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CATTIVO SANGUE di Elena Di Cioccio

Il PAC ospita la presentazione del libro di Elena Di Cioccio Cattivo sangue (Antonio Vallardi Editore, 2023). Dialoga con l’autrice il curatore del PAC Diego Sileo.
Nella sua autobiografia, Elena Di Cioccio parla della propria vita lavorativa e privata, condividendo anche la sua esperienza di persona con HIV: la difficoltà di accettare la diagnosi, la paura di essere discriminata e poi la volontà, potente, di raccontare la propria storia, per sé stessa e per gli altri, sfidando stigma e pregiudizi.

 

«Ero giovane, abitavo con il mio fidanzato in una piccola casa sul Naviglio di Milano, avevo mille sogni nel cassetto e tutta una vita davanti. Ma una mattina mi sono svegliata senza sapere che da lì a poche ore la mia vita sarebbe cambiata per sempre.»
Cosa accade quando fama, carriera e successo si frantumano contro la diagnosi di una malattia incurabile? Quando è il tuo stesso sangue a segnarti con il marchio della vergogna?
Una testimonianza forte e senza reticenze, un’autobiografia che emoziona e scardina il tabù della malattia, mostrando che cosa succede quando le luci si spengono ma il buio, finalmente, smette di far paura.

 

Elena Di Cioccio è una nota attrice italiana dai molti talenti. Inizia appena ventenne come Vj su All Music e speaker radiofonica per le principali emittenti italiane quali RDS e Radio Deejay, e si fa conoscere dal grande pubblico come inviata nel programma Le Iene. Nel 2010 inizia a collaborare con LA7d, dove conduce il programma di successo La Mala EducaXXXion; nel 2011 arriva al cinema, prima con L’industriale poi con Poli opposti, e nel 2014 è la protagonista femminile del pluripremiato docu-film Ci vorrebbe un miracolo. Dopo l’esperienza sul grande schermo, torna nella fiction di Canale 5, prendendo parte alle serie Squadra mobile 1 e Squadra mobile 2 nei panni dell’ispettore Roberta Cruciani. Conduttrice televisiva per Sky e concorrente nei talent show Tale e Quale e Celebrity Masterchef, nel 2020 è di nuovo al cinema: è una delle protagoniste del film Quarantenni in salita, è la escort dell’horror Piove e la simpatica commessa in Il cacio con le pere, oltre a far parte del cast della serie Rai Nudes.  Nel 2024 entra nella squadra della serie internazionale inglese Signora Volpe, trasmessa in tutto il mondo (in Italia in onda su Sky), e della serie KOSTAS in onda su Rai1. Nel 2024 riprende anche la conduzione radiofonica nei week end di Rai Radio2 con il programma Tutti Nudi. Cattivo sangue è il suo primo libro.

LE RADICI  DELL’ORGOGLIO

In occasione di Milano Pride 2024, il PAC presenta il libro LE RADICI  DELL’ORGOGLIO. La storia del movimento e della comunità LGBTQIA+ in Italia. Vol.1: 1960-1972 di Giorgio Umberto Bozzo.
Dialogano con l’autore il curatore del PAC Diego Sileo e il poeta e saggista Luigi Cannillo e il professore associato di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi di Padova Giovanni Focardi.

 

La storia del movimento e della comunità LGBTQIA+ in Italia attraverso le testimonianze dirette di protagonisti e osservatori privilegiati del mondo dell’editoria, dell’arte, della società civile e il racconto di fatti e vicende di cronaca, politica, costume, spettacolo e società, con la volontà di recuperare una memoria storica collettiva e comunitaria prima che vada definitivamente perduta.
In questo primo volume (1958-1972), si ripercorre il decennio che ha preceduto la comparsa in Italia di una co- scienza di liberazione omosessuale e i primi due anni di vita del Fuori!, il movimento che si pone da subito con gioia rivoluzionaria in una posizione di critica e sfida alle strutture della società patriarcale ed eteronormativa. Il saggio è un tributo a tutti coloro che, non piegandosi alla menzogna e alla negazione, hanno intrapreso una lotta di liberazione e emancipazione impegnandosi non solo per se stessi, ma anche per tutti coloro che mai ne avrebbero avuto il coraggio.

 

BIO breve: Giorgio Umberto Bozzo (Rapallo, 1963) è un autore radiotelevisivo, drammaturgo, regista teatrale e produttore culturale. Per oltre trent’anni si è occupato di ricerca e di raccolta di testimonianze sulla storia sociale e politica del movimento e della comunità LGBTQIA+ del nostro paese.

 

INDIETRO NON SI TORNA

Monica J. Romano, attivista per i diritti LGBT+, Presidente onoraria dell’Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere (ACET) e vicepresidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano, presenta il suo libro Indietro non si torna.
Il suo racconto consente di ripercorrere il faticoso e tuttora incompiuto cammino dell’affermazione dei diritti civili delle persone LGBT+ in Italia, dagli anni ’70 a oggi. E ancora, assolve un compito fondamentale: quello di informare correttamente, di mettere ordine e precisione in un dibattito troppo spesso inquinato da falsità, preconcetti, posizioni strumentali.
Intervengono: l’autrice e Alessandro Zan, attivista della comunità LGBT+ e autore della prefazione del libro
Modera: Diego Sileo, curatore del PAC

 

Ingresso libero, senza prenotazione

ESERCIZI DI MEMORIA: VIETNAM, NARRAZIONI IN CONFLITTO

In occasione della Project Room Like Rain Falling from the Sky, un dialogo fra Giulia Zorzi, fondatrice di Micamera e il fotografo e artista visivo Nicola Bertasi, che presenta in anteprima l’omonimo libro Like Rain Falling from the Sky, edito da studiofaganel e disegnato da pupilla grafik.

 

” (…) La fotografia può essere arte e documento. Ha la capacità di raccontare e ricordare. Essere testimonianza e nello stesso tempo astrazione. Mettere insieme le fotografie per costruire una narrazione è qualcosa di molto simile all’elaborazione del ricordo. Per questo il mio lavoro nasce da un’osservazione: abbiamo un disperato bisogno di elaborare la memoria della guerra perché dobbiamo capirla. (…) “.

 

Al termine della presentazione, l’artista firmerà le copie del libro disponibili al bookshop.

 

La Project Room del PAC ruota attorno al dialogo tra storia e memoria. Attraverso una narrazione fotografica sensibile, poetica e personale della guerra in Vietnam, Bertasi presenta una cartografia visuale della memoria, dove dialogano passato e presente di un conflitto che ha marcato nel profondo i territori e i corpi vietnamiti.

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Ingresso libero, senza prenotazione

IL PAC NON DIMENTICA

In occasione della commemorazione della strage mafiosa di via Palestro del 1993, un talk tra il curatore del PAC Diego Sileo e il giornalista Marco Bova che partendo dal suo recente libro d’inchiesta Matteo Messina Denaro, latitante di Stato racconterà le varie tesi dell’attentato supportate anche da ulteriori elementi emersi recentemente.
 
“La Strage di via Palestro è ancora uno degli interrogativi aperti della stagione stragista degli anni novanta. E’ l’attentato di cui conosciamo meno dettagli e probabilmente non è una casualità. Indagini e processi non sono neppure riusciti a stabilire se il Pac fosse il vero obbiettivo di quell’autobomba, esplosa alle 23.14 del 27 luglio 1993. Un orario da ricordare a lungo, visto che secondo alcuni pentiti, l’esplosione, sarebbe dovuta avvenire a mezzanotte, in contemporanea con gli attentati alle chiese di Roma. Di certo, uno che potrebbe aggiungere alcuni dei tasselli mancanti è Matteo Messina Denaro, boss di Castelvetrano, l’unico dei registi di quella stagione, tuttora ricercato. La sua latitanza è un ricatto in fieri, ma si fatica ad ammetterlo. Lo Stato lo cerca da quella calda estate del 1993: il 27 luglio, quando esplose l’autobomba di via Palestro, era già un ricercato. Le sentenze hanno dimostrato il suo ruolo strategia stragista, avviata all’indomani della condanna definitiva per il Maxiprocesso a Cosa Nostra, ma il puzzle che si sta lentamente componendo restituisce un dietro le quinte ben più complesso. Anche la Strage di via Palestro, come altri momenti tragici di quegli anni, rientra tra le operazioni rivendicate dalla sigla Falange Armata, che a distanza di un trentennio – più che ad un’organizzazione terroristica – appare simile alle sembianze di un’operazione di intelligence. Una tesi supportata anche da ulteriori elementi emersi recentemente, come la testimonianza di un ex agente Cia, snocciolata nel libro ‘Educazione Americana’ di Fabrizio Gatti, poco acclamato dalla stampa mainstream, ma apprezzato dagli addetti ai lavori. Un testo in cui si raccontano di alcuni sopralluoghi effettuati pochi giorni prima dalle ‘barbe finte’ d’Oltreoceano. Ma soprattutto dall’ultimo accertamento, condotta dalla Procura di Firenze, sull’identità di una donna, presente sul luogo della Strage milanese, così come segnalato per l’attentato di via dei Georgofili, in terra toscana e di via Fauro a Roma. La prima segnalazione, probabilmente, è quella del Sisde, datata agosto 1993, in cui si fa riferimento ad una tale ‘Cipollina’. La tesi è stata confermata anche da due testimoni, che hanno tracciato un’identikit diffuso già negli anni novanta, ma gli ultimi riscontri hanno dato un nome e un cognome a quella donna. Le recenti indagini, infatti, hanno trovato la compatibilità tra quel ‘photofit’ ed una foto sequestrata in quel triste 1993 ad Alcamo, nel trapanese, durante una curiosa perquisizione in una villa ‘gestita’ da due carabinieri, in cui fu trovata una santabarbara. Una donna dai capelli biondi, che si è riconosciuta in quella foto, smentendo però ogni sua responsabilità dietro la Strage di via Palestro. Una pista che porta dritto al territorio di ‘Matteo Messina Denaro, latitante di Stato’, che le nostre istituzioni non sanno o non vogliono arrestare.” Marco Bova

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Marco Bova (Erice, 1989) è giornalista freelance e videomaker, collaboratore di AGI (Agenzia Italia) e ilFattoquotidiano.it per cui segue cronaca e approfondimenti dalla Sicilia occidentale. Autore del libro ‘Matteo Messina Denaro, latitante di Stato’, (2021, ed.Ponte alle Grazie) e del docufilm ‘Berlusconi: La Genesi’ (2011). Regista dei documentari ‘Ciapani – Trapani senza marketing’ (2017), e La forza delle donne (2018), ha pubblicato articoli su numerose testate italiane e internazionali.

LADY CONSTANCE LLOYD. L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI WILDE

L’autrice Laura Gugliemi presenta con Alessandra Faiella il suo nuovo libro Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde, romanzo ispirato alla vita della moglie del celebre scrittore Oscar Wilde.

 

«Mi chiamo Constance Mary Lloyd. Avevo ventidue anni quando ho incontrato Oscar Wilde, ma lui non è l’unica cosa importante della mia vita, anche se il nostro è stato un grande amore. Non mi sono mai sentita vittima di mio marito. Questa che state per leggere è la mia storia, la mia parte di verità.»

 

Femminista e progressista, come molte delle artiste protagoniste della programmazione del PAC, Lady Constance Lloyd (Dublino, 1858 – Genova, 1898) fu paladina di una rivoluzione culturale che voleva migliori condizioni di vita e istruzione per tutte le fasce “deboli” della società inglese, a partire proprio dalle donne. Ai suoi tempi era conosciuta quasi quanto Wilde per il suo impegno nella rigida, e spesso ipocrita, società vittoriana. Erano la coppia più in vista della scena londinese.

Colta, ironica e attraente, Lady Constance Lloyd – scrittrice, giornalista e attivista – è una figura femminile che deve ancora trovare la sua giusta collocazione nella Storia. Oscurata dalla fama e dagli scandali del marito, dal quale ebbe due figli Cyril e Vyvyan, Constance è una donna che merita di essere riscoperta.

Nel 1896, dopo lo scandalo che investì il marito, Constance si trasferì in Italia, nella Riviera Ligure, dove viveva l’amica Lady Margaret Brooke, la sua “principessa asiatica”: prima a Nervi e poi a Villa Elvira a Bogliasco. È sepolta nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova.

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Laura Guglielmi è nata a Sanremo ma vive a Genova, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma, Dublino e Londra. Ha lavorato per le pagine culturali de «Il Secolo XIX» e ha diretto il web magazine www.mentelocale.it. Ha collaborato anche con Radio Rai, «D-la Repubblica delle donne», e «TuttoLibri – La Stampa».

Si è specializzata nel rapporto tra letteratura e paesaggio e ha curato una mostra fotografica su Italo Calvino, che è approdata anche alla New York University. Nel 2019 ha pubblicato, per la Newton Compton, Le incredibili curiosità di Genova. Suoi racconti sono usciti su antologie e riviste. Esperta di giornalismo culturale e di media digitali, insegna all’Università di Genova.

 

Alessandra Faiella, attrice comica, ha lavorato con diversi attori e registi tra cui Dario Fo e Franca Rame. In tv, ha partecipato ai più noti show e programmi di intrattenimento come Zelig, Buldozer, Chiambretti Night e Colorado. Nel 2013 scrive La versione di Barbie per Mondadori. Ha recitato anche in Nudi e crudi di Bennet con Max Pisu, Coppia aperta di Fo- Rame e infine Rosalyn di Edoardo Erba a fianco di Marina Massironi. Attualmente è in tournée nei teatri italiani con Appunti G con Pelusio, Vasini e la giornalista Livia Grossi.

CASA AZUL

Con due appuntamenti speciali a gennaio, il libro Casa Azul di Giulia Iacolutti e il lavoro di Daniele Costa, il PAC prosegue a raccontare tutte le realtà e le identità possibili attraverso lo sguardo degli artisti perché le differenze siano un valore aggiunto e non un ostacolo.
In occasione della Project Room Casa Azul di Giulia Iacolutti, curata da Giulia Zorzi al PAC, un talk presenta il libro omonimo, co-pubblicato nel giugno 2019 dalle case editrici the(M) éditions di Parigi e studiofaganel di Gorizia.
Il dialogo verterà sulla rappresentazione di situazioni marginali attraverso la fotografia e l’oggetto libro.
A questo proposito è particolarmente significativa la presenza di Porpora Marcasciano, attivista, e di Lina Pallotta, autrice del libro di prossima uscita “Porpora”, recentemente premiato dall’Italian Council.

 

Casa Azul è un’indagine socio-visiva sulle storie di vita di cinque donne trans recluse in uno dei penitenziari maschili di Città del Messico. ‘Azul’ (blu) è il colore degli abiti che le donne trans, come tutti i detenuti maschi del penitenziario, sono obbligate a indossare. Iacolutti racconta la loro storia usando la fotografia nelle sue potenzialità visuali e simboliche.

 

Scopri di più sulla Project Room Casa Azul >>

 

Intervengono:
Lina Pallotta, fotografa documentaria
Porpora Marcasciano, attivista, sociologa e scrittrice
Giulia Iacolutti, fotografa e artista visiva
Giulia Zorzi, curatrice della Project Room e co-fondatrice di Micamera Bookstore
Diego Sileo, curatore del PAC

IGNAZIO GARDELLA. ALTRE ARCHITETTURE

La figura di Ignazio Gardella (1905-99) è stata al centro di una ricca letteratura critica che ha individuato i principali temi del suo lavoro, il rapporto con le tecniche della composizione, la storia, i contesti, le città. Il libro Ignazio Gardella. Altre architetture vuole indagare ambiti apparentemente “minori”, ma in realtà solo meno noti e spesso inediti del lavoro di Gardella: progetti per interni domestici, sistemazioni espositive, allestimenti effimeri, stand commerciali, negozi. La ricerca sullo spazio interno, che percorre la lunga carriera di Gardella, rappresenta infatti un’occasione importante per riaprire il dibattito critico sulla sua opera.

Ignazio Gardella. Altre architetture è il risultato di una ricerca avviata nel 2016, nell’ambito di un programma pluriennale dello CSAC dell’Università di Parma, da un gruppo di studiosi e ricercatori, provenienti principalmente dall’Università di Parma e dal Politecnico di Milano, legati a differenti ambiti disciplinari (progetto, storia, fotografia). Il libro è organizzato in quattro sezioni – Spazio e figure dell’abitare, La messa in scena della merce, Esporre l’arte (e costruire la città), La formazione e l’insegnamento – curate rispettivamente da A. Lorenzi, G. Bosoni, C. Quintelli, MC. Loi, con la collaborazione di M. Introini, C. Lecce, MC. Manfredi, F. Marcolini, S. Marconcini, A. Matta, S. Negri, M. Sintini, C. Tinazzi, G. Verterame.

Durante la serata intervengono Carlo Quintelli e Angelo Lorenzi (curatori del libro), Giampiero Bosoni, Maria Cristina Loi.

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Angelo Lorenzi (1963), dopo la formazione al Politecnico di Torino e il Dottorato allo IUAV, è dal 2014 professore associato di Composizione architettonica e urbana presso il Politecnico di Milano, Polo di Mantova, Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e Ambiente costruito (ABC). Dal 1991 al 1995 ha collaborato con lo studio di Ignazio Gardella a Milano e successivamente ha continuato ad occuparsi dell’opera di Gardella scrivendo e collaborando all’organizzazione di varie esposizioni. È autore di numerosi saggi e progetti e ha tenuto lezioni presso scuole di architettura italiane e straniere. I temi di ricerca da lui affrontati riguardano in particolare il rapporto tra antico e nuovo in architettura, la questione del progetto nei contesti stratificati e alcune esperienze singolari nell’ambito dell’architettura del Novecento, in Italia, Europa e Sudamerica, legate alla revisione critica dell’eredità del Moderno.

 

Carlo Quintelli (1958), dopo la formazione al Politecnico di Milano, il Dottorato allo IUAV, l’attività di ricerca e insegnamento al Politecnico di Torino, è dal 2001 professore ordinario di Composizione architettonica e urbana presso l’Università di Parma, della cui Facoltà di Architettura è stato tra i promotori con Guido Canella nel 1998. Direttore del Festival dell’Architettura dal 2003 al 2011, si applica alla ricerca architettonica sui temi della rigenerazione urbana, del sistema policentrico della via Emilia (Cittaemilia), dell’insediamento e dell’architettura universitaria. Responsabile scientifico di IP Erasmus, autore di numerosi saggi e progetti di architettura realizzata, dal 2013 al 2017, attraverso il ruolo di pro-rettore all’edilizia e all’insediamento urbano dell’Università di Parma, cura il progetto di rilancio dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC, e lo sviluppo del sistema insediativo universitario “Mastercampus”.

FAMIGLIE FAVOLOSE

L’evento precedentemente organizzato per il 29, è stato posticipato al 30.

 

In occasione del Milano Pride 2021, il PAC presenta il libro Famiglie Favolose, un caso editoriale nato dal crowdfounding, un libro illustrato per bambini che parla di amore attraverso le avventure di 7 famiglie di animali non convenzionali, un modo originale per spiegare ai bambini che non tutte le famiglie sono formate da una mamma e da un papà e che famiglia è dove c’è amore.

Il libro tratta differenti temi: dalle famiglie non convenzionali alle separazioni, dalla diversità alla costruzione di nuove relazioni, dalla libertà di amare al diritto alla scelta; tutte questioni complesse che pure sono affrontate con estrema naturalezza, semplicità, leggerezza, senza moralismi né infingimenti.

Intervengono Francesco Maddaloni e Guido Radaelli, autori del libro

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Francesco Maddaloni è un giornalista e autore televisivo. Tra le altre produzioni nel 2018 ha lavorato come autore per la docu-serie di LaEffe Love me gender, che ha esplorato i temi dell’identità di genere e delle famiglie non-convenzionali in Italia. Francesco ama suonare il piano e cucinare. E sogna non troppo segretamente di avere un cane di nome Giasone.

 

Guido Radaelli si occupa di marketing e comunicazione. Negli ultimi dodici anni ha lavorato tra Milano, Parigi e New York inseguendo la sua grande passione: dare vita a idee che ancora non ci sono. Non sa cucinare, ma apprezza chi lo fa. È cintura nera in composizioni di fiori e forse un giorno avrà un giardino in cui coltivarli.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ARMOCROMIA”

Il PAC di Milano ospita, nella cornice della mostra di Cesare Viel, la presentazione del libro Armocromia (ed. Vallardi) di Rossella Migliaccio, fondatrice dell’Italian Image Istitute,  giunto alla 4° edizione in soli 10 giorni.
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Il concetto di assenza intorno al quale è costruita la mostra al PAC ha una natura assimilabile a quella del bianco: è il risultato della convergenza di un ampio spettro di componenti cromatiche che agiscono all’unisono, variando di volta in volta il coefficiente dei singoli apporti per determinare le diverse nuances con cui il loro cooperare viene alla luce. 
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Un dialogo scanzonato tra gli aspetti teorici, pratici, storici e culturali dell’Armocromia (o Color Analysis) e l’arte contemporanea per capire quando abbiamo smesso di usare i colori e perché ci possono insegnare a rivedere la nostra storia e, talvolta, a iniziarne una nuova.
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Con:
Rossella Migliaccio
Diego Passoni, conduttore radiofonico e televisivo
Diego Sileo, curatore del PAC e della mostra

FABIO MAURI. SCRITTI IN MOSTRA

Nell’opera di Cesare Viel il linguaggio e la parola sono ricercati con determinazione attraverso vari passaggi e riflessioni. Riflessioni cui non sono estranee esperienze di un maestro come Fabio Mauri. La vicinanza di Viel all’artista, filosofo, scrittore, editore Fabio Mauri (uno dei massimi esponenti dell’avanguardia italiana), oltre che da una serie di analogie compositive sull’uso della parola scritta nell’opera d’arte, è soprattutto riscontrabile in un comune atteggiamento intellettuale. Una sensibilità espressiva, fatta di meditazione e trascendenza, a cui Viel è straordinariamente vicino.
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I testi raccolti in hanno accompagnato il percorso estetico di Fabio Mauri per cinquant’anni. Alcuni sono stati pensati come parte integrante di una mostra o come analisi di un’opera o di un autore, altri sono appunti in qualche modo autobiografici, legati ad accadimenti e incidenti: istanti privati che diventano drammaticamente pubblici. Ogni evento si trasforma in linguaggio, un linguaggio che non si limita a descrivere ma interpreta la realtà. E ce la restituisce attraverso la poetica di uno dei maggiori artisti del dopoguerra.
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Presenta il libro Fabio Mauri. Scritti in mostra Francesca Alfano Miglietti – autrice del libro, teorico e critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano – in dialogo con Diego Sileo, curatore della mostra di Cesare Viel.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “MARIELLE, PRESENTE!”

L’amore rivoluzionario di Anna Maria Maiolino incontra una delle figure più rivoluzionarie della recente storia brasiliana: Marielle Franco, l’attivista assassinata a Rio de Janeiro il 14 marzo 2018. Diego Sileo, curatore della mostra, dialoga con Agnese Gazzera, giornalista professionista autrice del libro Marielle, presente!, il primo libro in italiano che ricostruisce la vita, il lavoro e le lotte politico-sociali di Marielle. Con la partecipazione di Marie Moïse, attivista, dottoranda in Filosofia politica all’Università di Padova e Tolosa.
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Il volume (Capovolte editore, 2019) è arricchito da tre interventi. Quello di Monica Benicio, compagna di vita di Marielle, che racconta la storia da un punto di vista più personale, e poi la prefazione e la postfazione rispettivamente di Marie Moïse e Valeria Ribeiro Corossacz (quest’ultima è docente dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), che aiutano a inquadrare la storia dell’attivista e delle lotte transfemministe e intersezionali che ne hanno caratterizzato l’intera vicenda politica e umana.
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Marielle Franco è stata assassinata a Rio de Janeiro il 14 marzo 2018. Aveva 38 anni e da poco più di un anno era l’unica donna nera tra i 51 consiglieri comunali della città brasiliana, eletta nel Partito Socialismo e Libertà (Psol). Nata e cresciuta in una favela, afrodiscendente, lesbica, femminista, aveva fatto di se stessa la propria bandiera: un “corpo politico” con cui affrontare il mondo e lottare per i diritti delle persone che rappresentava, contro il razzismo, le violenze di genere, le diseguaglianze. Anche la sua vita privata e le sue passioni, dalla storia d’amore con una donna all’adesione alle religioni di matrice africana, si riflettevano sul suo impegno di attivista e politica, nella rivendicazione del diritto di essere liberi di esistere e scegliere. Marielle Franco si opponeva anche con fermezza alla politica “sporca”, ai legami tra la criminalità organizzata e lo Stato, e chiedeva a gran voce politiche di sicurezza pubblica rispettose delle favelas e delle periferie. Battaglie scomode, e pericolose. Questo libro racconta un pezzetto della sua storia, umana e politica.

DAVANTI AL PREGIUDIZIO ALZARE LA POSTA: MEGLIO TACERE?

con Jonathan Bazzi, autore del libro, Matteo Colombo e Diego Sileo, curatore del PAC.
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Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia. Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.
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Jonathan Bazzi è nato a Milano nel 1985. Cresciuto a Rozzano, estrema periferia sud della città, è laureato in Filosofia. Appassionato di tradizione letteraria femminile e questionidi genere, ha collaborato con varie testate e magazine, tra cui Gay.it, Vice, The Vision, Il Fatto.it. Alla fine del 2016 ha deciso di parlare pubblicamente della sua sieropositività con un articolo (“Ho l’HIV e per proteggermi vi racconterò tutto”) diffuso in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS.
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Matteo Colombo è oggi tra i più apprezzati e riconosciuti traduttori di letteratura angloamericana. Ha dato voce italiana a Don Delillo, Michael Chabon, Chuck Palahniuk, Jennifer Egan, David Sedaris e per il teatro Elfo Puccini di Milano ha tradotto Red, il testo di John Logan ispirato alla biografia del pittore americano Mark Rothko. Nel 2014 è uscita per Einaudi la sua nuova traduzione del Giovane Holden di J.D. Salinger.
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La mostra di Anna Maria Maiolino O amor se faz revolucionário diventa teatro di una serie di eventi che si svolgeranno al PAC nell’ambito della Pride Week 2019.
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A cinquant’anni anni dai moti newyorkesi di Stonewall, considerati il momento che segnò la nascita del movimento gay in tutto il mondo, oggi come allora è importante difendere e sostenere i diritti civili di tutti, perché l’amore – quello che si è fatto rivoluzionario – non fa differenze di alcun tipo. O amor é amor.
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La domanda è sempre la stessa Why don’t you guys do something?

RIVOLUZIONARE L’AMORE PERCHÉ SIA RIVOLUZIONARIO

con Federico Zappino, autore del libro Comunismo Queer,
in dialogo con Diego Sileo, curatore del PAC.
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La tesi di Comunismo queer. Note per una sovversione dell’eterosessualità è che lo sfruttamento e l’esclusione, all’interno delle società capitalistiche, non hanno solo un carattere universale, ma particolare. Di conseguenza, se vogliamo lottare efficacemente contro il capitalismo, dobbiamo fronteggiare ciascuna delle singole matrici di oppressione da cui trae linfa e sostanza per affermarsi e riprodursi. Nel caso dell’oppressione di genere e sessuale, la sua matrice è l’eterosessualità. Ambire alla sovversione dell’eterosessualità significa lottare contro il capitalismo a partire dalle sue cause, anziché dai suoi effetti più immediati o visibili. In ciò consiste la differenza tra ogni altra forma di anticapitalismo e il comunismo queer.
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Federico Zappino, filosofo, traduttore e attivista, ha contribuito in modo decisivo a riportare al centro del dibattito queer il problema dell’eterosessualità come sistema sociale, definendola un “modo di produzione”. Ha tradotto in italiano opere di primo piano del pensiero queer e femminista, tra cui Epistemology of the Closet di Eve Kosofsky Sedgwick (Stanze private, Carocci 2011), Undoing Gender di Judith Butler (Fare e disfare il genere, Mimesis 2014) e The Straight Mind and Other Essays di Monique Wittig (Il pensiero eterosessuale, ombre corte 2019). Nel 2016 ha curato il volume collettaneo Il genere tra neoliberismo e neofondamentalismo (ombre corte), al quale hanno partecipato alcune tra le voci più critiche e impegnate del dibattito e dell’attivismo contemporaneo sul genere in Italia. Il suo ultimo lavoro è Comunismo queer. Note per una sovversione dell’eterosessualità (Meltemi 2019).
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La mostra di Anna Maria Maiolino O amor se faz revolucionário diventa teatro di una serie di eventi che si svolgeranno al PAC nell’ambito della Pride Week 2019.
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A cinquant’anni anni dai moti newyorkesi di Stonewall, considerati il momento che segnò la nascita del movimento gay in tutto il mondo, oggi come allora è importante difendere e sostenere i diritti civili di tutti, perché l’amore – quello che si è fatto rivoluzionario – non fa differenze di alcun tipo. O amor é amor.
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La domanda è sempre la stessa Why don’t you guys do something?

NÉ ALTRA NÉ QUESTA: LA SFIDA AL LABIRINTO

Presentazione del catalogo del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2019
Edito da Humboldt Books
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con
Federica Galloni, Direttore Generale DGAAP e Commissario del Padiglione Italia
Milovan Farronato, Curatore
Stella Bottai, Coordinamento scientifico
Lavinia Filippi, Consulente alla ricerca
Enrico David, artista
Liliana Moro, artista
Diego Sileo, Curatore del PAC

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Il volume è pensato come uno strumento di completamento dell’esperienza di visita alla mostra, aggiunge contenuti di alto profilo e accompagna nella scoperta dei tre artisti presentati al Padiglione Italia alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte della
Biennale di Venezia.
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Il lavoro degli artisti viene rappresentato sia attraverso le immagini delle opere in mostra, sia come espressione testuale in riferimento all’idea del labirinto: una serie di saggi brevi, raccolti sotto la regia di Milovan Farronato e Stella Bottai e corredati dalle note di approfondimento di Lavinia Filippi, danno vita a una architettura polifonica costruita sulle parole chiave che hanno guidato il curatore e gli artisti nello sviluppo del progetto espositivo.
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Autori dei saggi sono gli stessi curatori insieme agli artisti Enrico David, Chiara Fumai e Liliana Moro.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CINDY SHERMAN”

con Cristina Casero, storica dell’arte contemporanea e docente di Storia della Fotografia presso l’Università degli Studi di Parma e Giorgio Zanchetti, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università Statale di Milano.
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Nell’autunno del 1990 il PAC realizzava la prima mostra personale di Cindy Sherman in Italia.
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Cristina Casero presenta una raccolta di saggi critici (ed. Postmedia books) su una delle artiste più innovative e influenti dell’arte contemporanea. Tra gli autori nel volume: Douglas Crimp, Hal Foster, Rosalind Krauss, Craig Owens e la stessa Casero.
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Per tutta la vita ho cercato di apparire sempre diversa, e quindi ho avuto i capelli di ogni colore, ogni lunghezza e ogni stile. Il risultato è stato che molti di questi personaggi sono come me in uno dei periodi della mia vita successivi alla realizzazione delle Untitled Film Still; forse li ho seguiti inconsciamente, se non altro il loro taglio di capelli. Di tanto in tanto ho avuto l’impressione, adesso che sono invecchiata, di essere diventata più simile ad alcuni di loro.
Cindy Sherman
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Photo: dal catalogo della mostra Cindi Sherman, Untitled, 1981, #96; ED. Mazzotta

FRANCESCO BONAMI & COSTANTINO DELLA GHERARDESCA

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Francesco Bonami con Costantino della Gherardesca presenta il suo nuovo libro POST. L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità sociale.

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Francesco Bonami è nato a Firenze nel 1955 e vive tra New York e Milano. Scrittore e curatore, è stato direttore della 50esima Biennale di Venezia nel 2003 e curatore del Museo di Arte Contemporanea di Chicago dal 1999 al 2008. Ha curato mostre allestite nei principali musei del mondo e ha contribuito alla realizzazione di progetti e mostre per l’arte e la moda per Pitti Immagine, Valentino, Max Mara e Safilo.
Ha condotto programmi sull’arte contemporanea per la televisione italiana su Sky, RAI1 e RAI 2. Collabora regolarmente con La Stampa, GQ, Vogue, Donna Moderna e Vanity Fair.
È autore di numerosi libri sull’arte contemporanea tra cui: Lo potevo fare anch’io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte (2007), Dopotutto non è brutto (2010), Si crede Picasso (2010), Maurizio Cattelan. Autobiografia non autorizzata (2011) e L’arte nel cesso (2017).

PRESENTAZIONE CATALOGO YA BASTA HIJOS DE PUTA

Il PAC presenta il catalogo della mostra Teresa Margolles YA BASTA HIJOS DE PUTA pubblicato da Silvana Editoriale con 15 testi inediti di autori internazionali e le installation view della mostra al PAC.
 

A presentarlo saranno:

Teresa Margolles

Ferran Barenblit, direttore del MACBA di Barcellona e membro del Comitato Scientifico del PAC

Francesca Guerisoli, autrice in catalogo

Ángel Moya García, autore in catalogo

Diego Sileo, curatore del PAC e della mostra

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Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Al termine della presentazione il volume sarà in vendita al bookshop del PAC.