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IL BUCO by Michelangelo Frammartino

In occasione di “PERFORMING PAC. Take me to the place I love” Michelangelo Frammartino introduce la proiezione del suo film Il Buco.

 

Un viaggio affascinante e avventuroso di una squadra di giovanissimi speleologi che nell’autunno del 1961 lascia un nord in pieno boom economico e intraprende una campagna nel meridione rurale, fino all’entroterra calabrese del Pollino, dove scoprono una delle grotte più profonde del mondo – l’Abisso del Bifurto – sorvegliata solo da un vecchio pastore, vero custode e memoria di un territorio aspro e incontaminato. 

 

Il buco, ovvero la grotta, parla del rapporto profondo con una terra a tratti ostile e di una conquista “invisibile”: quella del gruppo di speleologi, quasi sconosciuta, e quella del regista, che a sua volta si confronta con la sfida di girare in un contesto privo di luce

 

Il film è vincitore del Premio speciale della giuria alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

ANOTHER DAY by Barbara and Ale

In occasione di “PERFORMING PAC. Take me to the place I love”  Barbara and Ale presentano il lavoro video Another day (2020), commissionato e prodotto dal PAC al duo di artisti nel 2020 in occasione della XVI edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani).

 

Il lavoro è ambientato in una cava sotterranea nella zona dei Colli Berici, dove i due artisti portano in scena un confronto tra la voce di Alda Caiello e le percussioni di Elio Marchesini, all’interno di un luogo naturale, scavato e ricostruito dall’uomo al fine di uno sfruttamento della materia minerale per scopi produttivi e industriali.

 

I due protagonisti si muovono liberamente nello spazio, delineandone il perimetro, e si confrontano e al contempo scontrano tra di loro nel buio più assoluto, a esclusione di piccole torce frontali, che a tratti rivelano l’ambiente e a tratti i protagonisti stessi, creando netti conflitti tra luce ed ombra.

 

Barbara and Ale, Another day, 2020. Trailer. Courtesy gli artisti e PAC Padiglione d’Arte Contemporanea

 

A seguire, viene messa in scena da Elio Marchesini e l’ensemble Pozzi Sonori – della Civica Scuola di Musica Antonia Pozzi di Corsico – il brano In C di Terry Riley, accompagnato dalla proiezione del nuovo video Ecolalie (2022) della coppia di artisti realizzato per l’occasione.

In C può essere considerato una sorta di manifesto del pensiero minimalista, completamente svincolato da tutte le logiche tecniche e virtuosistiche. Il titolo enfatizza il ruolo cardine della nota do (C) su cui girano 53 particelle ritmico-melodiche eseguite con pochissime e semplici regole, prima tra tutte la ripetizione, l’ecolalia.

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Formazione Pozzi Sonori:

Elio Marchesini, Renato Taddeo, Alberto Dipace, Marta Caracci, Melanie Remaud, Matilde Biroli, Stefano Giudice, Federico Cipriotti, Alberto Macciola, Michele Rashid Spadaro, Matteo Marri, Andrea Bellini

QUO VADIS, AIDA?

Cineteca Milano MEET (ex Spazio Oberdan) ospita un talk con Diego Sileo, curatore della mostra di Tania Bruguera, che precede la proiezione del film QUO VADIS AIDA? della regista Jasmila Zbanic (2020): ispirandosi a una storia vera, realizza un dramma incalzante con protagonista Aida, un’interprete che lavora per l’ONU e che fa di tutto per salvare la sua famiglia e la sua gente dagli aguzzini dell’esercito invasore serbo con un coraggio che sarà difficile dimenticare.

Il film, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, è candidato all’Oscar come Miglior Film Internazionale per la Bosnia ed Erzegovina.

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📍 Cineteca Milano 𝗠𝗘𝗘𝗧
MEET Digital Culture Center
Viale Vittorio Veneto 2 , Milano Porta Venezia

 

Ingresso ridotto € 3 per chi si presenta in cassa con il biglietto mostra PAC.
Conservando il biglietto del film si accede alla mostra con biglietto ridotto € 4,00.
Si accede alla sala solo con GreenPass rafforzato digitale o cartaceo e indossando mascherina Ffp2.

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

Una proiezione speciale in occasione della Giornata della Memoria: la versione inedita e integrale del making of dell’opera The poor treatment of migrants today will be our dishonor tomorrow – una bandiera europea in velluto alta 4 metri – ideata dall’artista per il PAC e realizzata grazie alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti (ANED). Il video documenta racconti e testimonianze di alcuni sopravvissuti e discendenti di deportati nella Seconda Guerra Mondiale, durante le sessioni che li hanno visti riunirsi al PAC per cucire il filo spinato che unisce le stelle della grande bandiera esposta. La proiezione sarà preceduta da un collegamento con l’artista Tania Bruguera, in dialogo con il curatore della mostra Diego Sileo, alcuni esponenti associazione ANED e altri ospiti.

↓ Guarda il trailer ↓

 

TRAPEZIA by Daniele Costa

 

Con due appuntamenti speciali a gennaio, il lavoro di Daniele Costa e il libro Casa Azul di Giulia Iacolutti, il PAC prosegue a raccontare le identità possibili attraverso lo sguardo degli artisti, perché le differenze siano un valore aggiunto e non un ostacolo.

 

L’opera TRAPEZIA di Daniele Costa – vincitore dell’edizione 2021 di Lydia!, premio annuale dedicato all’arte italiana emergente di Fondazione Il Lazzaretto di Milano – sarà presentato al PAC con uno screening e una live performance de La Trape, che lavorerà sul rapporto e il confine tra il vero e il falso, tra il teatro e la performance.

 

Il lavoro ruota attorno alla figura di Trapezia Stroppia – La Trape, drag queen del Toilet Club di Milano, performer, artista, “ragazza di Porta Venezia” e manifestazione altra di Aurelio, laureato in comunicazione e didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Durante la pandemia, a partire dal primo lockdown, la Trape ha dato vita a una serie di video e dirette sul suo profilo Instagram esibendosi all’interno della sua abitazione privata, nella sua stanza, e lavorando al limite tra la performance drag e la parodia dei tutorial.
Andando a ridefinire non solo i luoghi di espressione del proprio lavoro (dal club alla sua casa), ma anche i ruoli e i rapporti relazionali in gioco in un’economia postmediale, Trapezia si muove tra tensioni antitetiche, in bilico tra pulsioni espressive e performative che si rivolgono verso l’esterno e la necessità di proteggere – e rivendicare – la propria vulnerabilità.

 

Daniele Costa (Castelfranco Veneto, 1992) inizia la pratica artistica nel 2014 dedicandosi prevalentemente al video. Dopo la laurea di primo livello in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo all’Università di Padova, completa gli studi in Arti Visive nel 2017 presso l’Università IUAV di Venezia. La sua ricerca si focalizza sulla conoscenza del corpo umano in due direzioni di introspezione personale. Da una parte il funzionamento interno del corpo umano, basata su approfondimenti medico-scientifici, dall’altra la singolarità umana, la conoscenza dell’individuo in rapporto alla sua storia, al suo mondo e alla sua persona. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali MAXXI Roma, Fondazione Spinola Banna e GAM Torino, National Gallery of Art Tirana (AL), House of King Peter I Belgrado (RS), Museo di Arte Contemporanea di Salonicco (SKG), Artevisione Careof e Sky Arte (Milano), Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia).

Another day

 

Sabato 5 dicembre torna la Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT e in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che da sedici anni coinvolge musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese.

La sedicesima edizione propone un formato ibrido, che prevede proposte online e offline e un’immagine guida composta dalle opere di 20 artisti italiani, scelti da altrettanti musei AMACI, per raccontare la rete di associati e riflettere sul senso di community, concetto da sempre al centro della manifestazione.

 

Per questa nuova edizione il PAC, socio fondatore dell’associazione, ha risposto commissionando al duo Barbara and Ale il nuovo lavoro Another day, 2020 pensato per questa occasione. 

 

Barbara and Ale, Another day, 2020. Trailer. Courtesy gli artisti e PAC Padiglione d’Arte Contemporanea

Il lavoro esplora il concetto di contatto tra diverse comunità, lavorando sulle dinamiche di relazione tra due gruppi di individui che si sfidano. Ambientato nelle cave sotterranee di Grassi Pietre nei Colli Berici, il video mette in scena una battle tra timpani e voci. Un luogo creato e disegnato dall’uomo li mette a confronto con spazi, ampiezze, estensioni, vuoti, pieni, distanze, vastità, limitazioni. Cosa succede quando le relazioni non vengono controllate, ma si interferisce con esse?

 

I musicisti, Alda Caiello voce ed Elio Marchesini percussioni, indossando delle torce, disegnano il perimetro del luogo mentre si sfidano non solo tra loro, ma anche con la cava stessa.

 

La Giornata del Contemporaneo si avvale del sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT, della collaborazione della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI e del patrocinio di Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Camera dei Deputati, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, UPI – Unione Province d’Italia, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani e ICOM Italia.

HEART OF A DOG

Un film-saggio, un film-diario, un film-canzone in cui Laurie Anderson compie un viaggio solo in apparenza personale, atto a esplorare temi universali quali l’amore, la morte e il linguaggio. Il punto di partenza di quest’opera è la volontà di rendere omaggio al suo amato cane Lolabelle, morto nel 2011; altri lutti importanti per lei si delineeranno nel corso del racconto, quali quello per la madre e per il marito Lou Reed. L’artista, con la sua voce, intreccia infatti ricordi d’infanzia, video diari, ma anche riflessioni filosofiche e politiche, tributi agli artisti, scrittori, musicisti e pensatori che sono stati per lei fonte d’ispirazione. Il filo conduttore di tutto questo è quello che in occidente viene chiamato il Libro tibetano dei morti, in cui troviamo la descrizione di cosa accade “tra” la morte e una successiva reincarnazione, cioè cosa significhi “vivere in quell’intervallo in cui tutto finisce e l’attimo in cui tutto ha inizio”. Il linguaggio visivo che la performer americana decide di utilizzare spazia tra animazione, filmati in 8mm della sua infanzia, immagini stratificate e grafica in movimento ad alta velocità, sottolineate dalla musica realizzata dalla stessa regista.

 

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Durata: 1 ora e mezza
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

TERROR NULLIUS

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Il PAC approda sul grande schermo al MIC di Milano presentando in anteprima nazionale TERROR NULLIUS, film del duo australiano Soda_Jerk.
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In parte satira politica, in parte documentario revisionista, TERROR NULLIUS (2018) è un film del duo Soda_Jerk che offre una rilettura, politica e polemica, delle principali mitologie nazionali australiane. A partire dal titolo, che allude alla dottrina della Terra Nullius, su cui si basava l’erroneo presupposto che il continente fosse disabitato e quindi dopo la sua “scoperta” nel 1770, disponibile ad essere colonizzato dalla Gran Bretagna. TERROR NULLIUS unisce impulso documentario e stimoli eco-horror, spezzoni di celebri road movie e atmosfere lisergiche. Un cut-up di fonti diverse, sapientemente rielaborate in un montaggio provocatorio che mixa scene di alcuni fra i film australiani più iconici, da Mad Max 2 (1981) a Priscilla, la regina del deserto (1994), con spezzoni legati alla recente storia politica australiana. Una satira caustica ed irridente che ha suscitato, alla sua presentazione, molto clamore in Australia.
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Soda_Jerk è un collettivo artistico fondato dalle sorelle Danielle e Dominique Angeloro a Sydney nel 2002 e che risiede a New York dal 2012. La ricerca di Soda_Jerk indaga la politica delle immagini, il loro potere evocativo, legato a processi di circolazione e rimozione. Lavorano prevalentemente con il video, ma i loro progetti possono assumere anche la forma di testi, manifesti e conferenze- performance.
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Alla proiezione saranno presenti le artiste
 
Questo progetto è stato realizzato grazie al contributo del governo australiano attraverso l’Australia Council for the Arts, il suo organo di finanziamento e consulenza per le arti
 

HOTEL ROMA – RITRATTO DI UN AMICO

Cesare Viel presenta, insieme al regista Gianfranco Barberi, il film Hotel Roma sulla vicenda di una sua lecture-performance dedicata a Cesare Pavese.
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Azione in una stanza, la numero 346 dell’Hotel Roma a Torino, dove Cesare Pavese si tolse la vita nell’agosto 1950. Cesare Viel voleva leggere proprio in quella camera alcuni brani del testo “Ritratto d’un amico” che Natalia Ginzburg scrisse per l’amico scomparso, ma non fu possibile. Il giorno prima uscì su “La Stampa” un articolo che attaccò il progetto e l’hotel ritirò il consenso all’utilizzo della stanza, prima concesso.
Il video Hotel Roma – Ritratto di un amico, per la regia di Gianfranco Barberi, mostra il farsi e il disfarsi del progetto, ed è stato presentato nel 2000 alla XVIII edizione del “Torino Film Festival”.
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Durata film: 34 min

VIDEO, IDENTITÀ E GENERE

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Da venerdì 1 a domenica 3 marzo dalle 14 alle 21 continuativamente è possibile vedere 5 VIDEO di artisti contemporanei che hanno lavorato sul concetto di identità e genere:

Protagoniste di Economy of Love (2016) – seconda parte del documentario sperimentale Night Soil di Melanie Bonajo sono donne lavoratrici di Brooklyn che raccontano la ricerca del desiderio e del piacere femminile.

Nel video ILLUSIONS Vol.II, OEDIPUS (2018), invece, l’artista Grada Kilomba esplora attraverso immagini, storytelling e musica il mito di Edipo, la tensione tra padre e figlio e il ruolo del destino.

In FOR YOU (2003) di Lovett/Codagnone il duo artistico si ricollega alla natura conflittuale e clandestina del tango, nella alla sua versione più antica, e ne estrapola una posa per mettere in scena i rapporti di potere all’interno di una coppia.

Con l’opera video Habla (2008) Cristina Lucas si confronta invece con archetipi, istituzione ecclesiastica e mitologia distruggendo a colpi di martello un’enorme statua di Mosé.

Nel video La Batalla de México (2004) dell’artista Javier Téllez, i pazienti di un ospedale psichiatrico di Città del Messico prendono possesso della struttura emulando l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Martina Melilli. Mum, I’m sorry

a cura di Chiara Agnello

 

In occasione della mostra personale di Teresa Margolles YA BASTA HIJOS DE PUTA, a cura di Diego Sileo, il PAC ospita nella project room un focus sull’opera video Mum, I’m sorry (2017) della giovane artista Martina Melilli, invitata dall’istituzione milanese per affinità tematiche e rimandi con l’opera di Margolles.

 

 

Mum, I’m sorry, a cura di Chiara Agnello,  è un progetto di grande sensibilità sul fenomeno migratorio. Nato dal dialogo fra Martina Melilli e alcuni migranti sopravvissuti al lungo viaggio verso nuove terre, si arricchisce nel confronto con il lavoro della dottoressa Cristina Cattaneo, anatomopatologa e antropologa forense. Con uno sguardo ravvicinato, scandaglia dettagli di storie e di affetti, quel che resta di cose appartenute a corpi senza vita, pochi frammenti di oggetti scelti come essenziali, come “casa” da portare in un viaggio senza ritorno. Orologi, anelli, foto, pezzi di carta e numeri annotati suggeriscono un vissuto e speranze di nuove prospettive.

 

 

La sua ricerca è orientata nella direzione segnata dall’artista messicana Teresa Margolles, vincitrice del Prince Claus Award 2012 e scelta per rappresentare il Messico nella 53esima
Biennale di Venezia nel 2009. Con le sue 14 installazioni al PAC, Margolles esplora gli scomodi temi della morte, dell’ingiustizia sociale, dell’odio di genere, della marginalità e della corruzione generando una tensione costante tra orrore e bellezza. Studiando a fondo le dinamiche scaturite dalla violenza e le conseguenze che la paura ha prodotto nella società, Margolles preleva dagli scenari violenti elementi di vita e li trasforma in narrazioni trasportandoli negli spazi espositivi.

 

 

Analogamente l’opera di Martina Melilli, piena di rispetto e dignità verso la vita e l’essere umano, si allontana da una dimensione numerica, di massa e astratta, per portare la narrazione su un piano individuale e intimo, dove semplici “prove giudiziarie” vanno a creare un archivio di memorie. Mum, I’m sorry nasce nell’ambito di ArteVisione 2017, un progetto di Careof e Sky Academy, in collaborazione con Sky Arte HD e in partnership con il Museo del Novecento a sostegno della scena artistica italiana.

 

 

Attraverso un bando nazionale, ArteVisione offre un premio per la produzione di un’opera video e un percorso di formazione con professionisti del settore audiovisivo e visiting professor di fama internazionale. Omer Fast è stato il protagonista dell’edizione 2017 focalizzata sul tema Memoria e Identità.L’opera prodotta, trasmessa in onda in prima visione su Sky Arte HD, sarà presentata presso i Musei partner del progetto: MADRE di Napoli, MAXXI di Roma, Mart di Trento e Rovereto e Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova.

 

 

Il 5 e 19 aprile 2018 (ore 19-22), i contenuti di Mum, I’m sorry saranno approfonditi nell’ambito di due workshop aperti al pubblico, incentrati sul valore degli oggetti e sul loro potere narrative e realizzati al PAC a seguito di una visita guida alla mostra di Teresa Margolles. Nel corso dei due appuntamenti, gli oggetti saranno il centro di un’interrogazione e di una narrazione, tanto individuale quanto condivisa, per essere poi schedati e esposti. Al termine della mostra verranno restituiti ai proprietari, accompagnati dalle tracce del loro passaggio.

 

 


Martina Melilli (Piove di Sacco, Padova, 1987) è un’artista visiva e filmmaker. Laureata in Arti Visive allo IUAV di Venezia, ha approfondito gli studi in Cinema Documentario e Sperimentale alla LUCA School of Arts di Bruxelles. La sua ricerca, connotata da un approccio antropologico e documentario, indaga la rappresentazione dell’immaginario individuale e collettivo legato alla memoria, alla Storia e alla realtà; la relazione tra l’individuo e lo spazio del vissuto; il rapporto tra l’intimo e l’universale. La collaborazione e il collettivo sono le forme di lavoro che preferisce, avvalendosi dell’apporto di esperti dei temi affrontati. Gli archivi e le collezioni sono per lei fonte d’ispirazione, materiale di lavoro e sperimentazione.
Prossimamente in uscita, My home, in Libya è il suo primo documentario di creazione prodotto da Stefilm International, ZDF/ARTE, RaiCinema, sostenuto dal MiBACT e da una borsa di sviluppo del Premio Solinas.

SQUASH AND STRETCH _ IL MALATINO

Il PAC propone una lecture di Diego Marcon aperta a studenti d’arte, di cinema e a curiosi. In dialogo e confronto aperto con il pubblico, l’incontro sarà un’occasione per approfondire il lavoro dell’artista e precederà la presentazione negli spazi del PAC della sua opera Il malatino.

 

 

ORE 16-18

SQUASH and STRETCH Lecture con l’artista Diego Marcon

L’artista parlerà del suo lavoro, a partire dai primi video a carattere documentario per arrivare agli ultimi film, concentrandosi in particolare modo sulle tecniche e i processi con cui sono stati realizzati questi ultimi: il lavoro con la pellicola 16 e 35 mm, l’animazione tradizionale, quella sperimentale e CGI.

 

ORE 18:30-20:30 

IL MALATINO

Presentazione dell’opera Il malatino  realizzata in occasione di Museo chiama artista, progetto promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MiBACT e AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani a cura di Diego Sileo.

 

Diego Marcon si diploma in video editing alla Scuola Civica di Cinema, Televisione e Nuovi Media di Milano nel 2006 e nel 2012 si laurea in Arti Visive e dello Spettacolo all’Università IUAV di Venezia.

I suoi lavori sono stati proiettati in film festival in Italia e all’estero e sono stati esposti in spazi quali: Whitechapel Gallery (Londra, UK), Fondation d’entreprise Ricard (Parigi, FR), Centre international d’art et du passate (Île de Vassivière, FR), Artspace (Auckland, NZ), Matadero (Madrid, E), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, IT), Museo Villa Croce (Genova, IT), Museion (Bolzano, IT), Gasconade e Careof (Milano, IT).

È fra i finalisti del Premio MAXXI BVLGARI 2018 e in luglio inaugurerà alla Triennale di Milano la sua prima mostra personale in una istituzione.

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti

IL CINEMOBILE

In occasione dell’apertura della mostra AFRICA Raccontare un mondo nei giorni 7 e 8 luglio è possibile visitare nel cortile del PAC il Cinemobile, normalmente esposto al MIC – Museo Interattivo del Cinema di Fondazione Cineteca Italiana, e assistere a due proiezioni di film africani scelti dall’archivio del COE Centro Orientamento Educativo di Milano, recentemente depositato presso Fondazione Cineteca Italiana.

 

PROIEZIONI

 

venerdì 7 luglio ore 22:00  Le Franc (D. Diop Mambety, Senegal, 1993, 45’)

sabato 8 luglio ore 22:00 La Petite vendeuse de soleil (D. Diop Mambety, Senegal, 1999, 45’).

 

Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti.

 

Speciale mostra: nelle serate di proiezione è possibile visitare la mostra AFRICA Raccontare un mondo dalle ore 19:00 con ingresso ridotto speciale € 4

WILLIAM KENTRIDGE, TRIUMPHS AND LAMENTS

Noto per le sue animazioni, per i suoi disegni e per le opere teatrali, negli ultimi 12 anni l’artista sudafricano William Kentridge ha lavorato a “Triumphs and Laments”, il suo tributo colossale alla storia di Roma. Un fregio lungo 550 metri, composto da 90 icone alte 10 metri, che appare sulle sponde del fiume Tevere e rappresenta le glorie, i trionfi e le sconfitte della città eterna: dall’assassinio di Remo a Pasolini, da Bernini alla Dolce Vita, alla crisi dei rifugiati.

 

Due anni di riprese hanno seguito l’artista a Johannesburg e a Roma, fino ad arrivare alla performance inaugurale dell’opera. Il film documentario mette in connessione Triumphs and Laments e i temi fondamentali di Kentridge, come il rifiuto della discriminazione razziale e il complesso rapporto che esiste tra paesaggio e memoria.

 

Un film di Giovanni Troilo / Produzione TheOFFICE

Durata: 70′

Ingresso: gratuito previo acquisto del biglietto mostra speciale € 4

Prenotazione: non necessaria, ingresso fino ad esaurimento posti

IL CINEMOBILE

In occasione dell’apertura della mostra AFRICA Raccontare un mondo nei giorni 7 e 8 luglio è possibile visitare nel cortile del PAC il Cinemobile, normalmente esposto al MIC – Museo Interattivo del Cinema di Fondazione Cineteca Italiana, e assistere a due proiezioni di film africani scelti dall’archivio del COE Centro Orientamento Educativo di Milano, recentemente depositato presso Fondazione Cineteca Italiana.

 

PROIEZIONI

 

venerdì 7 luglio ore 22:00  Le Franc (D. Diop Mambety, Senegal, 1993, 45’)

sabato 8 luglio ore 22:00 La Petite vendeuse de soleil (D. Diop Mambety, Senegal, 1999, 45’).

 

Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti.

 

Speciale mostra: nelle serate di proiezione è possibile visitare la mostra AFRICA Raccontare un mondo dalle ore 19:00 con ingresso ridotto speciale € 4