Al PAC di Milano ha luogo la Seconda Giornata di Studio de Le Relazioni oltre le Immagini, ciclo di incontri di approfondimento sulle tendenze attuali dell’arte pubblica e sulle loro implicazioni nello spazio sociale contemporaneo, nell’ambito del public program ArtLine Milano, progetto d’arte pubblica del Comune di Milano nel parco di CityLife.
 
Esistono altre forme possibili di democrazia? Come l’arte nella sfera pubblica si fa strumento di immaginazione ed esplorazione di una democrazia partecipata basata sulla riflessione critica piuttosto che sulla ricerca del consenso? Che ruolo ha l’artista in uno spazio pubblico e condiviso?
 
La giornata di studio, attraverso il contributo di direttori di musei, teorici, curatori e artisti, mira ad affrontare il rapporto tra arte, istituzioni e immaginario collettivo rispondendo a questi interrogativi da un punto di vista teorico-storico-filosofico e pratico-politico-artistico, senza tralasciare gli aspetti normativi e i limiti legati all’operare nello spazio pubblico.
 
Interventi di Irit Rogoff, Charles Esche, Antoni Muntadas, Iida Shihoko, Tania Bruguera, Federico Rahola, Olu Oguibe.
Moderano Cecilia Guida, responsabile public program ArtLine, Roberto Pinto, coordinatore ArtLine, e Diego Sileo, curatore del PAC.
 
Due tra gli interventi proposti saranno inoltre occasione d’incontro con due protagoniste della prossima stagione espositiva del PAC: Tania Bruguera esporrà al PAC nel marzo 2020 con una personale in occasione di Miart e Art Week, e Iida Shihoko nell’autunno 2020 curerà al PAC la mostra sull’arte contemporanea giapponese.
 
_
 
PROGRAMMA
10.30-10.45 Saluti istituzionali, Marco Edoardo Minoja, direttore Cultura del Comune di Milano
10.45-11 Introduzione ai temi della giornata di studio a cura di Cecilia Guida, Roberto Pinto, Diego Sileo
11-12 Keynote: Divenire ricerca di Irit Rogoff
12-13 Keynote: La possibilità demodernizzante di Charles Esche
 
14.30 Pubblico? Spazio e comunità di Antoni Muntadas
15 I curatori possono avere autonomia nella realizzazione delle mostre? – Dalla Triennale di Aichi 2019 di Iida Shihoko
15.30 Arte in sincronia con il tempo politico di Tania Bruguera
16 Not a story to pass on: appunti per una teoria politica delle rovine di Federico Rahola
16.30 L’impegno nello spazio pubblico: progetti realizzati e in corso di Olu Oguibe
17-18 Q&A
 
Per maggiori informazioni scrivere a artlinemilano@comune.milano.it
 
_
 
BIOGRAFIE
Irit Rogoff è scrittrice, educatrice, curatrice e organizzatrice. È professoressa di cultura visiva presso la Goldsmiths, University of London, dipartimento da lei fondato nel 2002. Rogoff lavora nel terreno di incontro tra pratiche contemporanee, politica e filosofia. Il suo lavoro attuale è sulle nuove pratiche di produzione della conoscenza e sul loro impatto sulle modalità di ricerca, dal titolo Becoming Research (di prossima pubblicazione). Come parte del collettivo “freethought”, Rogoff è stata una delle direttrici artistiche della Triennale norvegese “The Bergen Assembly” del settembre 2016 e redattrice di The Infrastructural Condition pubblicato in seguito alla manifestazione. Rogoff è anche co-fondatrice nel 2017 di “The European Forum for Advanced Practices”, un forum a livello europeo per sviluppare una serie di principi per una forma di ricerca avanzata e orientata alla pratica. Nel 2019 Rogoff ha ricevuto un dottorato onorario dall’Università di Aalto in riconoscimento del suo lavoro nello sviluppo e nell’istituzione del campo della cultura visiva.
 
Charles Esche è direttore del Van Abbemuseum, Eindhoven; professore di arte contemporanea e curatela presso l’University of the Arts di Londra e co-direttore di Afterall Research Centre. È consulente alla Jan van Eyck Academie, Maastricht. Ha cocurato “Power and Other Things”, Europalia, BOZAR, Bruxelles 2017; “Art Turns, Word Turns”, Museum MACAN, Jakarta 2017; “Le Musée Égaré”, Kunsthall Oslo 2017
e “Printemps de Septembre”, Tolosa 2016; “Jakarta Biennale 2015”; “31st Sao Paulo Bienal”, 2014, “U3 Triennale”, Lubiana, 2011; “RIWAQ Biennale”, Palestina, 2007 e 2009; “Istanbul Biennale”, 2005; “Gwangju Biennale”, 2002, tra le mostre non museali. Nel 2012 ha ricevuto il “Princess Margriet Award for Culture” e nel 2014 il “CCS Bard College Prize for Curatorial Excellence”.
 
Antoni Muntadas affronta attraverso le sue opere questioni sociali, politiche e legate alla comunicazione, il rapporto tra spazio pubblico e privato in ambito sociale, le indagini sui canali di informazione e sui modi in cui sono utilizzati per censurare o diffondere idee. I suoi progetti usano diversi media come la fotografia, il video, le pubblicazioni, Internet e le installazioni multimediali. Dal 1995 Muntadas ha realizzato una serie di lavori e progetti intitolati On Translation. I loro contenuti, le dimensioni e i materiali sono molto diversi tra loro, tutti si concentrano sulla sua esperienza personale e attività artistica in numerosi paesi del mondo all’interno di
un arco di tempo di trent’anni. Riunendo i progetti sotto questa epigrafe, Muntadas fa riferimento a un insieme di esperienze e preoccupazioni reali riguardo alla comunicazione, alla cultura del nostro tempo e al ruolo dell’artista e dell’arte nella
società contemporanea.
 
Shihoko Iida ha lavorato come curatrice presso la Tokyo Opera City Art Gallery dal 1998 al 2009, come visiting curator alla Queensland Art Gallery/Gallery of Modern Art di Brisbane per due anni, e consecutivamente per la Triennale di Aichi 2013, il Sapporo International Art Festival 2014 e la Triennale di Aichi 2019.
 
Tania Bruguera è una degli artisti più influenti sulla scena artistica globale. Per definire la sua pratica ha sviluppato concetti come “arte comportamentale” (arte de conducta) con particolare attenzione ai limiti del linguaggio e del corpo relativamente alla reazione degli spettatori, e “arte utile” (arte útil) che realizza una trasformazione reale di alcuni aspetti politici e giuridici della società. Il suo lavoro le è valso numerosi premi e mostre, così come la partecipazione alla Biennale di Venezia, a Documenta, alla Turbine Hall della Tate Modern, al MOMA, al Guggenheim e ha esposto in istituzioni internazionali di tutto il mondo.
 
Federico Rahola insegna Sociologia dei processi culturali all’università di Genova, co-dirige la rivista “Etnografia” (Il Mulino), è autore di Zone definitivamente temporanee. I luoghi dell’umanità in eccesso (Ombre corte, 2003-2015) e, insieme a Massimiliano Guareschi, di Chi decide? Critica della ragione eccezionalista (Ombre Corte, 2011) e Forme della città (Agenzia X, 2015); attualmente è impegnato in una ricerca collettiva sulle rotte migranti all’interno e intorno ai confini europei.
 
Olu Oguibe è uno scrittore e artista multimediale il cui lavoro è spesso a cavallo tra formalismo minimalista e impegno sociale. Le sue opere sono state ampiamente esposte in musei e gallerie, così come in occasione di biennali e triennali. Oguibe ha inoltre realizzato diverse opere pubbliche in molti paesi. Nel 2017 il suo Strangers and Refugees Monument, una scultura pubblica esposta a Kassel, in Germania, ha ricevuto l’Arnold Bode Preis per documenta 14. Oguibe è stato professore di pittura all’Università del Connecticut fino al 2017, anno in cui si è dimesso per occuparsi di arte a tempo pieno.