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L’AFFERMAZIONE DI GENERE NEL CONTESTO SOCIALE, GIURIDICO E MEDICO

Il PAC in collaborazione con LCA Studio Legale organizza l’incontro per esplorare l’identità di genere attraverso l’esperienza di professioniste e professionisti che lavorano a stretto contatto con le persone transgender e non-binary. L’obiettivo è offrire una visione approfondita sulle sfide sociali, giuridiche e mediche legate alle persone che stanno affrontando un percorso di affermazione di genere.

 

Intervengono
Elena Pucci, avvocata a Milano e parte di Rete Lenford Avvocatura per i diritti LGBT+
Stefania Bonadonna, referente del Servizio Incongruenza di Genere presso Istituto Auxologico Italiano e coordinatore Commissione AME incongruenza di genere
Guglielmo Giannotta, presidente ACET
Antonia Monopoli, attivista, educatrice, scrittrice e responsabile dello Sportello Trans dell’Associazione ALA Milano

 

Moderano
Diego Sileo, curatore del PAC
Alessia Placchi, avvocata, associata LCA e componente del CPO dell’Ordine degli Avvocati di Milano

SHIRIN NESHAT

In attesa della sua prima retrospettiva italiana al PAC, Shirin Neshat sarà protagonista di un talk per raccontare il suo lavoro, la sua ricerca, la sua poetica e il suo ruolo di artista donna in relazione al rapporto con l’Iran, suo paese di origine.

 

Intervengono Diego Sileo, curatore del PAC e Beatrice Benedetti, curatrice

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Ingresso gratuito, prenotazione consigliata
Posti non numerati e disponibili fino ad esaurimento
Talk in inglese con traduzione simultanea in italiano

ESERCIZI DI MEMORIA: VIETNAM, NARRAZIONI IN CONFLITTO

In occasione della Project Room Like Rain Falling from the Sky, un dialogo fra Giulia Zorzi, fondatrice di Micamera e il fotografo e artista visivo Nicola Bertasi, che presenta in anteprima l’omonimo libro Like Rain Falling from the Sky, edito da studiofaganel e disegnato da pupilla grafik.

 

” (…) La fotografia può essere arte e documento. Ha la capacità di raccontare e ricordare. Essere testimonianza e nello stesso tempo astrazione. Mettere insieme le fotografie per costruire una narrazione è qualcosa di molto simile all’elaborazione del ricordo. Per questo il mio lavoro nasce da un’osservazione: abbiamo un disperato bisogno di elaborare la memoria della guerra perché dobbiamo capirla. (…) “.

 

Al termine della presentazione, l’artista firmerà le copie del libro disponibili al bookshop.

 

La Project Room del PAC ruota attorno al dialogo tra storia e memoria. Attraverso una narrazione fotografica sensibile, poetica e personale della guerra in Vietnam, Bertasi presenta una cartografia visuale della memoria, dove dialogano passato e presente di un conflitto che ha marcato nel profondo i territori e i corpi vietnamiti.

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Ingresso libero, senza prenotazione

ESERCIZI DI MEMORIA: SANDRO MARTINI 1993

Sandro Martini, di recente scomparso, nel 1993 era presente al PAC con una mostra e una grande installazione. In memoria di quella presenza e in suo ricordo, verrà proiettato il video del montaggio dell’opera, che sarà lo spunto per Luigi Sansone e Matteo Zarbo, curatori del Catalogo Ragionato che raggruppa le opere realizzate dal 1957 al 2017, di parlare del suo percorso artistico e dell’importanza che Sandro Martini ha avuto nel panorama dell’arte contemporanea. L’artista era molto legato alla città di Milano dove ha vissuto e lavorato per oltre 50 anni.

 

La Fondazione Marieda e Antonio Boschi e il Museo del Novecento posseggono un sostanzioso nucleo di opere. Sue installazioni temporanee, oltre che al PAC, sono state realizzate a Milano al Castello Sforzesco, a Palazzo Reale, alla Borsa Valori, in Galleria Vittorio Emanuele e un’istallazione permanente è presente alla Casa della Carità. 

 

Roberto Casiraghi, docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, presenterà il libro dal titolo: Srotolabile – Scritti filanti sull’arte, nel quale nel 2020 Sandro Martini  ha deciso di raccogliere una serie di scritti e riflessioni che svelano le tecniche e i trucchi del mestiere, ma anche l’impalcatura intellettuale che sostiene un’opera d’arte.

A chiudere l’incontro saranno Daniela Lorenzi, fondatrice di A14, atelier coinvolto nella stampa originale d’Arte, e Corrado Paina, Presidente della ICE Ontario Canada e poeta, legato a Sandro Martini da profonda stima e amicizia e con il quale ha realizzato due libri d’artista:: Tempo Rubato (2002) e Abecedario (2009), che  leggerà due sue poesie dedicate all’artista.

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Ingresso libero, senza prenotazione

ESERCIZI DI MEMORIA: MARIO NIGRO 1993

Il PAC ricorda l’esposizione mai realizzata di Mario Nigro, a causa dell’attentato di stampo mafioso il 27 luglio di trent’anni fa.

 

Introdotta da Diego Sileo, conservatore del PAC, e moderata da Antonella Soldaini e Elena Tettamanti, curatrici della mostra “Mario Nigro. Opere 1947-1992” in corso a Palazzo Reale e al Museo del Novecento, l’incontro vede la partecipazione di Gianni Nigro, Presidente dell’Archivio Mario Nigro, Luigi Sansone, consulente pubbliche relazioni, Angela Vettese, curatrice della mostra del 1993.

 

“Esercizi di memoria” sono quelli che Emanuela De Cecco, critica d’arte e curatrice, scrivendo della strage appena accaduta nel 1993, voleva stimolare affinché oltre alle vittime dell’attentato non si dimenticassero le opere di Mario Nigro, tra cui Dallo spazio totale 1954-56: Totem, 1965, andata completamente distrutta e altre gravemente danneggiate.

 

I relatori sono stati tutti testimoni dell’evento e dai loro ricordi e testimonianze sarà possibile rievocare quei tragici fatti, così da sollecitare le coscienze di quanti a quel tempo erano troppo giovani per ricordare.

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Ingresso libero, senza prenotazione

ESERCIZI DI MEMORIA: VIA PALESTRO 1993

Le stragi del ’92-’93 sono ancora lame conficcate nel nostro presente, nonostante i 30 anni che ci dividono da quegli eventi. Sono, ancora, attualità viva e pulsante perché incistata nei tanti segreti di questa nostra Repubblica, i cui fatti sono tuttora indagati in diverse procure d’Italia. 

 

Il PAC – coerentemente con il lavoro espositivo offerto al pubblico in occasione dei 30 anni dalla strage di Via Palestro a Milano – sceglie di fare una lunga immersione nei meandri di quella memoria affinché, anche a distanza di anni, questa resti viva anche per chi non c’era o per chi, abitante di questa città già ferita da un’altra strage più lontana ma sempre bruciante (la strage di Piazza Fontana), possa ricordare con nuova luce quegli eventi. E lo fa ospitando un dialogo tra i giornalisti Bova e Zecchi, che hanno collaborato a questa iniziativa, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria e Nando Dalla Chiesa, presidente del Comitato Antimafia del Comune di Milano. 

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Ingresso libero, senza prenotazione

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Luca Tescaroli, attualmente procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Firenze, da molti anni svolge indagini su fatti rilevanti di criminalità organizzata che hanno funestato il nostro Paese. Tra gli altri si è occupato a lungo anche del caso Roberto Calvi, il banchiere trovato morto a Londra nel 1982, delle stragi di Capaci e di via Mariano d’Amelio e del fallito attentato dell’Addaura, sostenendo la pubblica accusa nel processo di Capaci nel corso dei giudizi di I e II grado. Oggi segue in prima persona le indagini sulle stragi del 1993. È autore di numerosi libri tra cui Falcone. Inchiesta per una strage (1998) Perché fu ucciso Giovanni Falcone (2001) I misteri dell’Addaura… ma fu solo Cosa Nostra? (2001) e Le faide mafiose nei misteri della Sicilia (2003).

 

Marco Bova è un giornalista e videomaker, già collaboratore di Agi (Agenzia Italia) e Il Fattoquotidiano.it per cui ha seguito cronaca e approfondimenti dalla Sicilia occidentale. Di recente ha scritto per i settimanali TPI e L’Espresso. Autore di diversi documentari è autore del libro-inchiesta Matteo Messina Denaro, Latitante di Stato (Ponte alle Grazie 2021) dopo aver approfondito la figura dell’ormai ex primula per anni. Collabora con Report. Ha collaborato con Rai, Bbc, Die Zeit, Le Temps, Al Jazeera, Rt tv, Ruptly, Ajplus, La Repubblica-Palermo, Il Riformista, Malitalia.it, Tiscali.it e Left. 

 

Simona Zecchi è giornalista e autrice d’inchiesta. Ha pubblicato inchieste su grandi casi irrisolti italiani tra i quali l’omicidio Pasolini: Pasolini, massacro di un Poeta (Ponte alle Grazie 2015) La criminalità servente nel Caso Moro (La nave di Teseo 2018) e di nuovo su Pasolini, L’Inchiesta Spezzata (Ponte alle Grazie 2020). Diverse le sue esclusive pubblicate sulla stampa nazionale (Fatto Quotidiano, TPI ed Espresso) su mafia, stragi eversione e in generale avvenimenti che hanno inciso sul nostro passato più recente. Ha collaborato con testate TV e stampa nazionali e internazionali. È consulente editoriale per progetti d’inchiesta di altri autori per la casa editrice Ponte alle Grazie (Gruppo GeMS): a oggi tre i lavori da lei curati (Matteo Messina Denaro, latitante di Stato e Meloni segreta (entrambi editi da Ponte alle Grazie), il terzo è in uscita nell’ autunno del 2023.  Scrive su L’Espresso.

DUMB TYPE. The politics of sound and vision

In occasione della partecipazione dei Dumb Type in mostra con la video installazione LOVE/SEX/DEATH/MONEY/LIFE, un incontro con Shiro Takatani – uno dei membri fondatori nel 1984 del collettivo giapponese – sulla storia e sull’evoluzione della loro poetica dagli esordi al Padiglione Giappone ai Giardini dell’ultima Biennale di Venezia. Dialogano con Takatani i due curatori insieme con Franco Laera e Daniele Perra.
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Docente, giornalista e curatore, Daniele Perra è responsabile dei progetti speciali di exibart e curatore della exibart digital gallery. È docente all’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, al DAMS di Brescia, all’Università Cattolica di Milano e allo IED di Milano.
 
Direttore artistico e produttore, Franco Laera nel 1989 fonda il nuovo organismo di ideazione e produzione artistica interdisciplinare Change Performing Arts, che si occupa di ideazione e produzione di progetti a livello internazionale in collaborazione con istituzioni, festivals e teatri di tutto il mondo, con il coinvolgimento di artisti della scena mondiale.

TRA LE MURA

In occasione della Project Room, Laboratorio Carcere promuove TRA LE MURA un ciclo di seminari di confronto tra ricercatori, professionisti e istituzioni protagonisti di sperimentazioni concrete nelle carceri italiane per facilitare la messa in rete delle conoscenze prodotte con l’obbiettivo di trasformarle presto in un ‘sapere operativo’.

Al PAC il primo incontro #01 pratiche e progetti, mette a confronto tre esperienze Milano, Roma e Napoli dove l’università in collaborazione con le carceri cittadine ha sperimentato la modificazione concreta degli spazi detentivi: da interventi puntuali di adattamento dei luoghi alla realizzazione di piccole nuove strutture. Il seminario proverà a raccontare “vizi e virtù” dell’esperienza maturata sul campo, facendo emergere cosa può essere di esempio in altri contesti e quali errori evitare.

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Laboratorio Carcere per Milano, Politecnico di Milano
Pisana Posocco per Roma, Sapienza Università di Roma
Maria Rosaria Santangelo per Napoli, Università degli Studi Federico II Napoli

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Incontro a cura di Gianfranco Orsenigo

Intervengono:

Massimo Bricocoli, DAStU – Politecnico di Milano

Guya Bertelli, DAStU – Politecnico di Milano

Giorgio Leggeri, Direttore della Seconda Casa di Reclusione di Milano-Bollate

Giacinto Siciliano, Direttore della Casa Circondariale F. Di Cataldo Milano-San Vittore

Francesco Maisto, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano

IL PAC NON DIMENTICA

In occasione della commemorazione della strage mafiosa di via Palestro del 1993, un talk tra il curatore del PAC Diego Sileo e il giornalista Marco Bova che partendo dal suo recente libro d’inchiesta Matteo Messina Denaro, latitante di Stato racconterà le varie tesi dell’attentato supportate anche da ulteriori elementi emersi recentemente.
 
“La Strage di via Palestro è ancora uno degli interrogativi aperti della stagione stragista degli anni novanta. E’ l’attentato di cui conosciamo meno dettagli e probabilmente non è una casualità. Indagini e processi non sono neppure riusciti a stabilire se il Pac fosse il vero obbiettivo di quell’autobomba, esplosa alle 23.14 del 27 luglio 1993. Un orario da ricordare a lungo, visto che secondo alcuni pentiti, l’esplosione, sarebbe dovuta avvenire a mezzanotte, in contemporanea con gli attentati alle chiese di Roma. Di certo, uno che potrebbe aggiungere alcuni dei tasselli mancanti è Matteo Messina Denaro, boss di Castelvetrano, l’unico dei registi di quella stagione, tuttora ricercato. La sua latitanza è un ricatto in fieri, ma si fatica ad ammetterlo. Lo Stato lo cerca da quella calda estate del 1993: il 27 luglio, quando esplose l’autobomba di via Palestro, era già un ricercato. Le sentenze hanno dimostrato il suo ruolo strategia stragista, avviata all’indomani della condanna definitiva per il Maxiprocesso a Cosa Nostra, ma il puzzle che si sta lentamente componendo restituisce un dietro le quinte ben più complesso. Anche la Strage di via Palestro, come altri momenti tragici di quegli anni, rientra tra le operazioni rivendicate dalla sigla Falange Armata, che a distanza di un trentennio – più che ad un’organizzazione terroristica – appare simile alle sembianze di un’operazione di intelligence. Una tesi supportata anche da ulteriori elementi emersi recentemente, come la testimonianza di un ex agente Cia, snocciolata nel libro ‘Educazione Americana’ di Fabrizio Gatti, poco acclamato dalla stampa mainstream, ma apprezzato dagli addetti ai lavori. Un testo in cui si raccontano di alcuni sopralluoghi effettuati pochi giorni prima dalle ‘barbe finte’ d’Oltreoceano. Ma soprattutto dall’ultimo accertamento, condotta dalla Procura di Firenze, sull’identità di una donna, presente sul luogo della Strage milanese, così come segnalato per l’attentato di via dei Georgofili, in terra toscana e di via Fauro a Roma. La prima segnalazione, probabilmente, è quella del Sisde, datata agosto 1993, in cui si fa riferimento ad una tale ‘Cipollina’. La tesi è stata confermata anche da due testimoni, che hanno tracciato un’identikit diffuso già negli anni novanta, ma gli ultimi riscontri hanno dato un nome e un cognome a quella donna. Le recenti indagini, infatti, hanno trovato la compatibilità tra quel ‘photofit’ ed una foto sequestrata in quel triste 1993 ad Alcamo, nel trapanese, durante una curiosa perquisizione in una villa ‘gestita’ da due carabinieri, in cui fu trovata una santabarbara. Una donna dai capelli biondi, che si è riconosciuta in quella foto, smentendo però ogni sua responsabilità dietro la Strage di via Palestro. Una pista che porta dritto al territorio di ‘Matteo Messina Denaro, latitante di Stato’, che le nostre istituzioni non sanno o non vogliono arrestare.” Marco Bova

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Marco Bova (Erice, 1989) è giornalista freelance e videomaker, collaboratore di AGI (Agenzia Italia) e ilFattoquotidiano.it per cui segue cronaca e approfondimenti dalla Sicilia occidentale. Autore del libro ‘Matteo Messina Denaro, latitante di Stato’, (2021, ed.Ponte alle Grazie) e del docufilm ‘Berlusconi: La Genesi’ (2011). Regista dei documentari ‘Ciapani – Trapani senza marketing’ (2017), e La forza delle donne (2018), ha pubblicato articoli su numerose testate italiane e internazionali.

PEDRO LEMEBEL: UNA LETTURA TRANSMODERNA

In occasione di Milano Pride 2022, un talk con Ariase Barretta per approfondire la figura di Pedro Lemebel, saggista, cronista e romanziere cileno.

 

Nell’opera di Pedro Lemebel si riconosce una forma costante di trans-testualità come riflesso del magma fluttuante transmoderno, delle dinamiche di comunicazione globale e di trasmissione di informazioni in tempo reale. L’artista/scrittore cileno si oppone apertamente ai fondamenti della società neoliberista e capitalista per proporre un rinnovato pensiero altermondista, la cui conseguenza è il recupero di quella visione utopica che era andata perduta nei processi di assimilazione riformista degli anni ’90. È il motivo per cui, con assoluta determinazione, contrappone il valore e la carica rivoluzionaria della fluidità di genere e del transfemminismo intersezionale alla politica femminista radicale e trans-esclusiva.

Non a caso, è possibile individuare nel suo lavoro elementi delle principali teorie critiche di natura politico-rivoluzionaria, come il Freudomarxismo, il Costruttivismo radicale, le Teorie antisociali e le nuove Teorie utopiche. Tuttavia, l’aspetto più interessante della sua dialettica è una possibile collocazione dell’identità in un campo estraneo a tutte queste teorie e associato a una forma archetipica di identificazione pansessuale, anteriore a tutte le definizioni moderne, di natura arcaica e proto-queer. Insomma, se è vero che niente può essere più moderno del transmoderno (ed è così), nessuno può essere più moderno di Pedro Lemebel (ed è così).

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Ariase Barretta è nato a Napoli e vive a Madrid. È Dottore di ricerca in Letteratura Ispanoamericana presso l’Università Complutense di Madrid. Ha pubblicato i romanzi Litany (2010), Darkene (2012), Psicosintesi della forma insetto (2014), H dalle sette piaghe (2015), Living Fleshlight (2018), tutti editi da Meridiano Zero, e Cantico dell’abisso (2021 – Arkadia). Nel 2018 ha fondato con Manuela Maroli il duo di Letteratura performativa Sacrificium Viduae, con cui ha realizzato le opere Luce di carne viva e Le lacrime di Venere. Attualmente si occupa di Queer Art e Transmodernismo, con particolare riferimento all’opera dell’artista/scrittore cileno Pedro Lemebel.

OMAGGIO A PIER LUIGI TAZZI. Le sue mostre, il suo metodo.

La tavola rotonda vuole essere un primo momento di confronto attorno al critico d’arte e curatore toscano Pier Luigi Tazzi – scomparso improvvisamente nel 2021 – e al suo modo di lavorare che, dagli anni ’70 sino agli ultimi giorni della sua attività, ha elaborato e messo in campo con costanza e capacità di evoluzione, in linea con la prassi di curatore militante che egli ha perfettamente incarnato. La sua volontà di far emergere al meglio le caratteristiche essenziali dell’artista, del luogo o del contesto culturale sarà analizzato dai relatori soffermandosi su alcuni casi particolari.

 

Gli interventi e le testimonianze ruoteranno attorno ad alcune mostre e progetti specifici di Tazzi. L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, incentrerà il suo intervento sul viaggio in Cina che hanno compiuto assieme nel 2019; invece l’artista Liliana Moro si soffermerà su alcuni progetti che hanno condiviso nel corso degli anni ’90, mentre l’artista Remo Salvadori si focalizzerà su quelli a cavallo degli anni 2000 come la mostra del 2001 “Watou Poeziezomer”.  Il curatore e critico Marco Scotini affronterà l’analisi degli anni caratterizzati dalla globalizzazione per mezzo della loro collaborazione al progetto “Dopopaesaggio”, mentre la critica e curatrice Francesca Pasini inizierà la sua analisi dal ricordo del Padiglione Italia curato da Tazzi nella Biennale di Venezia del 1988 e infine l’intervento di Cloe Piccoli indagherà le sue modalità di lavoro attraverso il ricordo di Documenta 1992, che egli co-curò sotto la direzione di Jan Hoet.

 

La tavola rotonda sarà introdotta dal curatore del PAC Diego Sileo e coordinata dal critico e curatore Lorenzo Bruni che metterà in evidenza un importante punto di svolta del metodo Pier Luigi Tazzi all’inizio degli anni 2000, in particolare negli anni che vanno dalla mostra “Finale di partita”,  che egli ha curato a  Firenze nel 2001, a quelli che lo portarono a lavorare in Giappone per la  mostra dal titolo “Happiness”,  che Tazzi curò nel 2003 assieme a David Elliott presso il Mori Art Museum di Tokyo.

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Pier Luigi Tazzi Nato a Colonnata (FI) nel 1941, Pier Luigi Tazzi Dal 1976 al 1986 è stato professore alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, oltre a essere stato Lecturer al Goldsmith College di Londra e alle Università di Stoccolma e Kassel. Ha ideato e organizzato con Egidio Mucci i convegni “Critica” a Montecatini Terme: “Critica O” (1978), “Critica 1 (1980), “Critica 2 (1982), “Critica1984″ (1984). Ha collaborato inoltre con riviste italiane e straniere, tra cui Ottagono, Casabella, Wolkenkratzer, Art Forum, Museumjournaal. Nel 1992 Tazzi è tra i curatori della IX documenta di Kassel, insieme a Bart de Baere e Denys Zacharopoulos, con la direzione artistica di Jan Hoet. Dal 1998 è stato presidente della Fondazione Lanfranco Baldi onlus di Pelago. Oltre alla Biennale di Venezia nel 1988 e alla documenta del 1992, dagli anni Novanta ai Duemila ha curato le mostre Wounds / Democracy and Redemption in Contemporary Art, Moderna Musset, Stoccolma, 1997; Watou Poeziezomer 2001 / Een lege plek om te blijven; Arte all’Arte 6 / Voices over, Volterra Colle di Val d’Elsa Montalcino Casole d’Elsa San Gimignano Poggibonsi, 2001; Happiness / A Survival Guide for Art and Life, Mori Art Museum, Tokyo, 2003/2004; Rites de passade, Schunck- Glaspaleis, Heerlen, 2009; Aichi Triennale 2010 / Arts and Cities, Nagoya; Adel

 

Foto in copertina: David Elliott

Foto della gallery: Gianni Melotti

 

UNA LEZIONE CLINICA AL PAC

In occasione della Project Room ANATOMIA DI UN ARCHIVIO , un talk per approfondire il lavoro del neurologo bolognese e pioniere del cinema scientifico Vincenzo Neri, una proiezione antologica commentata della sua collezione cinematografica (1908-1928) e un esame neurologico dal vivo.

 

Sul calco del celebre dipinto del 1887 Une leçon clinique à la Salpêtrière, che ritrae Jean-Martin Charcot attorniato da colleghi e studenti durante una dimostrazione clinica, i filmati restaurati realizzati da Vincenzo Neri tra il 1908 e il 1928 presso i più importanti ospedali e cliniche tra Parigi e Bologna sono proiettati e commentati dal vivo da Lorenzo Lorusso e Simone Venturini, studiosi della storia e dell’archeologia cinematografica della neurologia.

 

I partecipanti alla soirée potranno così apprendere le pratiche e i segreti alla base della semeiotica neurologica e del cinema medico-scientifico delle origini e fare proprio un immaginario cinematico e medicale stupefacente e perturbante. Le pratiche di analisi clinica adottate da Neri e dai suoi colleghi del tempo hanno la loro storia, ma anche la loro eredità e attualità. Alla proiezione farà quindi seguito una performance inedita, capace di restituire la validità e persistenza del metodo analitico neurologico nel presente.

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Lorenzo Lorusso è Direttore del reparto di Neurologia e Stroke Unit dell’A.S.S.T.-Lecco, ospedale di Merate, è studioso di Storia della Medicina con un particolare riguardo alle Neuroscienze. Ha ricoperto l’incarico di presidente dell’International Society for the History of the Neuroscience (ISHN) e di responsabile dell’History Committee per la Federation of European Neuroscience Societies (FENS). Si interessa della storia dell’applicazione delle immagini in movimento in Medicina e della sua influenza in ambito didattico, scientifico e divulgativo. Ha presentato relazioni sull’importanza del cinema per lo sviluppo scientifico in vari congressi nazionali e internazionali. Scrive articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali e pubblica libri per conto dell’Oxford University Press e Springer-Nature.

 

Simone Venturini è professore di cinema, fotografia, televisione e nuovi media all’Università degli Studi di Udine. Coordina il Corso di Studi in Discipline dell’audiovisivo, dei media e dello spettacolo. Coordinatore di FilmForum, ha co-fondato il laboratorio di restauro del film e del video La Camera Ottica.

È specializzato nello studio delle pratiche di archivio, nella storia e archeologia dei media e nello studio tecnologico, culturale e produttivo del cinema italiano. È parte del Comitato scientifico di L’Avventura – International Film and Media Studies Journal e dello steering committee di Immagine. E’ il direttore della collana Plexus (Meltemi). Pubblica per Springer, Berghahn, Amsterdam University Press, Meson Press, Carocci, Il Castoro, Marsilio, e in riviste quali Journal of Film Preservation, Cinéma & Cie, Bianco e Nero, Cinergie.

TALK CON ARTUR ŻMIJEWSKI

In occasione della mostra QUANDO LA PAURA MANGIA L’ANIMA, Artur Żmijewski incontra il pubblico raccontando l’esposizione al PAC, la relazione tra emozioni estreme e le loro espressioni fisiche e i nuovi lavori pensati e realizzati per la mostra tra cui Refugees/Cardboards, un lungo murale fotografico in bianco e nero dal quale emergono figure umane che hanno l’aspetto di profughi: l’opera è ispirata alla crisi dei rifugiati scatenatasi al principio del 2021 al confine tra la Bielorussia e la Polonia, ma che oggi inevitabilmente sono l’immagine anche delle attuali oppressioni belliche in Ucraina.

 

Żmijewski ha esposto in mostre personali e collettive presso musei e istituzioni di tutto il mondo, tra cui documenta 12 e 14, Biennale di Venezia, MoMA di New York, Tel Aviv Museum of Art e Neuer Berliner Kunstverein. Nel 2012 ha curato la settima edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino.

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Ingresso gratuito, senza prenotazione.

TALK CON DIEGO SILEO

La Cineteca Milano MEET (ex Spazio Oberdan) ospita un talk di Diego Sileo, curatore della mostra di Artur Żmijewski che introduce la proiezione del film di Roman Polanski LA MORTE E LA FANCIULLA (1994, durata 105′, proiezione in lingua originale sottotitolata ITA).

 

Le opere di Artur Żmijewski riflettono la preoccupazione per i problemi socio-politici della nostra contemporaneità e attraverso di essa l’artista esamina frequentemente i meccanismi del potere e dell’oppressione all’interno dell’ordine sociale esistente – così come i conflitti di vario tipo che rasentano la violenza – mentre espone l’istintiva inclinazione umana al male.

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Con il biglietto della mostra in corso al PAC sarà possibile accedere a una proiezione della rassegna cinematografica Polanski con il biglietto ridotto a € 3.

Presentando alla biglietteria del PAC un biglietto della retrospettiva Polanski si otterrà l’ingresso ridotto alla mostra a € 4.

Viale Vittorio Veneto 2, angolo piazza Oberdan, Milano

 

Guarda il trailer

QUO VADIS, AIDA?

Cineteca Milano MEET (ex Spazio Oberdan) ospita un talk con Diego Sileo, curatore della mostra di Tania Bruguera, che precede la proiezione del film QUO VADIS AIDA? della regista Jasmila Zbanic (2020): ispirandosi a una storia vera, realizza un dramma incalzante con protagonista Aida, un’interprete che lavora per l’ONU e che fa di tutto per salvare la sua famiglia e la sua gente dagli aguzzini dell’esercito invasore serbo con un coraggio che sarà difficile dimenticare.

Il film, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, è candidato all’Oscar come Miglior Film Internazionale per la Bosnia ed Erzegovina.

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📍 Cineteca Milano 𝗠𝗘𝗘𝗧
MEET Digital Culture Center
Viale Vittorio Veneto 2 , Milano Porta Venezia

 

Ingresso ridotto € 3 per chi si presenta in cassa con il biglietto mostra PAC.
Conservando il biglietto del film si accede alla mostra con biglietto ridotto € 4,00.
Si accede alla sala solo con GreenPass rafforzato digitale o cartaceo e indossando mascherina Ffp2.

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

Una proiezione speciale in occasione della Giornata della Memoria: la versione inedita e integrale del making of dell’opera The poor treatment of migrants today will be our dishonor tomorrow – una bandiera europea in velluto alta 4 metri – ideata dall’artista per il PAC e realizzata grazie alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti (ANED). Il video documenta racconti e testimonianze di alcuni sopravvissuti e discendenti di deportati nella Seconda Guerra Mondiale, durante le sessioni che li hanno visti riunirsi al PAC per cucire il filo spinato che unisce le stelle della grande bandiera esposta. La proiezione sarà preceduta da un collegamento con l’artista Tania Bruguera, in dialogo con il curatore della mostra Diego Sileo, alcuni esponenti associazione ANED e altri ospiti.

↓ Guarda il trailer ↓

 

CASA AZUL

Con due appuntamenti speciali a gennaio, il libro Casa Azul di Giulia Iacolutti e il lavoro di Daniele Costa, il PAC prosegue a raccontare tutte le realtà e le identità possibili attraverso lo sguardo degli artisti perché le differenze siano un valore aggiunto e non un ostacolo.
In occasione della Project Room Casa Azul di Giulia Iacolutti, curata da Giulia Zorzi al PAC, un talk presenta il libro omonimo, co-pubblicato nel giugno 2019 dalle case editrici the(M) éditions di Parigi e studiofaganel di Gorizia.
Il dialogo verterà sulla rappresentazione di situazioni marginali attraverso la fotografia e l’oggetto libro.
A questo proposito è particolarmente significativa la presenza di Porpora Marcasciano, attivista, e di Lina Pallotta, autrice del libro di prossima uscita “Porpora”, recentemente premiato dall’Italian Council.

 

Casa Azul è un’indagine socio-visiva sulle storie di vita di cinque donne trans recluse in uno dei penitenziari maschili di Città del Messico. ‘Azul’ (blu) è il colore degli abiti che le donne trans, come tutti i detenuti maschi del penitenziario, sono obbligate a indossare. Iacolutti racconta la loro storia usando la fotografia nelle sue potenzialità visuali e simboliche.

 

Scopri di più sulla Project Room Casa Azul >>

 

Intervengono:
Lina Pallotta, fotografa documentaria
Porpora Marcasciano, attivista, sociologa e scrittrice
Giulia Iacolutti, fotografa e artista visiva
Giulia Zorzi, curatrice della Project Room e co-fondatrice di Micamera Bookstore
Diego Sileo, curatore del PAC

ESTETICA DEL POTERE

Una visita guidata con il prof. Matteo Saudino, un viaggio in tre tappe filosofiche tra le opere dell’artista Tania Bruguera ragionando e dialogando sui luoghi e sui simboli del potere. Per riflettere sull’arte come cura e verità.

 

Posti limitati, prenotazione consigliata.

La partecipazione alla visita guidata è gratuita previo acquisto biglietto mostra speciale € 4,00 (in loco).

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Il prof. Matteo Saudino insegna Filosofia e Storia da 20 anni presso i licei torinesi. Ha collaborato con l’Università di Torino come docente di Istituzioni Politiche presso la Suola di Specializzazione per insegnanti. Autore per Pearson-Paravia del manuale Per essere cittadini (2007), partecipa regolarmente a festival e tiene conferenze e seminari di filosofia in tutta Italia e si occupa di formazione per enti pubblici e imprese private. Ha pubblicato il volume di poesie Fragili Mutanti (Eris Edizioni, 2012). Coautore del libro Il Prof fannullone (ed. Nuova Promo, 2017) e Cambiamo la scuola (Eris edizioni, 2021), è l’ideatore del popolare canale YouTube di divulgazione filosofica e storica BarbaSophia che conta oltre 190.000 iscritti. Ha pubblicato La filosofia non è una barba (Vallardi editore, 2020) da cui è tratto lo spettacolo filosofico Muoio ergo sum (2021).

TALK CON TANIA BRUGUERA

La Cineteca Milano MEET (ex Spazio Oberdan) ospita un talk dell’artista Tania Bruguera che introduce la proiezione del documentario di Gianfranco Rosi FUOCOAMMARE (2016, durata 106′).
Artista tra le più influenti sulla scena globale e attivista, Tania Bruguera indaga le strutture di potere e il loro effetto sulle persone più vulnerabili della società. In occasione della sua personale al PAC di Milano – dove il pubblico potrà interagire con installazioni e azioni attivate quotidianamente da performers – l’artista introdurrà la proiezione insieme con il curatore della mostra Diego Sileo e Roberto Pinto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Bologna che ha lavorato con l’artista sul tema della migrazione.
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H 19 talk con Tania Bruguera
H 20 proiezione
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
I partecipanti al talk potranno visitare la mostra PAC con ingresso ridotto.
Viale Vittorio Veneto 2, angolo piazza Oberdan, Milano

FAMIGLIE FAVOLOSE

L’evento precedentemente organizzato per il 29, è stato posticipato al 30.

 

In occasione del Milano Pride 2021, il PAC presenta il libro Famiglie Favolose, un caso editoriale nato dal crowdfounding, un libro illustrato per bambini che parla di amore attraverso le avventure di 7 famiglie di animali non convenzionali, un modo originale per spiegare ai bambini che non tutte le famiglie sono formate da una mamma e da un papà e che famiglia è dove c’è amore.

Il libro tratta differenti temi: dalle famiglie non convenzionali alle separazioni, dalla diversità alla costruzione di nuove relazioni, dalla libertà di amare al diritto alla scelta; tutte questioni complesse che pure sono affrontate con estrema naturalezza, semplicità, leggerezza, senza moralismi né infingimenti.

Intervengono Francesco Maddaloni e Guido Radaelli, autori del libro

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Francesco Maddaloni è un giornalista e autore televisivo. Tra le altre produzioni nel 2018 ha lavorato come autore per la docu-serie di LaEffe Love me gender, che ha esplorato i temi dell’identità di genere e delle famiglie non-convenzionali in Italia. Francesco ama suonare il piano e cucinare. E sogna non troppo segretamente di avere un cane di nome Giasone.

 

Guido Radaelli si occupa di marketing e comunicazione. Negli ultimi dodici anni ha lavorato tra Milano, Parigi e New York inseguendo la sua grande passione: dare vita a idee che ancora non ci sono. Non sa cucinare, ma apprezza chi lo fa. È cintura nera in composizioni di fiori e forse un giorno avrà un giardino in cui coltivarli.

PRIGIONE N°5

 

L’artista e giornalista curda Zehra Doğan presenta in anteprima la sua graphic novel Prigione n.5, diario illustrato dal carcere dove è stata rinchiusa: la prigione numero 5 di Diyarbakir, nella Turchia orientale, inscritta nella storia del paese come luogo di persecuzione, ma anche di resistenza e di lotta del popolo curdo. Testimonianza autobiografica di straordinario coraggio e profonda ingiustizia, la graphic novel pubblicata da BeccoGiallo (2021) è il risultato di un lavoro ostinato e creativo che ha trasformato quasi tre anni di reclusione in resistenza. I disegni che lo compongono, fatti uscire clandestinamente dalla prigione, sono stati realizzati da Zehra Dogan nonostante la mancanza di materiale, sfidando muri e divieti. La graphic novel, presentata dall’artista insieme al direttore della casa editrice Federico Zaghis, sarà il punto di partenza per aprire un dialogo con la curatrice della mostra Elettra Stamboulis su attivismo e pratica femminista nell’arte, e con il direttore del Festival dei Diritti Umani Danilo De Biasio per inquadrare l’esperienza dell’artista nel più ampio contesto storico-politico e umanitario in relazione al tema dei diritti umani e dei diritti violati.

 

Zehra Doğan è un’artista, attivista e giornalista curda, incarcerata dalle autorità turche per un disegno. Le sue opere sono state esposte al Peace Forum di Basilea, al Drawing Center di New York, alla Tate Modern di Londra, al Museo di Santa Giulia di Brescia, al PAC di Milano, all’Opéra de Rennes e alla Biennale di Berlino. Nel 2020 ArtReview l’ha inserita tra i 100 artisti più influenti al mondo.

MAKING ROOM FOR SOUND

Room is made. Let’s free the elephant now. Nel museo d’arte contemporanea lo spazio per il suono esiste ed è probabilmente sempre esistito. Come rendere l’invisibile o rimosso inevitabile? Fra Tuning e “ridare forma”, le strategie sperimentate a Tate Modern per espandere la missione del museo di conservare, fare ricerca e diffondere. Andrea Lissoni dialogherà con il duo artistico Invernomuto e Iolanda Ratti, conservatore del Museo del Novecento.

 

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Andrea Lissoni è Senior Curator International Art (Film) presso Tate Modern, Londra dal 2014 e recentemente è stato nominato direttore di Haus der Kunst, Monaco.Fra il 2011 e il 2015 e’ stato curatore di PirelliHangarBicocca, Milano. Fra le ultime mostre curate presso Tate Modern la Turbine Hall Commission di Philippe Parreno e Joan Jonas. È co-curatore della Biennale de l’Image en Mouvement The Sound of Screens imploding, Centre d’Art Contemporain Genève, 2018.

 


 

TALK | Andrea Lissoni in dialogo con Invernomuto e Iolanda Ratti

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ARMOCROMIA”

Il PAC di Milano ospita, nella cornice della mostra di Cesare Viel, la presentazione del libro Armocromia (ed. Vallardi) di Rossella Migliaccio, fondatrice dell’Italian Image Istitute,  giunto alla 4° edizione in soli 10 giorni.
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Il concetto di assenza intorno al quale è costruita la mostra al PAC ha una natura assimilabile a quella del bianco: è il risultato della convergenza di un ampio spettro di componenti cromatiche che agiscono all’unisono, variando di volta in volta il coefficiente dei singoli apporti per determinare le diverse nuances con cui il loro cooperare viene alla luce. 
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Un dialogo scanzonato tra gli aspetti teorici, pratici, storici e culturali dell’Armocromia (o Color Analysis) e l’arte contemporanea per capire quando abbiamo smesso di usare i colori e perché ci possono insegnare a rivedere la nostra storia e, talvolta, a iniziarne una nuova.
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Con:
Rossella Migliaccio
Diego Passoni, conduttore radiofonico e televisivo
Diego Sileo, curatore del PAC e della mostra

FABIO MAURI. SCRITTI IN MOSTRA

Nell’opera di Cesare Viel il linguaggio e la parola sono ricercati con determinazione attraverso vari passaggi e riflessioni. Riflessioni cui non sono estranee esperienze di un maestro come Fabio Mauri. La vicinanza di Viel all’artista, filosofo, scrittore, editore Fabio Mauri (uno dei massimi esponenti dell’avanguardia italiana), oltre che da una serie di analogie compositive sull’uso della parola scritta nell’opera d’arte, è soprattutto riscontrabile in un comune atteggiamento intellettuale. Una sensibilità espressiva, fatta di meditazione e trascendenza, a cui Viel è straordinariamente vicino.
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I testi raccolti in hanno accompagnato il percorso estetico di Fabio Mauri per cinquant’anni. Alcuni sono stati pensati come parte integrante di una mostra o come analisi di un’opera o di un autore, altri sono appunti in qualche modo autobiografici, legati ad accadimenti e incidenti: istanti privati che diventano drammaticamente pubblici. Ogni evento si trasforma in linguaggio, un linguaggio che non si limita a descrivere ma interpreta la realtà. E ce la restituisce attraverso la poetica di uno dei maggiori artisti del dopoguerra.
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Presenta il libro Fabio Mauri. Scritti in mostra Francesca Alfano Miglietti – autrice del libro, teorico e critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano – in dialogo con Diego Sileo, curatore della mostra di Cesare Viel.

HOTEL ROMA – RITRATTO DI UN AMICO

Cesare Viel presenta, insieme al regista Gianfranco Barberi, il film Hotel Roma sulla vicenda di una sua lecture-performance dedicata a Cesare Pavese.
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Azione in una stanza, la numero 346 dell’Hotel Roma a Torino, dove Cesare Pavese si tolse la vita nell’agosto 1950. Cesare Viel voleva leggere proprio in quella camera alcuni brani del testo “Ritratto d’un amico” che Natalia Ginzburg scrisse per l’amico scomparso, ma non fu possibile. Il giorno prima uscì su “La Stampa” un articolo che attaccò il progetto e l’hotel ritirò il consenso all’utilizzo della stanza, prima concesso.
Il video Hotel Roma – Ritratto di un amico, per la regia di Gianfranco Barberi, mostra il farsi e il disfarsi del progetto, ed è stato presentato nel 2000 alla XVIII edizione del “Torino Film Festival”.
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Durata film: 34 min

LA GAIA CRITICA di Mario Mieli a confronto con Cesare Viel

Identità e Genere in un suggestivo confronto tra i testi di Mario Mieli e le opere di Cesare Viel. Con la partecipazione di Paola Mieli, Massimo Prearo, Cesare Viel e Diego Sileo.
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Paola Mieli è psicoanalista a New York, Presidente di Après-Coup Psychoanalytic Association. Membro di Le cercle freudien di Parigi e della Fédération Européenne de Psychanalyse (Strasburgo), è corrispondente della rivista Insistance: Art, Psychanalyse, Politique (Parigi). Insegna al Dipartimento di Photography and Media Sciences della School of Visual Art di New York ed è ricercatore associato del Centre de Recherches Psychanalyse, Medicine et Société all’università Diderot – Paris VII. I suoi libri più recenti sono: Figures of Space: Subject, Body, Place (Agincourt Press, New York 2017); A Silver Martian-Normality and Segregation in Primo Levi’s Sleeping Beauty in the Fridge, (CPL Editions, New York 2014).
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Massimo Prearo (PhD EHESS Parigi) è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona. È curatore del libro Politiche dell’orgoglio. Sessualità, soggettività e movimenti sociali (Edizioni ETS, Pisa 2015) e autore, in italiano, di: La fabbrica dell’orgoglio. Una genealogia dei movimenti LGBT (Edizioni ETS, Pisa 2015), e con Sara Garbagnoli, La crociata “anti-gender”. Dal Vaticano alle manif pour tous (Kaplan, Torino 2018). È responsabile scientifico del Centro di ricerca PoliTeSse – Politiche e Teorie della Sessualità a Verona.
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Photo: Ritratto di Mario Mieli. Courtesy Archivio Mario Mieli

LE RELAZIONI OLTRE LE IMMAGINI – DEMOCRAZIA, NORME, UTOPIE

Al PAC di Milano ha luogo la Seconda Giornata di Studio de Le Relazioni oltre le Immagini, ciclo di incontri di approfondimento sulle tendenze attuali dell’arte pubblica e sulle loro implicazioni nello spazio sociale contemporaneo, nell’ambito del public program ArtLine Milano, progetto d’arte pubblica del Comune di Milano nel parco di CityLife.
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Esistono altre forme possibili di democrazia? Come l’arte nella sfera pubblica si fa strumento di immaginazione ed esplorazione di una democrazia partecipata basata sulla riflessione critica piuttosto che sulla ricerca del consenso? Che ruolo ha l’artista in uno spazio pubblico e condiviso?
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La giornata di studio, attraverso il contributo di direttori di musei, teorici, curatori e artisti, mira ad affrontare il rapporto tra arte, istituzioni e immaginario collettivo rispondendo a questi interrogativi da un punto di vista teorico-storico-filosofico e pratico-politico-artistico, senza tralasciare gli aspetti normativi e i limiti legati all’operare nello spazio pubblico.
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Interventi di Irit Rogoff, Charles Esche, Antoni Muntadas, Iida Shihoko, Tania Bruguera, Federico Rahola, Olu Oguibe.
Moderano Cecilia Guida, responsabile public program ArtLine, Roberto Pinto, coordinatore ArtLine, e Diego Sileo, curatore del PAC.
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Due tra gli interventi proposti saranno inoltre occasione d’incontro con due protagoniste della prossima stagione espositiva del PAC: Tania Bruguera esporrà al PAC nel marzo 2020 con una personale in occasione di Miart e Art Week, e Iida Shihoko nell’autunno 2020 curerà al PAC la mostra sull’arte contemporanea giapponese.
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PROGRAMMA
10.30-10.45 Saluti istituzionali, Marco Edoardo Minoja, direttore Cultura del Comune di Milano
10.45-11 Introduzione ai temi della giornata di studio a cura di Cecilia Guida, Roberto Pinto, Diego Sileo
11-12 Keynote: Divenire ricerca di Irit Rogoff
12-13 Keynote: La possibilità demodernizzante di Charles Esche
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14.30 Pubblico? Spazio e comunità di Antoni Muntadas
15 I curatori possono avere autonomia nella realizzazione delle mostre? – Dalla Triennale di Aichi 2019 di Iida Shihoko
15.30 Arte in sincronia con il tempo politico di Tania Bruguera
16 Not a story to pass on: appunti per una teoria politica delle rovine di Federico Rahola
16.30 L’impegno nello spazio pubblico: progetti realizzati e in corso di Olu Oguibe
17-18 Q&A
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Per maggiori informazioni scrivere a artlinemilano@comune.milano.it
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BIOGRAFIE
Irit Rogoff è scrittrice, educatrice, curatrice e organizzatrice. È professoressa di cultura visiva presso la Goldsmiths, University of London, dipartimento da lei fondato nel 2002. Rogoff lavora nel terreno di incontro tra pratiche contemporanee, politica e filosofia. Il suo lavoro attuale è sulle nuove pratiche di produzione della conoscenza e sul loro impatto sulle modalità di ricerca, dal titolo Becoming Research (di prossima pubblicazione). Come parte del collettivo “freethought”, Rogoff è stata una delle direttrici artistiche della Triennale norvegese “The Bergen Assembly” del settembre 2016 e redattrice di The Infrastructural Condition pubblicato in seguito alla manifestazione. Rogoff è anche co-fondatrice nel 2017 di “The European Forum for Advanced Practices”, un forum a livello europeo per sviluppare una serie di principi per una forma di ricerca avanzata e orientata alla pratica. Nel 2019 Rogoff ha ricevuto un dottorato onorario dall’Università di Aalto in riconoscimento del suo lavoro nello sviluppo e nell’istituzione del campo della cultura visiva.
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Charles Esche è direttore del Van Abbemuseum, Eindhoven; professore di arte contemporanea e curatela presso l’University of the Arts di Londra e co-direttore di Afterall Research Centre. È consulente alla Jan van Eyck Academie, Maastricht. Ha cocurato “Power and Other Things”, Europalia, BOZAR, Bruxelles 2017; “Art Turns, Word Turns”, Museum MACAN, Jakarta 2017; “Le Musée Égaré”, Kunsthall Oslo 2017
e “Printemps de Septembre”, Tolosa 2016; “Jakarta Biennale 2015”; “31st Sao Paulo Bienal”, 2014, “U3 Triennale”, Lubiana, 2011; “RIWAQ Biennale”, Palestina, 2007 e 2009; “Istanbul Biennale”, 2005; “Gwangju Biennale”, 2002, tra le mostre non museali. Nel 2012 ha ricevuto il “Princess Margriet Award for Culture” e nel 2014 il “CCS Bard College Prize for Curatorial Excellence”.
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Antoni Muntadas affronta attraverso le sue opere questioni sociali, politiche e legate alla comunicazione, il rapporto tra spazio pubblico e privato in ambito sociale, le indagini sui canali di informazione e sui modi in cui sono utilizzati per censurare o diffondere idee. I suoi progetti usano diversi media come la fotografia, il video, le pubblicazioni, Internet e le installazioni multimediali. Dal 1995 Muntadas ha realizzato una serie di lavori e progetti intitolati On Translation. I loro contenuti, le dimensioni e i materiali sono molto diversi tra loro, tutti si concentrano sulla sua esperienza personale e attività artistica in numerosi paesi del mondo all’interno di
un arco di tempo di trent’anni. Riunendo i progetti sotto questa epigrafe, Muntadas fa riferimento a un insieme di esperienze e preoccupazioni reali riguardo alla comunicazione, alla cultura del nostro tempo e al ruolo dell’artista e dell’arte nella
società contemporanea.
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Shihoko Iida ha lavorato come curatrice presso la Tokyo Opera City Art Gallery dal 1998 al 2009, come visiting curator alla Queensland Art Gallery/Gallery of Modern Art di Brisbane per due anni, e consecutivamente per la Triennale di Aichi 2013, il Sapporo International Art Festival 2014 e la Triennale di Aichi 2019.
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Tania Bruguera è una degli artisti più influenti sulla scena artistica globale. Per definire la sua pratica ha sviluppato concetti come “arte comportamentale” (arte de conducta) con particolare attenzione ai limiti del linguaggio e del corpo relativamente alla reazione degli spettatori, e “arte utile” (arte útil) che realizza una trasformazione reale di alcuni aspetti politici e giuridici della società. Il suo lavoro le è valso numerosi premi e mostre, così come la partecipazione alla Biennale di Venezia, a Documenta, alla Turbine Hall della Tate Modern, al MOMA, al Guggenheim e ha esposto in istituzioni internazionali di tutto il mondo.
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Federico Rahola insegna Sociologia dei processi culturali all’università di Genova, co-dirige la rivista “Etnografia” (Il Mulino), è autore di Zone definitivamente temporanee. I luoghi dell’umanità in eccesso (Ombre corte, 2003-2015) e, insieme a Massimiliano Guareschi, di Chi decide? Critica della ragione eccezionalista (Ombre Corte, 2011) e Forme della città (Agenzia X, 2015); attualmente è impegnato in una ricerca collettiva sulle rotte migranti all’interno e intorno ai confini europei.
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Olu Oguibe è uno scrittore e artista multimediale il cui lavoro è spesso a cavallo tra formalismo minimalista e impegno sociale. Le sue opere sono state ampiamente esposte in musei e gallerie, così come in occasione di biennali e triennali. Oguibe ha inoltre realizzato diverse opere pubbliche in molti paesi. Nel 2017 il suo Strangers and Refugees Monument, una scultura pubblica esposta a Kassel, in Germania, ha ricevuto l’Arnold Bode Preis per documenta 14. Oguibe è stato professore di pittura all’Università del Connecticut fino al 2017, anno in cui si è dimesso per occuparsi di arte a tempo pieno.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “MARIELLE, PRESENTE!”

L’amore rivoluzionario di Anna Maria Maiolino incontra una delle figure più rivoluzionarie della recente storia brasiliana: Marielle Franco, l’attivista assassinata a Rio de Janeiro il 14 marzo 2018. Diego Sileo, curatore della mostra, dialoga con Agnese Gazzera, giornalista professionista autrice del libro Marielle, presente!, il primo libro in italiano che ricostruisce la vita, il lavoro e le lotte politico-sociali di Marielle. Con la partecipazione di Marie Moïse, attivista, dottoranda in Filosofia politica all’Università di Padova e Tolosa.
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Il volume (Capovolte editore, 2019) è arricchito da tre interventi. Quello di Monica Benicio, compagna di vita di Marielle, che racconta la storia da un punto di vista più personale, e poi la prefazione e la postfazione rispettivamente di Marie Moïse e Valeria Ribeiro Corossacz (quest’ultima è docente dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), che aiutano a inquadrare la storia dell’attivista e delle lotte transfemministe e intersezionali che ne hanno caratterizzato l’intera vicenda politica e umana.
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Marielle Franco è stata assassinata a Rio de Janeiro il 14 marzo 2018. Aveva 38 anni e da poco più di un anno era l’unica donna nera tra i 51 consiglieri comunali della città brasiliana, eletta nel Partito Socialismo e Libertà (Psol). Nata e cresciuta in una favela, afrodiscendente, lesbica, femminista, aveva fatto di se stessa la propria bandiera: un “corpo politico” con cui affrontare il mondo e lottare per i diritti delle persone che rappresentava, contro il razzismo, le violenze di genere, le diseguaglianze. Anche la sua vita privata e le sue passioni, dalla storia d’amore con una donna all’adesione alle religioni di matrice africana, si riflettevano sul suo impegno di attivista e politica, nella rivendicazione del diritto di essere liberi di esistere e scegliere. Marielle Franco si opponeva anche con fermezza alla politica “sporca”, ai legami tra la criminalità organizzata e lo Stato, e chiedeva a gran voce politiche di sicurezza pubblica rispettose delle favelas e delle periferie. Battaglie scomode, e pericolose. Questo libro racconta un pezzetto della sua storia, umana e politica.

DAVANTI AL PREGIUDIZIO ALZARE LA POSTA: MEGLIO TACERE?

con Jonathan Bazzi, autore del libro, Matteo Colombo e Diego Sileo, curatore del PAC.
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Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia. Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.
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Jonathan Bazzi è nato a Milano nel 1985. Cresciuto a Rozzano, estrema periferia sud della città, è laureato in Filosofia. Appassionato di tradizione letteraria femminile e questionidi genere, ha collaborato con varie testate e magazine, tra cui Gay.it, Vice, The Vision, Il Fatto.it. Alla fine del 2016 ha deciso di parlare pubblicamente della sua sieropositività con un articolo (“Ho l’HIV e per proteggermi vi racconterò tutto”) diffuso in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS.
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Matteo Colombo è oggi tra i più apprezzati e riconosciuti traduttori di letteratura angloamericana. Ha dato voce italiana a Don Delillo, Michael Chabon, Chuck Palahniuk, Jennifer Egan, David Sedaris e per il teatro Elfo Puccini di Milano ha tradotto Red, il testo di John Logan ispirato alla biografia del pittore americano Mark Rothko. Nel 2014 è uscita per Einaudi la sua nuova traduzione del Giovane Holden di J.D. Salinger.
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La mostra di Anna Maria Maiolino O amor se faz revolucionário diventa teatro di una serie di eventi che si svolgeranno al PAC nell’ambito della Pride Week 2019.
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A cinquant’anni anni dai moti newyorkesi di Stonewall, considerati il momento che segnò la nascita del movimento gay in tutto il mondo, oggi come allora è importante difendere e sostenere i diritti civili di tutti, perché l’amore – quello che si è fatto rivoluzionario – non fa differenze di alcun tipo. O amor é amor.
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La domanda è sempre la stessa Why don’t you guys do something?

RIVOLUZIONARE L’AMORE PERCHÉ SIA RIVOLUZIONARIO

con Federico Zappino, autore del libro Comunismo Queer,
in dialogo con Diego Sileo, curatore del PAC.
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La tesi di Comunismo queer. Note per una sovversione dell’eterosessualità è che lo sfruttamento e l’esclusione, all’interno delle società capitalistiche, non hanno solo un carattere universale, ma particolare. Di conseguenza, se vogliamo lottare efficacemente contro il capitalismo, dobbiamo fronteggiare ciascuna delle singole matrici di oppressione da cui trae linfa e sostanza per affermarsi e riprodursi. Nel caso dell’oppressione di genere e sessuale, la sua matrice è l’eterosessualità. Ambire alla sovversione dell’eterosessualità significa lottare contro il capitalismo a partire dalle sue cause, anziché dai suoi effetti più immediati o visibili. In ciò consiste la differenza tra ogni altra forma di anticapitalismo e il comunismo queer.
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Federico Zappino, filosofo, traduttore e attivista, ha contribuito in modo decisivo a riportare al centro del dibattito queer il problema dell’eterosessualità come sistema sociale, definendola un “modo di produzione”. Ha tradotto in italiano opere di primo piano del pensiero queer e femminista, tra cui Epistemology of the Closet di Eve Kosofsky Sedgwick (Stanze private, Carocci 2011), Undoing Gender di Judith Butler (Fare e disfare il genere, Mimesis 2014) e The Straight Mind and Other Essays di Monique Wittig (Il pensiero eterosessuale, ombre corte 2019). Nel 2016 ha curato il volume collettaneo Il genere tra neoliberismo e neofondamentalismo (ombre corte), al quale hanno partecipato alcune tra le voci più critiche e impegnate del dibattito e dell’attivismo contemporaneo sul genere in Italia. Il suo ultimo lavoro è Comunismo queer. Note per una sovversione dell’eterosessualità (Meltemi 2019).
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La mostra di Anna Maria Maiolino O amor se faz revolucionário diventa teatro di una serie di eventi che si svolgeranno al PAC nell’ambito della Pride Week 2019.
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A cinquant’anni anni dai moti newyorkesi di Stonewall, considerati il momento che segnò la nascita del movimento gay in tutto il mondo, oggi come allora è importante difendere e sostenere i diritti civili di tutti, perché l’amore – quello che si è fatto rivoluzionario – non fa differenze di alcun tipo. O amor é amor.
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La domanda è sempre la stessa Why don’t you guys do something?

NÉ ALTRA NÉ QUESTA: LA SFIDA AL LABIRINTO

Presentazione del catalogo del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2019
Edito da Humboldt Books
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con
Federica Galloni, Direttore Generale DGAAP e Commissario del Padiglione Italia
Milovan Farronato, Curatore
Stella Bottai, Coordinamento scientifico
Lavinia Filippi, Consulente alla ricerca
Enrico David, artista
Liliana Moro, artista
Diego Sileo, Curatore del PAC

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Il volume è pensato come uno strumento di completamento dell’esperienza di visita alla mostra, aggiunge contenuti di alto profilo e accompagna nella scoperta dei tre artisti presentati al Padiglione Italia alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte della
Biennale di Venezia.
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Il lavoro degli artisti viene rappresentato sia attraverso le immagini delle opere in mostra, sia come espressione testuale in riferimento all’idea del labirinto: una serie di saggi brevi, raccolti sotto la regia di Milovan Farronato e Stella Bottai e corredati dalle note di approfondimento di Lavinia Filippi, danno vita a una architettura polifonica costruita sulle parole chiave che hanno guidato il curatore e gli artisti nello sviluppo del progetto espositivo.
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Autori dei saggi sono gli stessi curatori insieme agli artisti Enrico David, Chiara Fumai e Liliana Moro.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CINDY SHERMAN”

con Cristina Casero, storica dell’arte contemporanea e docente di Storia della Fotografia presso l’Università degli Studi di Parma e Giorgio Zanchetti, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università Statale di Milano.
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Nell’autunno del 1990 il PAC realizzava la prima mostra personale di Cindy Sherman in Italia.
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Cristina Casero presenta una raccolta di saggi critici (ed. Postmedia books) su una delle artiste più innovative e influenti dell’arte contemporanea. Tra gli autori nel volume: Douglas Crimp, Hal Foster, Rosalind Krauss, Craig Owens e la stessa Casero.
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Per tutta la vita ho cercato di apparire sempre diversa, e quindi ho avuto i capelli di ogni colore, ogni lunghezza e ogni stile. Il risultato è stato che molti di questi personaggi sono come me in uno dei periodi della mia vita successivi alla realizzazione delle Untitled Film Still; forse li ho seguiti inconsciamente, se non altro il loro taglio di capelli. Di tanto in tanto ho avuto l’impressione, adesso che sono invecchiata, di essere diventata più simile ad alcuni di loro.
Cindy Sherman
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Photo: dal catalogo della mostra Cindi Sherman, Untitled, 1981, #96; ED. Mazzotta

FRANCESCO BONAMI & COSTANTINO DELLA GHERARDESCA

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Francesco Bonami con Costantino della Gherardesca presenta il suo nuovo libro POST. L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità sociale.

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Francesco Bonami è nato a Firenze nel 1955 e vive tra New York e Milano. Scrittore e curatore, è stato direttore della 50esima Biennale di Venezia nel 2003 e curatore del Museo di Arte Contemporanea di Chicago dal 1999 al 2008. Ha curato mostre allestite nei principali musei del mondo e ha contribuito alla realizzazione di progetti e mostre per l’arte e la moda per Pitti Immagine, Valentino, Max Mara e Safilo.
Ha condotto programmi sull’arte contemporanea per la televisione italiana su Sky, RAI1 e RAI 2. Collabora regolarmente con La Stampa, GQ, Vogue, Donna Moderna e Vanity Fair.
È autore di numerosi libri sull’arte contemporanea tra cui: Lo potevo fare anch’io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte (2007), Dopotutto non è brutto (2010), Si crede Picasso (2010), Maurizio Cattelan. Autobiografia non autorizzata (2011) e L’arte nel cesso (2017).

TRANSIZIONI E TRADUZIONI NELL’OPERA DI ANNA MARIA MAIOLINO

Con la partecipazione di: Anna Maria Maiolino, Michael Asbury, Sofia Gotti, Paulo Miyada e Diego Sileo

L’artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino racconta le sue prime pratiche nel contesto dei movimenti Pop e Nuova Figurazione che sbocciarono in Brasile e in tutto il Sud America alla fine degli anni ’50 e ’60. Un’occasione unica per incontrare una delle più significative artiste che oggi vivono e lavorano in Brasile e capire la vasta e complessa produzione culturale generata dalla politica estera ed economica del paese.

POLITICHE DELLA SENSAZIONE ED EMPATIA QUEER

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con Francesco Ventrella

Nell’intessere una genealogia della cultura visiva queer del corpo ci troviamo a confrontarci con una serie di rappresentazioni che, molto spesso, si confondono con gli stereotipi prodotti all’interno del binario di genere. In questa relazione, Ventrella prova a spostarsi da una posizione figurativa della rappresentazione queer per esaminare, invece, la possibilità data dalle sensazioni astratte per queerare il campo dell’estetica. I dibattiti contemporanei femministi e queer sull’astrazione, le teorie dell’embodiment e la fenomenologia formalista sembrano suggerire delle posizioni alternative in cui, dal rifiuto alla rappresentazione, si potrebbero iniziare a delineare delle possibilità estetiche che sono anche politiche. Partendo dal lavoro sul concetto di empatia della scrittrice lesbica inglese Vernon Lee (1856-1935), Ventrella rilegge l’estetica queer come un disfacimento della riproduzione sociale del genere.

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Francesco Ventrella insegna storia dell’arte presso l’Università del Sussex (UK) ed è Paul Mellon Rome Fellow alla British School at Rome, dove conduce una ricerca su Vernon Lee, la statuaria antica e le teorie dell’empatia agli inizi del ventesimo secolo. Francesco si occupa di storiografia, scritture d’arte e cultura visiva moderna e contemporanea e ha pubblicato diversi studi di estetica queer e femminista. Nel 2017 ha curato con Meaghan Clarke un numero speciale della rivista «Visual Resources» intitolato Women and the Culture of Connoisseurship e con Giovanna Zapperi sta curando il volume di saggi Art and Feminism in Postwar Italy: The Legacy of Carla Lonzi di prossima pubblicazione.

LA RIVOLTA NELL’EPOCA TECNOPATRIARCALE

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con PAUL B. PRECIADO

Cosa significa oggi essere transfemminista? Che cosa sarebbe un femminismo senza uomini e donne? Che cosa significa parlare di politica queer al di là dell’opposizione tra eterosessualità e omosessualità? Preciado tratteggia in questo discorso una genealogia dello spostamento dal regime occidentale patriarcale moderno e coloniale della sessualità verso una nuova forma tecnopatriarcale.
Lontano dalla segmentazione delle lotte secondo la politica identitaria, Preciado sostiene la creazione di molteplici e inaspettate alleanze color-queer-crip, per un movimento collettivo “in transizione” non dedicato alla costruzione dell’identità, ma piuttosto ad aprire campi di trasformazione collettiva.

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Paul B. Preciado è un filosofo, attivista transfemminista e uno dei più importanti esponenti di studi di genere e politiche sessuali. Laureato in Filosofia e Teoria dell’Architettura a Princeton, ha ottenuto un Master con Lode in Filosofia e Teorie di Genere presso la New School for Social Research in New York dove ha studiato con Agnes Heller e Jacques Derrida. Il suo primo libro Manifesto Contra-Sexual (2002) è stato acclamato dai critici francesi come il libretto rosso della teoria queer ed è presto diventato un punto di riferimento per l’attivismo trans e queer in Europa. Il suo libro Pornotopia (Fandango Libri, 2011) è stato finalista del Premio Anagrama come miglior saggio in Spagna e ha vinto il premio Sade in Francia. Sempre per la casa editrice Fandango, nel 2015 ha pubblicato Testo tossico. Sesso, droghe e biopolitiche nell’era farmacopornografica (Fandango libri 2015).
Fino a marzo 2015, è stato Head of Research del Museo di Arte Contemporanea di Barcellona (MACBA), Direttore degli Independent Studies Program (PEI); nello stesso anno è stato direttore dei Programs di Documenta 14 (Kassel/Atene).

NUOVE IDENTITA’ E ALTRE STORIE

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Talk con Francesca Alfano Miglietti, Sebastiano Mauri, Ariase Barretta

Un confronto sul tema dell’identità e delle sue sfumature a partire da Rosso Vivo, la mostra curata da Francesca Alfano Miglietti (FAM) che nel 1999 ha portato al PAC contaminazioni e mutazioni del Nuovo Millennio con autori capaci di trasformare i codici più diversi, dal linguaggio genetico a quello cinematografico, da quello musicale a quello teatrale. A dialogare con la curatrice saranno Sebastiano Mauri, scrittore e regista della versione cinematografica di Favola, che porta sullo schermo il tema dell’identità attraverso la presa di coscienza di una donna americana, borghese e transessuale, e Ariase Barretta, autore del libro Living Fleshlight, romanzo distopico dove una società aberrante pianifica l’eliminazione di tutte le donne per allevare solo le più belle trasformandole in giocattoli umani destinati alla soddisfazione sessuale degli uomini.

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Francesca Alfano Miglietti è teorico e critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. La sua ricerca è incentrata sul corpo e le sue modificazioni, le nuove tecnologie, il rapporto tra visibile e invisibile come frontiera di nuove poetiche contemporanee e sulle contaminazioni di linguaggi. Ha ideato e diretto la rivista Intervallo/Incidenti e la rivista VIRUS Mutations. Ha curato numerose mostre tra cui: Rosso Vivo, PAC Padiglione di Arte Contemporanea, Milano; Fabio Mauri. The End, Palazzo Reale, Milano; Sguardo di Donna, Museo dei Tre Oci,Venezia. E’ ideatrice e curatrice del festival di contaminazioni ART LIVE – arte, moda, musica, teoria (Torino) e Direttore Artistico dello spazio Nonostante Marras, Milano.


Sebastiano Mauri, di origine italo-argentina, è nato a Milano nel 1972 e ha vissuto e lavorato tra New York, Milano e Buenos Aires. Il suo lavoro ruota attorno al concetto di identità e alla lettura dell’altro, inteso non solo come una minoranza – riconosciuta come debole in un dato periodo storico e in una data società – ma anche come esito di concezioni intime e individuali. Mira ad esporre i meccanismi di discriminazione insiti in tutti noi, spesso metabolizzati e quindi inconsapevoli. Nel 2012 ha pubblicato il romanzo Goditi il problema e nel 2015 il manifesto Il giorno più felice della mia vita, entrambi con Rizzoli. Nel 2018 ha diretto il suo primo lungometraggio, Favola, prodotto da Palomar.

Ariase Barretta è nato a Napoli e vive a Madrid. Si è laureato all’Istituto Orientale, per poi proseguire gli studi presso le università di Modena, Barcellona e Madrid, dove ha conseguito un Dottorato in Letteratura ispanoamericana. Ha lavorato come traduttore per case editrici e network televisivi nazionali e internazionali, curando, tra le altre cose, la versione in italiano della Slapstick Encyclopedia, la più importante raccolta di film muti prodotti nei primi 30 anni del ‘900. Nel 2009 ha vinto il premio letterario La voce dei sogni. Ha pubblicato i romanzi, Darkene (2012), Psicosintesi della forma insetto (2014), H dalle sette piaghe (2015) e Living Fleshlight (2018). Nel 2018 ha fondato con la performer Manuela Maroli il duo di Letteratura performativa Sacrificium Vidua. Attualmente si occupa di Queer Art e Transmodernismo, con particolare riferimento all’opera dell’artista/scrittore cileno Pedro Lemebel.

LE PRIMAVERE SARANNO SILENZIOSE

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con Claire Fontaine

Claire Fontaine presenta al PAC la sua pratica artistica e i diversi tipi di sperimentazione che ha perseguito in contesti pubblici e privati negli ultimi anni. Il suo lavoro attraversa nuovi immaginari della sovversione, affrontando temi come i rapporti tra i generi, femminismo, praticabilità dell’amore, rivoluzioni e sciopero umano. Claire Fontaine porta avanti un’arte di forte impegno socio-politico, traducendo le sue riflessioni con strategie neoconcettuali. Riallacciandosi alla tradizione del “readymade” lancia critiche all’attualità, non senza una vena di provocazione.

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Claire Fontaine è un’artista collettiva concettuale e femminista fondata a Parigi nel 2004, vive e lavora a Palermo. Dopo aver tratto il suo nome da una nota marca di quaderni francesi, Claire si è dichiarata un’artista ready-made ed ha iniziato a elaborare una versione di arte neo-concettuale in cui il valore d’uso esistenziale delle referenze è più rilevante dell’atto stesso dell’appropriazione. Lavora in neon, video, scultura, pittura e testi, la sua pratica può essere descritta come un’interrogazione permanente dell’impotenza politica e della crisi della singolarità che definiscono la società contemporanea. Una monografia su di lei è stata pubblicata da Koenigs Books in italiano, inglese, francese e tedesco intitolata Foreigners Everywhere con testi di Bernard Blistène, Letizia Ragaglia e Hal Foster. Ha pubblicato presso Derive Approdi nel 2017 un’antologia di testi intitolata Lo sciopero umano e l’arte di creare la libertà. Ha esposto in musei e gallerie internazionali tra cui La Biennale di Shanghai 2018, Museion a Bolzano e alla Neuer Berliner Kunstverein di Berlino.
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PRESENTAZIONE CATALOGO YA BASTA HIJOS DE PUTA

Il PAC presenta il catalogo della mostra Teresa Margolles YA BASTA HIJOS DE PUTA pubblicato da Silvana Editoriale con 15 testi inediti di autori internazionali e le installation view della mostra al PAC.
 

A presentarlo saranno:

Teresa Margolles

Ferran Barenblit, direttore del MACBA di Barcellona e membro del Comitato Scientifico del PAC

Francesca Guerisoli, autrice in catalogo

Ángel Moya García, autore in catalogo

Diego Sileo, curatore del PAC e della mostra

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Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Al termine della presentazione il volume sarà in vendita al bookshop del PAC.

INDENTITÀ (AN)NEGATE

Restituire l’identità ad un corpo senza nome è un atto difeso dalla Convenzione di Ginevra e dal diritto internazionale umanitario, al confine tra Messico e Stati Uniti così come nel Mar Mediterraneo. Partendo dall’arte di Teresa Margolles e dall’opera di Martina Melilli ospitata nella Project Room del PAC, l’antropologa forense Cristina Cattaneo racconterà come è nato il primo database in Europa che dà nome alle decina di migliaia di persone che perdono la vita fuggendo da paesi in guerra.

 

A capo del Labanof, Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Istituto di medicina legale dell’Università degli Studi di Milano, Cristina Cattaneo lavora anche presso SVSeD sulle vittime di violenza sessuale e domestica e sui minori maltrattati, e si occupa per il Comune di Milano della valutazione forense dei richiedenti asilo vittime di tortura e dei minori stranieri non accompagnati. Ha pubblicato circa 200 articoli su libri e riviste nazionali e internazionali ed è co-Editor in Chief della rivista internazionale “Forensic Science International”.


Ingresso con biglietto mostra € 4,00 a partire dalle ore 19 o gratuito presentando il biglietto all’entrata

FOLLOW THE WOMEN: VECCHIE E NUOVE ROTTE DEL CRIMINE ORGANIZZATO

Le opere di Teresa Margolles raccontano una violenza allarmante, alimentata da uno scenario di criminalità organizzata che muta e si evolve rapidamente ad ogni latitudine. Ricorre tuttavia spesso l’attenzione del crimine verso il genere femminile, inteso come terreno dove reperire “merce” oggetto di lucrose e polivalenti attività di traffico e di sfruttamento sistematico, sessuale e non. Gli strumenti di gestione della merce sono sempre gli stessi: violenza e sopraffazione, sino alla riduzione in schiavitù. Gli affari in questo settore spesso si mischiamo, in una logica di ottimizzazione del profitto, con altri scenari criminali, in primo luogo con il commercio di stupefacenti, fonte straordinaria di profitti illeciti e potente inquinante dell’assetto economico e sociale. Ragionare su queste dinamiche porta alla luce legami tra luoghi e paesi apparentemente lontani che si dipanano sotto i nostri occhi, da Roma a Ciudad Juárez.

 

con

 

Emanuela Borzacchiello, accademica femminista della Universidad Nacional Autonoma de Ciudad de México
Lucia Lotti, Procuratore aggiunto a Roma, ha trattato e tratta materie di crimine organizzato

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Ingresso con biglietto mostra € 4,00 a partire dalle ore 19 o gratuito presentando il biglietto all’entrata

ARTEinCORSO

Continuano gli incontri di approfondimento del PAC per il ciclo ARTEinCORSO, con l’intervento dell’Architetto Guido Morpurgo curatore della mostra Il territorio dell’architettura. Gregotti e Associati 1953_2017. In questa occasione la conferenza propone una rilettura comparativa dell’idea di estensione dell’architettura e dell’arte contemporanea (Land Art) alla dimensione del territorio.

PERFORMING PAC

Il tema della performatività, scelto quest’anno dal PAC per sua la tre giorni annuale dedicata agli studi sulle arti visive contemporanee, ha conquistato il pubblico. Oltre 2000 visitatori hanno assistito a incontri, proiezioni e live performance che hanno messo al centro dell’attenzione il corpo e l’interazione attiva con lo spazio, incuriositi anche dai materiali d’archivio inediti che per la prima volta sono stati esposti al pubblico per raccontare un’espressione artistica che ha fortemente connotato anche la programmazione del PAC negli ultimi 15 anni.

 

Dalle riflessioni sul corpo come archivio di Susanne Franco – docente di Storia della Danza e del Teatro all’Università Ca’ Foscari di Venezia – alla performance Reharsal/Retrospective dell’artista spagnola Dora Garcia, che ha coinvolto il pubblico in modo attivo; dal corpo politicizzato e portavoce delle minoranze raccontato da Lois Keidan – fondatrice della Live Art Development Agency di Londra – allo storytelling per immagini della performance La Defence. A Live Photo Video Essay dell’artista olandese Paulien Oltheten; dai territori di confine tra danza e performance esplorati da André Lepecki – direttore del Dipartimento di Performance Studies alla New York University – al flusso continuo e ipnotico delle due danzatrici contemporanee Cristina Kristal Rizzo e Annamaria Ajmone, che hanno ballato bendate nel PAC tra opere e visitatori per il loro durational piece ikea_site specific.

 

Grande interesse anche per i due “flashback” che attraverso la valorizzazione e lo studio dell’archivio del PAC – in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli studi di Milano – hanno omaggiato due star della performance, Vito Acconci e Gina Pane, rimettendo in scena i materiali di progettazione e backstage delle loro rispettive mostre al PAC negli anni ‘80.

 

Durante i tre giorni è stato possibile vedere i video delle performance che il PAC ha prodotto negli anni, tra cui Vanessa Beecroft, Marina Abramović, Santiago Sierra i giovani artisti cubani e le nuove generazioni di artiste sudafricane.

 

Il PAC ha coinvolto anche i giovanissimi, realizzando con gli studenti del Liceo Coreutico Tito Livio un workshop di danza contemporanea diretto dalla coreografa Franca Ferrari.

 

La performatività si è estesa fino alla contaminazione tra arti visive e musica, con la performance dell’artista Marco Belfiore e l’evento di chiusura realizzato in collaborazione con Le Cannibale che ha portato al PAC due tra i più quotati artisti elettronici contemporanei.

 

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METAMORFOSI BICOCCA. Dall’esperienza industriale alle fabbriche della conoscenza

Una conferenza al PAC per raccontare passato, presente e futuro del Progetto Bicocca, uno degli ultimi grandi interventi urbani del secolo scorso, con Antonio Calabrò, Direttore della Fondazione Pirelli, Cristina Messa, Rettore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Giampaolo Nuvolati, Direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Ingresso con biglietto mostra speciale € 4

Gratuito per chi ha già visitato la mostra e presenta il biglietto all’ingresso

Senza prenotazione

CRONACHE DI UN ARCHITETTO ITALIANO IN CINA

Seguendo la narrazione dei suoi viaggi in Cina, l’Architetto Augusto Cagnardi ci racconterà il progetto della città di Pujiang tra architettura e cultura.

 

Ingresso con biglietto mostra speciale € 4

Gratuito per chi ha già visitato la mostra e presenta il biglietto all’ingresso

Senza prenotazione

ARTEinCORSO

Il PAC prosegue la serie di lezioni con gli storici dell’arte rivolte a tutti, adulti e studenti, per saperne di più sull’arte contemporanea.

 

L’opera di Luca Vitone sarà lo spunto per un approfondimento e una riflessione più ampia con Roberto Pinto, docente presso DAMS – Università di Bologna.

 

Durante la conferenza si parlerà del lavoro di Luca Vitone e delle radici delle sue opere, in un percorso a ritroso che trova in Marcel Duchamp una delle figure di riferimento. Si toccherà il tema dell’autorialità e della progettualità, in particolare della necessità di sottrare, più che di aggiungere, per realizzare le proprie mostre.

 

Ingresso: gratuito previo acquisto del biglietto mostra speciale € 4

Prenotazione non necessaria

Tutta colpa dei Massoni? La P2 tra leggenda nera e realtà

Tra le opere della mostra IO, LUCA VITONE il controverso Souvenir d’Italie (2010) evoca i 959 iscritti alla P2.

La loggia massonica P2 è accompagnata da una durevole leggenda nera. La massoneria deviata è evocata spesso come un’ombra scura sulle peggiori pagine criminali della storia recente. Ma qual è la sostanza dietro le ombre? Cosa è stata la P2? Come si è passati dai massoni risorgimentali a Licio Gelli?

 

Proveremo a capirlo insieme a Benedetta Tobagi, giornalista e scrittrice sulla base dei documenti e delle interpretazioni disponibili.

 

Ingresso gratuito previo acquisto del biglietto mostra speciale € 4

Prenotazione non necessaria

 

VODU: UN’ESTETICA IN DIVENIRE

Il vodu africano è intrinsecamente connesso alla società, alla storia e alla politica dei paesi dov’è praticato. Gli oggetti sacri, come i feticci, sono quindi forme in continuo mutamento: strati di materia si sovrappongono modificando la superficie e trasfigurando le sembianze.

 

Un’estetica in costante divenire che ci guiderà in una visita guidata speciale tra le opere della mostra AFRICA. Raccontare un mondo insieme a Giulio Calegari membro del Centro Studi Archeologia Africa e docente all’Accademia di Brera e Gigi Pezzoli Presidente del Centro Studi Archeologia Africa e africanista.

 

Durata talk + visita guidata: 90′

 

Ingresso: gratuito previo acquisto del biglietto mostra speciale € 4

 

ARTI AFRICANE E FANTASMI D’OCCIDENTE

Ispirata alle opere della mostra AFRICA. RACCONTARE UN MONDO una riflessione antropologica sulla dimensione culturale delle produzioni artistiche dell’Africa contemporanea nell’era dell’arte globale, con Ivan Bargna, professore associato di Antropologia estetica e di Antropologia dei media all’Università di Milano Bicocca e professore di Antropologia culturale all’Università Bocconi.

 

Durata talk + visita guidata: 90′

 

Ingresso: gratuito previo acquisto del biglietto mostra speciale € 4

AFROPOLITANISMO?

L’Africa nel mondo, il mondo nell’Africa. Visita alla mostra AFRICA RACCONTARE UN MONDO alla scoperta delle connessioni tra la complessità del continente africano e il resto del mondo guidati Valerio Bini, africanista e ricercatore di geografia all’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di cooperazione allo sviluppo, politiche dell’ambiente e città africane.

 

Durata talk + visita guidata: 90′

 

Ingresso: gratuito previo acquisto del biglietto mostra speciale € 4