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COPI. MADAME DELIRIO

Phoebe Zeitgeist presenta un delirante vaudeville dedicato alla figura di COPI, al secolo Raul Damonte Taborda Botana, autore argentino emigrato a Parigi, disegnatore, drammaturgo, attore, performer, pazza sapiente, oracolo en travesti. Nel suo lavoro le questioni legate al genere e alla relazione tra specie sono del tutto esplose, intrinsecamente politiche, divergenti, divertenti, irriverenti. I suoi personaggi rappresentano un mondo che ha oltrepassato ogni confine, il suo esercito di figure matte è sempre armato, ha il sesso come centro, perisce e rinasce di continuo, è umano e è animale. Nei suoi testi teatrali, così come nelle sue strisce satiriche, la metamorfosi accade incessantemente ed è sempre condotta su una vertigine, su un’emergenza, sul filo della vita.

 

Per evocare questa figura meravigliosa, in dialogo con la mostra “ARGENTINA. QUEL CHE LA NOTTE RACCONTA AL GIORNO”, Phoebe Zeitgeist ha pensato per il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, una performance che risulti come una festa vagamente guasta, come un’invasione gioiosa, di topi, magari. Topi tanto cari a COPI, come metafora dell’altro, del diverso, dello straniero, così cari da infilarli dappertutto, in ogni disegno, testo teatrale, ma sopratutto negli sfinteri di ogni personaggio. Tra i topi, due figure dalla sessualità iridescente ci regalano una drammaturgia di frammenti da alcuni testi dell’autore: Il Ballo delle Checche, Il Frigo, Eva Peron, L’Internazionale Argentina chiudendo, come fece COPI stesso, con Una Visita Inopportuna, isteria finale di ruoli e di sessi in cui si festeggia la morte, poi avvenuta nel dicembre del 1987 all’età di quarantotto anni.

 

SPETTACOLO NON ADATTO AI MINORI DI 14 ANNI
A causa dell’utilizzo di luci stroboscopiche, lo spettacolo non è adatto a persone che soffrono di epilessia o sensibili alle luci

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Regia e Ideazione: Giuseppe Isgrò
Drammaturgia: Giuseppe Isgrò e Francesca Marianna Consonni
con: Francesca Frigoli e Daniele Fedeli
Live-set: Shari DeLorian
Costumi, maschere, make up: Danilo Vuolo e Giorgia Angioletti (Compostpunk)
Assistente alla regia: Giulia Dalle Rive
Guest appearances: Giorgia Angioletti, Lorella Borri, Giulia Dalle Rive, Desiree Di Marco, Eugenia Marcolli, Stefano Tornese, Danilo Vuolo
Immagine: Francesca Frigoli
Un progetto di Phoebe Zeitgeist con il sostegno di Silent Art Explorer

BORA feat. PRIMITIVE ART

In occasione della mostra LASCIA STARE I SOGNI, Yuri Ancarani presenta una nuova versione live dell’opera Boraconcepita dall’artista nel 2011 come progetto itinerante in progress basato sulla collaborazione e l’interazione tra arti visive e musica, dove un video di 40 minuti che funge da visual per un concerto dal vivo.

 

Il video è stato girato nella zona del Carso, in Val Rosandra, un’area caratterizzata da un aspetto roccioso e ruvido, duro e allo stesso tempo affascinante. Violente raffiche di vento scompigliano il paesaggio, infondendo alla natura un flusso vitale, inaspettato e sconvolgente. Il rumored el vento, con le sue gradazioni di intensità, accompagna le immagini di un paesaggio capovolto, soggetto principale del film. Questo scenario instaura un dialogo visivo-sonoro con l’esibizione dal vivo dei musicisti con i quali Ancarani instaura di volta in volta collaborazioni artistiche

 

Al PAC venerdì 14 aprile saranno le atmosfere avvolgenti del duo sperimentale Primitive Art ad accompagnare la proiezione.

 

Tra i performer che hanno collaborato: Stephen O’Malley, fondatore di diversi gruppi drone, doom metal e death/doom tra cui Sunn 0 ))); il giovane talento Lorenzo Senni; Der Weze, l’ultimo progetto sonoro di Nico Vascellari; Mika Vainio, uno dei due componenti dei Pan Sonic, gruppo elettro-minimale finlandese degli anni ’90.

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Primitive Art è un band di musica sperimentale formata a Milano nel 2011 dalla collaborazione tra Matteo Pit e Jim C. Nedd. Primitive Art debuttano con l’album ‘Problems’, 2013; in cui presentano per la prima volta una commistione di elementi musicali che li colloca al di fuori dei generi. Un suono dove ritmi ipnotici, melodie malinconiche, versi e parole si scontrano tra loro creando paesaggi sonori estranei.Fin dall’esordio la band si afferma come progetto live esibendosi in palchi internazionali come Berghain, Berlino; Cafè Oto e Corsica Studios, Londra; Club to Club , Torino; Distortion Festival, Copenaghen. Nel 2018 rilasciano l’EP ‘Crab Suite’ su Arcola, storica sub-label di Warp Records e nel Giugno 2019 partecipano alla celebrazione del trentennale di Warp Records con un mix di registrazioni dal vivo collezionate tra il 2018 e 2019. Tra gli ultimi lavori il debutto della performance ‘Shelter Chapter 1’, 2020, Triennale Milano e l’installazione sonora ‘Extract 1’, Athens Biennale, 2021.

The Art of Bodily Noises

In occasione della mostra JAPAN. BODY_PERFORM_LIVE Fuyuki Yamakawa realizza la performance dal titolo The Art of Bodily Noises, omaggio agli intonarumori e al manifesto futurista L’arte dei rumori di Luigi Russolo del 1913 in cui si parlava già di elettronica e nuove tecnologie per realizzare suoni prima irriproducibili.

Yamakawa ci fa riflettere su quanto l’uso della tecnologia stia portando la voce oltre le possibilità fisiche, e come l’intero corpo può diventare uno strumento musicale tramite l’ausilio di sensori che trasformano gli stimoli in suoni.

 

Fuyuki Yamakawa, cresciuto tra Giappone e Gran Bretagna, è un artista che per le sue performance usa la voce e la musica. Sin da bambino è interessato alle registrazioni dei suoni della natura in cassette audio e video e tramite microfoni e parabole. Per le sue performance utilizza microfoni che registrano le vibrazioni attraverso le ossa e uno stetoscopio elettronico per amplificare il battito del cuore. Picchiettando mani e dita sul cranio, Yamakawa si rifà allo xöömej, il canto difonico tipico della musica tradizionale di Tuva nella Siberia centro-meridionale, diffuso anche in altre aree della Siberia e in Mongolia. È un canto basato su suoni armonici emessi tramite la laringe che trae la sua origine dai suoni della natura, come spesso accade in culture locali fortemente legate al territorio. Yamakawa si avvicina a esso quando il padre, conduttore televisivo, perde la voce a causa di un tumore.
 

Performance al PAC, 2022

HAIKU

In occasione della mostra JAPAN. BODY_PERFROM_LIVE, Untitled Noise presenta la performance “Haiku”, un pensiero sonoro rivolto al Giappone e al componimento poetico dell’ haiku in cui emerge il “qui e ora consapevole”.

L’impianto sonoro per questa occasione sarà diviso in tre parti, componendo una struttura strofa/suono di tre versi, così come la poesia Haiku. La partitura attraverserà e toccherà  mente e corpo nell’attimo presente, sondando gli stadi più profondi e reconditi del subconscio e il suo rapporto con il reale, proponendo salti immaginativi tra concetti e immagini apparentemente distanti.

Come nell’haiku, lo stato d’animo prodotto dal fascino misterioso dell’inspiegabilità delle cose apre ad un “sentire” altro, colmo di misteriosa presenza che ci trascende.

 

Haiku Teaser. Courtesy Untitled Noise

 

Ingresso libero, senza prenotazione.

Durata 50 minuti circa.
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Untitled Noise nasce nel Marzo del 2014 come unione delle esperienze di ricerca sulle immagini e sul suono degli artisti Michele Lombardelli e Luca Scarabelli.

Il progetto è improntato su performance live in cui l’aleatorietà, l’improvvisazione e la sperimentazione sono la filosofia e la metodologia compositiva della dialettica costruttiva del suoni. Le imponenti tracce sonore di Untitled Noise sono collage sonori modulati con approcci ambient e glitch, sviluppi noise e harsh, passaggi dialettici tra suoni sottili che richiedono attenzione per dilatare plasticamente l’ascolto e potenti suoni viscerali.

UN iscrive il suo mandato sonoro in uno spazio vuoto, senza simbolizzare, senza avere un significato definito; in un live di UN, la composizione musicale è in continua trasformazione e divenire. In tutta semplicità qualcosa avviene e ti rapisce.

Il duo ha all’attivo la musicassetta “Untitled 33/26” per Svbterrean tappe, Verona; un doppio vinile per la casa discografica Die Schactel; l’album “Perpetual Possibility” registrato al Museo MAGA di Gallarate con Lino Capra Vaccina per DarkCompanion Records; ROZZO, “LP45rpm” in collaborazione con Jacopo Benassi con un booklet di 16 pagine.

IL SEGRETO

Il Segreto è un’azione  coreografica con tre macchine sonore rotanti, Rose Spinner, immaginate e realizzate con Francesco Cavaliere. Il Segreto e la sua pratica, messa in scena da un/una o più performer, svela nel celare: uno dei sintomi più crudi dell’istinto umano. In un ecosistema geograficamente prossimo, aperto, terreno, indeterminato, multi tempo, si alternano  elementi organici ed inorganici, umani ed extraumani, creature capovolte e rose del deserto.

Il Segreto è parte del progetto NO RAMA, ideato e creato con Marta Capaccioli, Francesco Cavaliere, Jules Goldsmith, Lucrezia Palandri, Giulia Pastore.

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Annamaria Ajmone è danzatrice e coreografa. Al centro della sua ricerca c’è il corpo inteso come materia plasmabile e mutevole capace di trasformare spazi in luoghi creando parallelismi e sovrapposizioni  temporali. Come coreografa, ha presentato i propri lavori in numerosi festival di danza, teatro e performing art, musei, gallerie d’arte e spazi atipici. Per Matera capitale della Cultura Europea 2019 cura le coreografie per “Abitare l’Opera, Prologo tra i Sassi / La Cavalleria Rusticana ” con la regia di Giorgio Barberio Corsetti.  Nel 2015 vince il premio Danza&Danza 2015 come “miglior interprete emergente-contemporaneo”. È tra gli organizzatori di Nobody’s Business in Italia, piattaforma di scambio di pratiche tra artisti. È attualmente artista  associata a Triennale Milano Teatro.

 

Francesco Cavaliere è un artista visivo e musicista. Le sue opere hanno la capacità di animare gli stati interiori dello spettatore in un viaggio immaginativo popolato da presenze effimere, fenomeni generati dal vetro, minerali e voci registrate con tecnologie analogiche. Tra le collaborazioni: Leila Hassan col duo Sea Urchin, Marcel Türkowsky, Elisabeth Kirche. Ha presentato i suoi lavori in numerosi musei tra cui Museum of Contemporay Art, Lucerna; MOT Museum of Contemporary Art Tokyo; Grimmuseum, Berlino. Ha pubblicato il doppio LP Gancio Cielo con Hundebiss records, per la quale ha anche curato il progetto on-line Musica Virtuale; Doro Bengala con Presto!?; e con Sea Urchin l’album Yaqaza per  Kraak rec.

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Concept: Annamaria Ajmone

Musiche e sistemi di diffusione: Francesco Cavaliere

Abito: Jules Goldsmith

Durata: 25′

BLACK MED, CHAPTER IV

Il Mar Mediterraneo, un tempo inteso come un’entità fluida che favoriva la formazione di reti di scambio e comunicazione, è oggi scena di una crisi umanitaria e un acceso dibattito geopolitico. A seguito dell’adattamento da parte della studiosa Alessandra Di Maio della teoria del Black Atlantic di Paul Gilroy applicata al Mediterraneo, Black Med (2019) mira a intercettare le traiettorie tracciate dai suoni nell’attraversare quest’area proteiforme. Diviso in vari capitoli, le listening session di Black Med sono composte da un DJ set corredato dalla proiezione di una serie di slide contenenti testi teorici e approfondimenti dei brani musicali.
Per Performing PAC, Invernomuto presenta il quarto capitolo di Black Med, estendendo la ricerca sul suono che attraversa il Mediterraneo verso le rotte orientali a una deviazione nell’area del Golfo.

 

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Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi collaborano come Invernomuto dal 2003. Sebbene il loro lavoro si concentri soprattutto sull’immagine in movimento e il suono, gli artisti ricorrono a scultura, performance e editoria per completare il loro progetto. Attualmente, Invernomuto sta sviluppando una nuova commissione per la Biennale di Liverpool 2020 e la LVIII edizione dell’October Salon-Biennale di Belgrado 2020. Un altro progetto, Black Med , concepito nel 2018 per Manifesta 12 (Palermo), di recente ha partecipato al programma di performance della LVIII Biennale di Venezia nel 2019. Il loro lavoro è stato esposto nei seguenti musei: TATE (Londra), Kunsthalle Wien (Vienna), Galleria Nazionale (Roma), MAXXI (Roma), Museion (Bolzano), Centre Pompidou (Parigi), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino).

SPECTRAL ARROWS

Spectral Arrows appartiene ad una serie di performance di lunga durata per chitarra, brutalmente amplificata, in cui Marco Fusinato suona per diverse ore senza sosta. L’artista esplora l’idea del rumore assordante interpretato come musica, utilizzando la chitarra elettrica per improvvisare frequenze complesse, in cui il suono diventa scultura sonora monumentale che riempie lo spazio con le sue vibrazioni assordanti.
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Marco Fusinato (n. Melbourne, 1964), è artista visivo e musicista sperimentale che opta per un approccio multidisciplinare nella sua pratica, ibridando una varietà di media e generi differenti. Nella sua ricerca, Fusinato ricontestualizza spesso immagini esistenti per creare associazioni di idee inedite e sovversive. Oltre a esporre regolarmente in musei e gallerie d’arte, si esibisce anche come musicista. Ha infatti prodotto numerosi vinili con etichette internazionali.
Fusinato è stato selezionato per rappresentare l’Australia alla 59. Biennale di Venezia, nel 2021.
 
Questo progetto è stato realizzato grazie al contributo del governo australiano attraverso l’Australia Council for the Arts, il suo organo di finanziamento e consulenza per le arti
 

TOWARDS A BLACK AMAZONIAN SQUARE

In occasione dell’opening della mostra Australia. Storie dagli antipodi, Mike Parr realizza Towards a Black Amazonian Square, una performance site-specific che cortocircuita riferimenti differenti: da un lato rende omaggio a Kazimir Malevič (Black Square, 1915), dall’altro esplicita la risposta sdegnata dell’artista all’attuale catastrofe ambientale che sta distruggendo la foresta pluviale amazzonica. Questa performance, inoltre, risponde al lavoro che l’artista espone in mostra: Identification No.1 (Rib Markings in Carnarvon Range, southeast-central Queensland, January 1975), una serie fotografica in cui Parr si interrogava, già oltre 40 anni fa, sulle stesse, urgenti, questioni ambientali, in un territorio del Queensland tradizionalmente abitato dal popolo Murri.
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Mike Parr (n. Sydney, 1945) è tra gli artisti australiani più rappresentativi a livello internazionale, riconosciuto come un pioniere nella storia della performance, e non solo australiana. Nel suo lavoro, caratterizzato da un forte impatto catartico, utilizza il suo corpo come soggetto, oggetto e medium, mettendo spesso alla prova, attraverso performance di lunga durata, i limiti della propria resistenza fisica e mentale.
 
Questo progetto è stato realizzato grazie al contributo del governo australiano attraverso l’Australia Council for the Arts, il suo organo di finanziamento e consulenza per le arti
 

CIRCOLARE

Il PAC porta nel quartiere di Baggio (MI) la performance Circolare di Eva Marisaldi, artista scelta da AMACI per la 15° Giornata del Contemporaneo.
13 artisti si sfideranno su una pista di autoscontri, presidio temporaneo, teatro di aggressività e corteggiamenti, dove l’azione performativa di Marisaldi creerà inedite e suggestive forme di interazione e di dialogo con il pubblico.

 

Con interventi di:
Amedeo Martegani, Cesare Viel, Chiara Camoni, Cuoghi Corsello, Daniele Maffeis, Eva Marisaldi, Franco Guerzoni, Luca Trevisani, Martino Genchi, Massimo Bartolini, Paola Anzichè, Stefania Galegati, Yumi Karasumaru.

 

Un progetto di Eva Marisaldi ed Enrico Serotti
Musiche di Enrico Serotti

 

Dove?
→ Sagra di Baggio, autoscontri Vegezzi
Via Valsesia 86, Milano

 


 

PERFORMANCE DI CESARE VIEL

In occasione della 15° Giornata del Contemporaneo – il grande evento che dal 2005 AMACI dedica all’arte contemporanea – il PAC inaugura la mostra personale di Cesare Viel PIÙ NESSUNO DA NESSUNA PARTE e lo fa con una nuova performance dell’artista Il giardino di mio padre (2019), dedicata al padre e alla sua scomparsa, e la riattivazione di alcune sue azioni precedenti insieme ad altri performer.

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La mostra PIÙ NESSUNO DA NESSUNA PARTE presenta lavori inediti e nuove versioni di installazioni e performance storiche, realizzate dall’artista in dialogo con l’architettura del PAC.
I luoghi dell’assenza evocati dal titolo rivelano discrete, silenziose e spesso fantasmatiche presenze che affiorano dal vissuto dell’artista in un racconto costantemente ridefinito dalla relazione con i fatti della storia recente, le convenzioni sociali, i pensieri e le parole degli autori o degli artisti prediletti, la vicinanza o la lontananza delle persone amate.

 


 

AL DI LÀ DI

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Anna Maria Maiolino con la performance AL DI LÀ DI ritorna ad elaborare argomenti relativi all’essere umano : il sociale, il politico, la vita, la morte e il femminile. Con le performance vuole dare rilevanza agli affetti relativi al Sé (l’io) e l’altro, come visto nella precedente performance in ATTO presentata nella galleria Raffaella Cortese di Milano nel 2015.

AL DI LÀ DI è composta da tre elementi espressivi: due donne – una giovane e una più vecchia – e un panno rosso di forma rettangolare.

Il tessuto scarlatto non è un elemento compositivo scenografico, ma è parte espressiva, motivante e catalizzante dell’azione poetica – la performance. Esso è l’ agente metonimico dei significanti dell’opera e consente alle due donne un dialogo energetico, senza parole, che permette di comunicare al pubblico gli affetti che la compongono.

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una performance di Anna Maria Maiolino
Con la partecipazione dell’artista Gaya Rachel
Con la collaborazione di Flavio Kactuz
Durata: 30 minuti.

PUSSIES WITH DICKS

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L’artista sudafricana Tracey Rose realizza la performance Pussies with Dicks, uno spettacolo di burattini che utilizza come sceneggiatura i commenti web riferiti ad un’intervista intorno al femminismo fatta a Chimamanda Ngozi Adichie – la scrittrice nigeriana inclusa da Time Magazine nelle 100 persone più influenti al mondo nel 2014 e vincitrice del National Book Critics Circle Award 2013.

La performance al PAC si svolgerà in collaborazione con Oriana Haddad.

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Tracey Rose è nata nel 1974 a Durban, Sud Africa. Ha conseguito un Master of Fine Art al Goldsmiths College, Università di Londra (Regno Unito) e ha conseguito la laurea in Belle Arti all’Università di Witwatersrand, Johannesburg nel 1996. Si è formata in montaggio e cinematografia alla South African School of Motion Picture Medium and Live Performance di Johannesburg.
Lavorando con la performance, Tracey Rose pone il suo corpo al centro della sua pratica. Rose abita i ruoli affidati agli africani e alle donne africane e non in un mondo dominato dall’uomo, inghiottendo interi stereotipi. Nella sua ricerca di comprendere la fonte di questi significati culturali che definiscono la condizione umana, Rose si scontra inevitabilmente con i miti religiosi della creazione. La portata dell’opera di Rose non si limita ai confini del Sudafrica trovando rapidamente una risonanza globale.
Rose ha esposto in contesti nazionali e internazionali tra cui la South African National Gallery, Cape Town; Johannesburg Art Gallery; Dakar Biennial in 2000 & 2016; Walker Art Center, Minneapolis; Venice Biennial, 2001 & 2007; Il Brooklyn Museum; Tate Liverpool; e più recentemente il Museo Reina Sofia; WIELS Bruxellels; la Biennale di San Paolo; Biennale di immagini in movimento, Ginevra e Documenta 14, Atene e Kassel.

PERFORMANCE di Berna Reale

In occasione della mostra Brasile. Il coltello nella carne l’artista Berna Reale presenta per la prima volta in assoluto la performance Camouflage, che partirà dal PAC per poi svilupparsi lungo alcune vie della città.

L’artista – vestita in uniforme militare mimetica da lei realizzata – spingerà un carro carico di lenzuola utilizzate per coprire le vittime di morti violente in Brasile, i cui corpi vengono lasciati per strada in attesa dell’arrivo della polizia.

 

Una presa di coscienza ma anche un atto di denuncia contro le crescenti forme di violenza nelle nostre città.

 

La performance si inserisce in una serie di tre momenti live (3 e 4 luglio e dal 5 al 19 luglio) che vedono protagonisti artisti di diverse generazioni, che affrontano temi legati al cambiamento storico e sociale del Brasile utilizzando il corpo come territorio di ricerca identitaria.

SCOPRI IL PERCORSO DELLA PERFORMANCE

 

LE ALTRE PERFORMANCE

martedì 3 luglio h 19 performance di Ana Mazzei e Regina Parra

dal 5 al 19 luglio performance di Maurício Ianês

 

PERFORMANCE di Maurício Ianês

1 spazio espositivo come casa, 15 giorni di performance, 1 artista e il pubblico come protagonisti.

In occasione della mostra Brasile. Il coltello nella carne l’artista Maurício Ianês presenta la performance Untitled (Dispossession).

L’artista, che ha realizzato per la prima volta questa azione durante la Biennale di San Paolo nel 2008,  si approprierà questa volta del PAC e lo abiterà per due settimane facendo affidamento esclusivamente sull’aiuto dei visitatori per sopravvivere: si nutrirà solo se il pubblico gli porterà  cibo, biancheria e abiti.

La performance si inserisce in una serie di tre momenti live (3 e 4 luglio e dal 5 al 19 luglio) che vedono protagonisti artisti di diverse generazioni, che affrontano temi legati al cambiamento storico e sociale del Brasile utilizzando il corpo come territorio di ricerca identitaria.

 

INFO

Ingresso previo acquisto del biglietto mostra

I visitatori sono invitati a portare indumenti, cibo o doni per il sostentamento dell’artista

 

LE ALTRE PERFORMANCE

martedì 3 luglio h 19 performance di Ana Mazzei e Regina Parra

mercoledì 4 luglio h 11 performance di Berna Reale

 

PERFORMANCE di Ana Mazzei e Regina Parra

9 performer, 1 opera di Shakespeare, 1 atto di denuncia.

In occasione della mostra Brasile. Il coltello nella carne le artiste Ana Mazzei e Regina Parra presentano al PAC la performance Ofelia.

Le artiste rileggono il personaggio di Ofelia, selezionando i passaggi del dramma Shakespeariano che dal loro punto di vista rivelano la sottomissione e la dipendenza della giovane donna dalla figura maschile. Frasi ambigue, che evocano resistenza e protesta ma anche alienazione e sottomissione, e che compaiono nel testo come tracce dell’inesorabile destino che attende Ofelia. Le artiste dipingono le sue parole su pannelli in legno sostenuti da strutture in ferro minimali e geometriche, sorrette come cartelli di protesta da donne che, muovendosi nello spazio espositivo, evocano un corteo  o una manifestazione e creano un rapporto corpo a corpo col visitatore.

La performance si inserisce in una serie di tre momenti live (3 e 4 luglio e dal 5 al 19 luglio) che vedono protagonisti artisti di diverse generazioni, che affrontano temi legati al cambiamento storico e sociale del Brasile utilizzando il corpo come territorio di ricerca identitaria.

INFO

Ingresso fino ad esaurimento posti

LE ALTRE PERFORMANCE

mercoledì 4 luglio h 11 performance di Berna Reale

dal 5 al 19 luglio performance di Mauricio Ianês

 

PERFORMANCE

In occasione dell’Art Week, la settimana milanese dedicata all’arte contemporanea, l’artista Teresa Margolles presenta una performance tributo a Karla, prostituta transessuale assassinata a Ciudad Juárez (Messico) nel 2016. Un gesto forte, che lascerà una ferita aperta sui muri del PAC e vedrà protagonista Sonja Victoria Vera Bohórquez, una donna transgender che si prostituisce a Zurigo.

 

Ingresso fino ad esaurimento posti con biglietto speciale €4 dalle ore 19

 

 

Altri appuntamenti da non perdere:

 

— giovedì 12 aprile ore 19 

VISITA GUIDATA GRATUITA alla mostra di Teresa Margolles; ingresso con biglietto mostra speciale € 4

 

— domenica 15 aprile
ore 16:00  TALK con Teresa Margolles e Diego Sileo curatore della mostra  (miart, Fieramilanocity, Viale Scarampo); ingresso con biglietto miart

 

— domenica 15 aprile
ore 18:00 VISITA GUIDATA CON IL CURATORE al PAC  (Via Palestro 14); ingresso con biglietto mostra speciale € 4

PERFORMING PAC

Il tema della performatività, scelto quest’anno dal PAC per sua la tre giorni annuale dedicata agli studi sulle arti visive contemporanee, ha conquistato il pubblico. Oltre 2000 visitatori hanno assistito a incontri, proiezioni e live performance che hanno messo al centro dell’attenzione il corpo e l’interazione attiva con lo spazio, incuriositi anche dai materiali d’archivio inediti che per la prima volta sono stati esposti al pubblico per raccontare un’espressione artistica che ha fortemente connotato anche la programmazione del PAC negli ultimi 15 anni.

 

Dalle riflessioni sul corpo come archivio di Susanne Franco – docente di Storia della Danza e del Teatro all’Università Ca’ Foscari di Venezia – alla performance Reharsal/Retrospective dell’artista spagnola Dora Garcia, che ha coinvolto il pubblico in modo attivo; dal corpo politicizzato e portavoce delle minoranze raccontato da Lois Keidan – fondatrice della Live Art Development Agency di Londra – allo storytelling per immagini della performance La Defence. A Live Photo Video Essay dell’artista olandese Paulien Oltheten; dai territori di confine tra danza e performance esplorati da André Lepecki – direttore del Dipartimento di Performance Studies alla New York University – al flusso continuo e ipnotico delle due danzatrici contemporanee Cristina Kristal Rizzo e Annamaria Ajmone, che hanno ballato bendate nel PAC tra opere e visitatori per il loro durational piece ikea_site specific.

 

Grande interesse anche per i due “flashback” che attraverso la valorizzazione e lo studio dell’archivio del PAC – in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli studi di Milano – hanno omaggiato due star della performance, Vito Acconci e Gina Pane, rimettendo in scena i materiali di progettazione e backstage delle loro rispettive mostre al PAC negli anni ‘80.

 

Durante i tre giorni è stato possibile vedere i video delle performance che il PAC ha prodotto negli anni, tra cui Vanessa Beecroft, Marina Abramović, Santiago Sierra i giovani artisti cubani e le nuove generazioni di artiste sudafricane.

 

Il PAC ha coinvolto anche i giovanissimi, realizzando con gli studenti del Liceo Coreutico Tito Livio un workshop di danza contemporanea diretto dalla coreografa Franca Ferrari.

 

La performatività si è estesa fino alla contaminazione tra arti visive e musica, con la performance dell’artista Marco Belfiore e l’evento di chiusura realizzato in collaborazione con Le Cannibale che ha portato al PAC due tra i più quotati artisti elettronici contemporanei.

 

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13a Giornata del contemporaneo

Solo voci maschili, senza partiture scritte né strumenti. È il tradizionale Trallallero genovese e ad eseguirlo saranno i cantori de La Squadra di Genova per un concerto speciale alleore 17:00 nel giardino tra il PAC e la GAM in occasione della mostra IO, LUCA VITONE e  della Tredicesima Giornata del Contemporaneo.

 

La Giornata del Contemporaneo è un appuntamento annuale nazionale che vede impegnato il Padiglione milanese da oltre 10 anni nella promozione dell’arte contemporanea italiana, con la progettazione di monografiche dedicate ad artisti italiani d’origine, o che hanno scelto il nostro Paese come luogo di formazione e lavoro, affermati ormai nel panorama internazionale, tra i quali Alberto Garutti, Silvio Wolf, Franko B, Adrian Paci, Armin Linke: una linea di programmazione che prosegue oggi con la mostra di Luca Vitone.

 

Come socio fondatore di AMACI, per la Giorata del Contemporaneo  il PAC apre per tradizione gratuitamente al pubblico insieme ai 24 musei AMACI e a circa 1000 realtà dell’arte contemporanea in Italia: un’iniziativa unica nello scenario internazionale dedicata al pubblico dell’arte contemporanea. Nelle ultime edizioni hanno partecipato circa 200.000 visitatori su tutto il territorio nazionale.

 

Oltre al PAC sabato 14 ottobre 2017 saranno aperti gratuitamente anche il Museo del Novecento che ospita l’installazione di Luca Vitone Wide City e il complesso museale dei Chiostri di Sant’Eustorgio che ospita una selezione di opere dell’artista.

 

Scopri di più sulla Giornata del Contemporaneo→amaci.org

PERFORMANCE

Buhlebezwe Siwani (1987, South Africa)
uKhongolose (Parlamento)

60 microfoni. 60 contenitori intonacati con inciso il nome di una donna. Buhlebezwe Siwani  realizza al PAC  una performance sul tema del femminicidio che riflette sul modo in cui le statistiche eliminano le sensibilità della violenza e desensibilizzano il pubblico, in modo che diventi meno doloroso affrontarla.

Nei suoi lavori Siwani si interroga sulla decadenza del proprio corpo, sul ricordo di Johannesburg e sul rapporto della sua famiglia con la città. Concentrandosi sulle tracce – quello che è stato lasciato indietro, da chi, e in che modo alla fine scompare – l’artista presenta le  donne  come esseri liminali, vive e morte, accessibili e inaccessibili, con l’intento di dare un senso alla propria soggettività. Cresciuta a Johannesburg, grazie alla natura nomade della sua educazione ha vissuto anche nella Provincia del Capo orientale e nel KwaZulu Natal. Siwani lavora prevalentemente mediante performance e installazioni, in cui inserisce fotografie e video.

 

LE ALTRE PERFORMANCE

MARTEDÌ 27 giugno h 19 performance di Donna Kukama (1987, South Africa)

GIOVEDÌ 29 giugno h 19 performance di Anne Historical (1977, South Africa)

 

INFO

Fino ad esaurimento posti

Singolo € 4 /cumulativo € 8 validi dalle ore 18.30

Mostra aperta fino alle 22:30, ultimo ingresso 21:30

PERFORMANCE

Lavorando con campioni audio d’archivio e materiale auto-prodotto, scritto e interpretato così come con materiale filmato e proveniente da videoarchivi, l’esibizione presenta varie situazioni legate al trattamento dei pazienti come variazioni in una composizione musicale. Le voci e i suoni sono stati raccolti da un archivio di nastri magnetici. Altre parti sono state trascritte da fonti che riportano stati di afasia e situazioni medico-paziente. Per la parte di copione scritta da Anne, l’artista ha attinto da Black Hamlet, scritto dallo psichiatra/psicanalista Wolf Sachs, in Sudafrica negli anni ’40. Nel suo libro, Sachs riporta la sua “analisi” effettuata su uno Nyanga, un guaritore tradizionale. È un testo problematico e complesso, da cui razza e gerarchie della medicina occidentale moderne traspaiono chiaramente. Il copione attinge anche da Les Damnés de la Terre di Fanon e, in particolare, dai casi medici raccolti nel capitolo “Guerra coloniale e disturbi mentali”. In entrambi i libri, quello che più interessa all’artista è il concetto di disturbo o, come lo definisce Fanon, “vertigine”.

 

LE ALTRE PERFORMANCE

MARTEDÌ 27 giugno h 19 performance di Donna Kukama (1981, South Africa)

MERCOLEDÌ 28 giugno  h 19 performance di Buhlebezwe Siwani (1987, South Africa)

PERFORMANCE

Donna Kukama (1981, Sud Africa)
Travelogue = Travel + Monologue

Kukama usa la perfomance come mezzo di resistenza alle pratiche artistiche canoniche e attraverso di essa ricerca metodi per demolire e inventare tecniche. Accompagna la performance con l’elaborazione di scritti e la creazione di video e installazioni audio che sfruttano la sfera pubblica dell’esibizione per inserirsi nel campo delle voci artistiche estranee al suo mondo. Si interroga spesso sugli eventi d’attualità attraverso la costruzione di narrazioni e sul modo in cui queste si svolgono a livello sociale. È in questo contesto che Kukama introduce il suo corpo per creare immagini contro-interpretative per sconfessare i rapporti ufficiali.

Al PAC l’artista presenta un nuovo capitolo della sua indagine che comprende l’ampio processo di creazione di un libro, un diario di viaggio orale e ricco di immaginazione, privo di qualsiasi supporto scritto. Una sorta di libro che raccoglie le storie personali delle comunità africane della zona di Porta Venezia a Milano che non prenderà mai la forma dell’oggetto che ben conosciamo, sviluppandosi invece nella performance, attraverso disegno, scultura, video, narrazione orale e testuale.

L’opera si sviluppa sotto forma di stazioni narrative del contesto socio-politico italiano, e di tutti i posti visitati dall’artista, tra cui Berlino.

 

LE ALTRE PERFORMANCE

MERCOLEDÌ 28 giugno  h 19 performance di Buhlebezwe Siwani (1987, South Africa)

GIOVEDÌ 29 giugno h  19 performance di Anne Historical (1977, South Africa)

 

INFO

Fino ad esaurimento posti

Singolo € 4 /cumulativo € 8 validi dalle ore 18.30

Mostra aperta fino alle 22:30, ultimo ingresso 21:30

 

performance_Carlos Martiel

Dal 2007 Carlos Martiel ha realizzato più di quaranta azioni, nelle quali affronta temi sociali e politici, portando al limite la sua capacità di sopportazione del dolore fisico. Per il PAC l’artista realizza una coraggiosa performance inedita, Trofeo, per denunciare il trattamento di cattura, prigionia e schiavitù innescato dal colonialismo ai danni delle popolazioni pre-colombiane prima e a quelle latine successivamente.

 

LE ALTRE PERFORMANCE

Susana Pilar Delhante Matienzo 05/7 ore 19:00

Grethell Rasúa 07/7 ore 19:00

 

PER PARTECIPARE

Fino ad esaurimento posti massimo 150 persone

Ingresso singolo  € 4 / cumulativo per le tre performance € 8 validi dalle 18:30

Mostra aperta fino alle 22:30 ultimo ingresso 21:30

 

performance_Grethell Rasúa

Analizzando contesti sociali, etici ed economici della società cubana, la ricerca artistica di Grethell Rasúa  raggiunge livelli di convergenza assoluta tra ciò che è viscerale e ciò che è poetico, come pochi altri artisti sono in grado di fare. In occasione della mostra realizza una nuova poetica performance, appositamente ideata per il PAC, Decreto mis ideales, nella quale l’artista utilizzerà terra e acqua piovana provenienti da Cuba.

 

LE ALTRE PERFORMANCE

Susana Pilar Delhante Matienzo 05/7 ore 19:00

Carlos Martiel 06/7 ore 19:00

 

PER PARTECIPARE

Fino ad esaurimento posti (massimo 150 persone)

Ingresso singolo  € 4 / cumulativo per le tre performance € 8 validi dalle 18:30

Mostra aperta fino alle 22:30 ultimo ingresso 21:30