In esclusiva per Milano la prima personale dell'artista cinese contemporaneo in un’istituzione pubblica italiana. La mostra ha ripercorso l’intera ricerca artistica di Zhang Huan riunendo 42 opere provenienti da importanti collezioni internazionali: dalle sue performance di inizio anni Novanta alle sue più recenti opere realizzate con la cenere, pezzi tra i più significativi della sua intera produzione artistica.
 
«Ashman» ha affermato Zhang Huan prima della mostra «è l'eroe che porto nel cuore, la personificazione di molti desideri e anime molteplici. Ashman sogna, sostiene la giustizia, definisce un nuovo ordine internazionale, persegue la pace per sconfiggere la guerra terroristica, interagisce con la Terra in maniera ecosostenibile, rende l'umanità più pacifica, più libera. Porterà a Milano una profonda, universale, armonia per l'umanità».
 
Il percorso della mostra rifletteva sul tema della spiritualità, tema centrale nella poetica e nella vita di questo protagonista della scena artistica contemporanea internazionale.
Le sue opere prendono vita dall’intrinseco legame tra pratiche spirituali buddhiste ed alcune tecniche tradizionali cinesi, fonti iconografiche e culturali da cui l’artista prende ispirazione, unite ad una estrema versatilità espressiva, propria della contemporaneità. Performance, fotografia, scultura, video, pittura sono in Zhang Huan strumenti per recuperare le proprie radici e le tradizioni della cultura cinese, esprimendo un rapporto intimo con il passato, con la natura, con la storia e con se stesso. Nelle opere di Zhang Huan si ritrovano le antiche tecniche dell’intaglio e della calligrafia, la pratica religiosa di bruciare l’incenso, la scultura in ferro battuto, la raffigurazione di Buddha e di parti sacre del suo corpo, la riproduzione fedele della natura, l’iconografia popolare di propaganda Comunista.
 
Tre sculture di grande dimensioni – Buddha Hand, Peace 1 nel cortile esterno del PAC e Berlin Buddha – hanno segnalato la centralità e l’importanza del Buddhismo nella ricerca di Zhang Huan e il suo forte legame con l’iconografia sacra tradizionale. L’affascinante installazione Berlin Buddha, un grande Buddha in cenere collocato di fronte al suo calco in alluminio (al PAC esposto per la prima volta in un’istituzione pubblica) rappresenta il più imponente impiego “scultoreo” della cenere, derivata dalla combustione dell’incenso bruciato nei templi e successivamente raccolto in diversi luoghi di preghiera intorno a Shanghai. L’enorme figura di Buddha in cenere si sgretolava lentamente con il trascorrere della mostra, la scultura si decomponeva pian piano a seconda del contesto circostante: i tremolii del terreno, piccoli spostamenti d’aria, il passaggio di visitatori modificano l’opera fino a far interamente cadere a terra la cenere.
 
La mostra ha presentato alcuni tra i più significativi Ash paintings di soggetti diversi – ritratti, scene militari, bandiere, teschi – realizzati con la cenere d’incenso, una palette di sfumature dal bianco al nero che Zhang Huan ha utilizzato come un vero e proprio colore. L’importanza di questo medium risiede nel potere lirico e spirituale di questa “polvere”, resti di un atto di devozione fortemente radicato nella cultura cinese, segno di preghiera e di speranza. Il fascino poetico dell’incenso amplifica la carica emozionale dei dipinti, riportando alla luce ricordi personali e collettivi, come in Samsara, Zhong-Shan-Suit, Winter Night, Felicity No. 5 e i due ritratti di Mao (Mao Portrait No. 1 e Mao Portrait No. 2).
 
BIOGRAFIA | Zhang Huan è nato nel 1965 a An Yang City, provincia di Henan, Cina; ha vissuto dal 1998 al 2005 a New York, per trasferirsi nel 2006 a Shanghai, dove attualmente vive e lavora. Le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei al mondo, come The Museum of Modern Art, Salomon R. Guggenheim Museum e il Metropolitan Museum a New York; lo S.M.A.K. Museum a Gent, Belgio; il Centre Georges Pompidou a Parigi; l’Hara Museum of Contemporary Art di Tokyo e l’Israel Museum di Gerusalemme. Tra le principali esposizioni, ricordiamo la mostra Altered States, Asia Society, New York, 2007, allestita l’anno successivo al Vancouver Art Gallery, Vancouver e la recente prima personale cinese Dawn of Time, Shanghai Art Museum, 2010.