ristretto gallerie-musei-riviste d’arte. Come “introduzione” al Bazaar, una sala dedicata a The Don Collection, la più ampia collezione italiana di Toys (oltre 400) riuniti da The Don, a sua volta street artist, legato alla scena underground internazionale; qui è stata presentata anche una selezione di tavole originali del volume IZASTIKUP, realizzato dallo stesso Don con BO130 e Microbo.

 

Completò la mostra un'area video a cura del gruppo Manufatti Audiovisivi, con il supporto tecnico di Fnac, in cui veniva presentato in anteprima il documentario Street Art, Sweet Art - diretto da Silvia Orazi e Davide Pernicano - che approfondiva la poetica di molti degli artisti presenti e rappresentava la memoria visiva dell’evento.

 

Le opere in mostra sono state realizzate con colori Maimeri.

 

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