Estate 2022: torna PERFORMING PAC, il format dedicato ad un tema attuale nell’ambito degli studi delle arti visive contemporanee. Una piattaforma aperta al pubblico che per questa nuova edizione indagherà il rapporto tra arte contemporanea e natura, sviluppato attraverso opere video, materiali d’archivio, interventi di artisti, critici e curatori che esplorano l’interazione tra paesaggio e immagine nella pratica e nella ricerca artistica contemporanea.
Come per ogni appuntamento di PERFORMING PAC, il punto di partenza è una mostra realizzata in passato dal PAC e quindi il protagonista non poteva non essere l’icona della land art Richard Long con la mostra a lui dedicata nel 2004 Richard Long – Jivya Soma Mashe. Un incontro in India, a cura di Hervé Perdriolle. Un progetto inedito e singolare che affiancava all’arte del maestro inglese le opere di Soma Mashe, membro della tribù indiana Warli. Artisti differenti tra loro ma accomunati dal rispetto e dalla sensibilità estremi nei confronti del paesaggio e della natura.
Il titolo di quest’anno richiama un’intervista a Long del 1 luglio 2003 pubblicata sulla rivista “The Art Newspaper”. Alla domanda sul criterio di scelta delle mete delle sue leggendarie camminate, l’artista rispose: “l’amore per un determinato luogo”; ma, più precisamente, Take me to the place I love strizza l’occhio alle parole di Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers nel celebre brano Under the Bridge, dove il cantante chiede “di essere portato nel luogo che ama”, la Los Angeles dei suoi affetti, per superare uno dei periodi più bui della sua vita.
Gli artisti invitati al PAC raccontano o ritraggono un luogo reale, metaforico, metafisico o immaginario tra fascinazioni, introspezioni e affondi critici, declinando in termini anche molto diversi la propria poetica, che riguarda temi come l’immersione nella natura, la memoria e le mitologie dei luoghi, il rapporto dell’uomo con l’ambiente, il clima e la politica.
Con la partecipazione di: Dorothy Cross, Lara Almarcegui, Marta Dell’Angelo, Ettore Favini e Antonio Rovaldi, Flatform, Richard Long, Francesco Simeti, Melanie Smith, Ilaria Abbiento.
Special events: Barbara and Ale, Michelangelo Frammartino.
a cura del Comitato Scientifico del PAC
Torna PERFORMING PAC – in una nuova veste tutta estiva – il format dedicato ad un tema attuale nell’ambito degli studi delle arti visive contemporanee. Una piattaforma aperta al pubblico che nel 2020 indaga il rapporto tra arte contemporanea e musica, sviluppato attraverso opere video, materiali d’archivio, interventi di artisti, critici e curatori che esplorano l’interazione tra suono e immagine nella pratica e nella ricerca artistica contemporanea.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso i lavori di 5 artisti che utilizzano suono e musica nella loro ricerca: Barbara and Ale, Jeremy Deller con Nick Abrahams, Pamela Diamante, Invernomuto e João Onofre.
Nella project room sarà possibile vedere una selezione di videoclip musicali diretti da sette tra i più importanti e visionari registi contemporanei – Anton Corbijn, Chris Cunningham, Jonathan Glazer, Michel Gondry, Spike Jonze, Mark Romanek, Stephane Sednaoui – raccontano le incursioni dell’arte nell’universo musicale pop e rock. Nel parterre sarà esposta l’installazione di Marie Cérisier, giovane artista di Roquebrune-Cap-Martin, che con Pile à CD (Pila di CD/ Pila da cedere) costruisce la sua memoria personale e immaginaria in un bilico “sonoro” regalandone un frammento al pubblico, tra “équilibre” e “déséquilibre”.
Madrina ideale è Laurie Anderson, icona dell’arte multimediale, a cui il PAC rende omaggio proiettando per la prima volta il video della performance realizzata nel 2003 dall’artista newyorkese proprio al PAC in occasione della sua antologica The Record of the Time a cura di Jean Hubert Martin e Thierry Raspail.
A luglio grazie alla collaborazione con la Cineteca Italiana, sarà proiettato nel cortile del PAC il lungometraggio Heart of a dog di Laurie Anderson (2015), la storia che ha incantato e commosso la stampa alla Mostra del Cinema di Venezia.
Barbara and Ale, The sky is falling, 2017
Jeremy Deller con Nick Abrahams, Our Hobby Is Depeche Mode, 2006
Pamela Diamante, GENERARE CORPI CELESTI – ESERCIZI DI STILE, 2020 (musica Marco Malasomma) e Note, 2017
Invernomuto, Vers l’Europa deserta, Terra Incognita, 2017
João Onofre, Untitled (N’en Finit Plus), 2010-11
 
Torna la 3 giorni annuale del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano dedicata ad un tema attuale nell’ambito degli studi delle arti visive contemporanee. Una piattaforma aperta non solo agli addetti ai lavori, ma anche al pubblico di non specialisti, lo stesso format che nel 2018 aveva portato il Padiglione a raccontare le arti performative.
Il tema scelto per il 2019 è quello dell’identità di genere, culturale, politica e sociale, che sarà sviluppato attraverso incontri, proiezioni, musica e live performance.
Dal 1 al 3 marzo 4 talk, 1 performance, 1 spettacolo teatrale, 5 opere video e 1 dj set analizzeranno il tema dell’identità nelle sue diverse declinazioni, con studiosi di fama internazionale, artisti, scrittori e curatori.
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PROGRAMMA
1-3.3
14:30 – 21:00
opere video di Melanie Bonajo, Grada Kilomba, Lovett/Codagnone, Cristina Lucas, Javier Téllez
1.3
ore 19 talk di Paul B. Preciado
2.3
ore 17 talk di Claire Fontaine
ore 19 performance di Tracey Rose
ore 22 dj set a cura di Le Cannibale
3.3
ore 17 talk di Francesco Ventrella
ore 19 talk di Francesca Alfano Miglietti, Sebastiano Mauri, Ariase Barretta
ore 22 performance site-specific Mio cuore io sto soffrendo. Cosa posso fare per te? di Antonio Marras
 
Torna la 3 giorni annuale del PAC di Milano dedicata a un tema attuale nell’ambito degli studi delle arti visive contemporanee. Una piattaforma aperta non solo agli addetti ai lavori, ma anche al pubblico di non specialisti, lo stesso format che nel 2017 aveva portato il Padiglione a indagare il restauro e la conservazione della street art a dieci anni dall’esperienza della mostra.
 
Il tema scelto per l’edizione 2018 è quello della performatività, espressione artistica che ha fortemente connotato la produzione del PAC negli ultimi quindici anni e che trova radici nella ricerca che il Padiglione ha iniziato negli anni ’80.
 
Il corpo, l’interazione attiva con lo spazio, il ruolo dell’artista nelle arti performative e l’evoluzione della funzione delle istituzioni nel promuoverle: come si racconta oggi il corpo nell’arte? Quali e quante sono le eredità raccolte da chi lavora con pratiche artistiche che oggi vengono definite performance?
 
Nel corso di tre serate il PAC analizza il tema della performance nelle sue diverse declinazioni con interventi di studiosi di fama internazionale — Susanne Franco, Lois Keidan e André Lepecki — affiancati a tre performance realizzate da artiste attive sia nell’ambito della performance, Dora Garcia e Paulien Oltheten, sia in quello della danza, Annamaria Ajmone e Cristina Kristal Rizzo.
 
Per la prima volta, inoltre, il PAC apre il suo archivio rileggendo due mostre che ha realizzato nel passato in omaggio a due artisti simbolo della performance: Vito Acconci e Gina Pane. Sono questi due flashback a riproporre i temi che avevano toccato il dibattito artistico dell’epoca, una rilettura non attraverso le opere, ma con documenti, fotografie, recensioni e corrispondenze provenienti dall’archivio storico del PAC — scandagliato per l’occasione dagli studenti del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano.
 
In mostra anche i video delle performance che il PAC ha prodotto negli anni, con artisti tra i quali Vanessa Beecroft, Marina Abramović, Santiago Sierra, i giovani artisti cubani e le nuove generazioni di artiste sudafricane. Chiude la 3 giorni un finissage con l’artista Marco Belfiore, che unisce videoproiezioni e musiche elettroniche dal vivo, e la collaborazione con Le Cannibale, che porta al PAC due tra i più interessanti dj e produttori italiani: Marco Shuttle e UABOS.